giovedì 26 agosto 2010
«Si va avanti così, ma senza Casini». È quanto ha detto ai giornalisti Umberto Bossi lasciando ieri pomeriggio Villa Campari dopo aver incontrato Silvio Berlusconi.  «Si va avanti così – ha detto Bossi – senza Casini e senza l'Udc per realizzare il programma». A una domanda su possibili elezioni anticipate Bossi ha risposto: «No, al momento non si fa niente».
COMMENTA E CONDIVIDI
«Umberto, capisci, non si possono buttare due anni di lavoro». Berlusconi guarda dritto negli occhi Bossi. E a bassa voce gli ripete che votare ora sarebbe un «errore imperdonabile». Non c’è tensione nella villa del Cavaliere sul lago Maggiore. Il premier parla, il gruppo di comando della Lega ascolta in silenzio. Duecento minuti più tardi Umberto Bossi lascia il vertice e tutto è meno confuso. «Si va avanti così ma senza l’Udc nella maggioranza», ripete il Senatur davanti a taccuini e telecamere. È in quelle dieci parole (le uniche ufficiali) il senso della giornata politica. Eppure dietro i cancelli di villa Campari c’è un’altra novità che prende forza. C’è Berlusconi che ammette tutti i rischi legati a un voto anticipato senza Fini. Che spiega a Bossi che in tre regioni (Sicilia, Puglia, Campania) Fli potrebbe arrivare all’otto per cento e a quel punto addio maggioranza al Senato. Che torna a ripetere di non capire il muro contro Casini: «Umberto, l’Udc rimane all’opposizione, ma certamente ammetterai anche te che le loro posizioni non sono quelle di Bersani, di Di Pietro. C’è già una convergenza su alcuni temi molto significativi... Bisogna ragionare...». Bossi scuote la testa, Berlusconi allora lo incalza: «Se cade il governo chi si prende la responsabilità?». Per qualche istante c’è silenzio. Non parla nessuno. Non parla Ghedini, non parla Verdini e non parlano gli uomini del Carroccio. Poi Calderoli azzarda: «Con Fini parliamo noi».Questa è la novità inattesa: sarà la Lega a mediare. A far ragionare Fini in vista del voto sul documento programmatico previsto alla riapertura delle Camere a settembre. Sarà Calderoli (o magari lo stesso Bossi) a sedersi davanti al presidente della Camera per capire se questa legislatura arriverà fino in fondo con il sostegno leale dei finiani. Insomma si va avanti. Nonostante l’avvertimento sussurrato da Maroni: «Credo ci sia in corso una operazione per far fuori Berlusconi». Nonostante i dubbi della Lega su un voto che loro avrebbero preferito già in autunno. Berlusconi però dice no e allora si va avanti. Senza l’Udc. Perchè l’Udc - per dirla con Cesa - non ha nessuna intenzione di far aggiungere un posto al tavolo della maggioranza. E perché anche Berlusconi capisce che è prematuro ipotizzare un ritorno dei centristi nell’area di governo. Oggi è, infatti, la stagione delle convergenze programmatiche, ripete il Cavaliere che poi confessa il suo obiettivo: abbiamo davanti tanti mesi per diluire le incomprensioni tra Lega e Udc e per immaginare una riedizione della Casa della Libertà.È iniziato il percorso della verifica vera. E la palla è nelle mani della Lega. Si muoveranno per capire in tempi brevissimi (ora Berlusconi è deciso a votare il documento programmatico prima possibile) la posizione di Fini e dei suoi sui temi dell’attualità politica: la giustizia e il federalismo su tutti. È una svolta e a fine giornata il premier, di nuovo a villa san Martino ad Arcore, sembra sereno. «Ha prevalso la ragionevolezza: Umberto ha capito, ora aspetto Fini. Perché è ancora possibile chiudere la legislatura con nuovi risultati». E una conferma del nuovo clima si agita, a tarda sera, dietro le parole di Calderoli: «È stato un agosto allucinante sotto l’aspetto del dibattito politico... Pensare che tutta la vita del presidente della Camera ruoti attorno a Montecarlo credo sia un brutto modo di fare politica». È un primo segnale, ma la missione della Lega è già partita.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: