domenica 28 settembre 2014
Il sottosegretario all'economia Baretta: stiamo valutando come aiutare i nuclei con più figli. Ma resta il nodo delle risorse aggiuntive.
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Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in un’intervista di pochi giorni fa a questo giornale è stato molto prudente. Ma a due settimane dalla presentazione della legge di stabilità 2015 il capitolo di un sistema fiscale più attento alle esigenze delle famiglie non è affatto chiuso. A partire dal bonus da 80 euro. Le risorse sono poche e le necessità di bilancio molte. Ma il problema di dare risposte alle esigenze dei nuclei più deboli e numerosi, i più colpiti dal combinato disposto della crisi economica e dell’aumento della pressione fiscale, è molto sentito nella maggioranza e nel Parlamento, anche in un’ottica di sostegno ai consumi e spinta alla ripresa. Non solo. Lo stesso decreto 66 istitutivo del bonus da 80 euro, erogato nel 2014 in via transitoria, nell’articolo 1 impegna il governo a prevedere che con la manovra 2015 la misura diventi strutturale attraverso «interventi di natura fiscale che privilegino, con misure appropriate, il carico di famiglia e, in particolare, le famiglie monoreddito con almeno due o più figli a carico». Almeno su questa misura si sta lavorando a un’impostazione più family friendly rispetto a quella attuale.

«La formulazione del decreto – sottolinea il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba (Pd) – fu il frutto di una discussione molto importante nella maggioranza e io sono fiducioso che ad essa si terrà fede. Si tratta infatti di un paletto molto preciso che impegna il governo e che dovrà essere rispettato». Sulla stessa linea Giorgio Santini, membro della commissione Finanze del Senato, convinto che sugli 80 euro «sicuramente ci sarà qualche novità» rispetto ad oggi. L’esponente del Pd dà per scontato che la nuova formulazione del bonus prevederà tetti più alti per le famiglie monoreddito, oggi pesantemente svantaggiate (due redditi da 24mila euro hanno diritto al doppio bonus, un solo reddito da 27mila non prende nulla). L’estensione terrà conto probabilmente della presenza di figli (almeno due) in famiglia. La misura non potrà però essere particolarmente flessibile in quanto, spiega Santini, per ora resterà un bonus e non una detrazione che permetterebbe una maggiore modulazione.  Il nodo centrale resta quello delle coperture economiche. Per dare di più alle famiglie monoreddito con figli servono risorse aggiuntive rispetto ai 10 miliardi attuali. Come minimo 3-400 milioni se si vuole alzare il tetto di reddito ad almeno 30mila euro. Ed è per questo che la partita resta in buona parte da giocare. Senza soldi in più infatti il cambiamento sarebbe soltanto simbolico.  Ieri è tornato sull’argomento il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta riconoscendo che «il problema di un intervento più strutturale sulla famiglia si pone» anche se «ovviamente, bisogna fare i conti con la situazione finanziaria complessiva dello Stato ». «Innanzitutto – ha assicurato l’esponente del Pd ai microfoni di Radio Vaticana  – confermeremo l’erogazione degli 80 euro alle fasce che l’hanno già ricevuto, e questo è un consolidamento importante. Dopo di che si sta valutando se ci sono le condizioni, in alcune fasce particolari, per aiutare le famiglie con figli. Non c’è nulla di deciso: è una delle discussioni che si stanno facendo». Per Baretta tuttavia «l’intervento fiscale a favore delle famiglie è uno tema che va collegato ad un dibattito più completo». «Bisogna pensare, ad esempio, se si fa o non si fa il quoziente familiare, che è uno dei temi irrisolti nel dibattito italiano». Una questione che potrebbe trovare spazio nella delega fiscale.

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