sabato 19 giugno 2021
La renziana Conti sfida Lepore. A duello due mondi diversi, fra vecchi appalti e appoggi trasversali Letta e Conte cercano il suggello all’alleanza giallorossa
Isabella Conti (Iv) e Matteo Lepore (Pd), candidati alle primarie del centrosinistra a Bologna in programma domenica

Isabella Conti (Iv) e Matteo Lepore (Pd), candidati alle primarie del centrosinistra a Bologna in programma domenica - Ansa

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Domenica, alle primarie del centrosinistra, la sfida maggiore sarà a Roma, perché è pur sempre la capitale. La sfida che conta di più sarà però a Bologna. Perché all’ombra delle due Torri si consumerà un test sull’alleanza giallo-rossa che Letta e Conte hanno in mente a livello nazionale e, al contempo, una resa dei conti interna ai democratici.

Se si guarda al livello d’interesse, non c’è paragone fra le due città. Non solo perché a Bologna si consuma la contesa più incerta, ma soprattutto perché va in scena un duello vero, fra due personalità, pressoché coetanee e 'quasi amiche' una volta (hanno studiato ambedue al liceo classico Galvani), dalla storia comune poi divaricatasi, e ancor più fra due visioni contrapposte di un ambiente che una volta era la 'capitale' dell’ortodossia della sinistra italiana. Una sfida che produce effetti incredibili, anche nel gioco delle adesioni contrapposte.

È sin troppo facile presentare queste votazioni per contendersi la corsa alla poltrona su cui per 10 anni si è seduto Virginio Merola con schemi scontati: la 'novità donna' rappresentata da Isabella Conti (non c’è mai stata una sindaca a Bologna) contro l’establishment maschile incarnato da Matteo Lepore, la sindaca del coraggio contro i 'poteri forti' cittadini, la politica fuori dagli schemi contro l’uomo d’apparato cresciuto (non a caso) alla vecchia e sempre valida scuola della Legacoop. Vero, ma la sfida bolognese è anche di più. E per questo è stata vissuta con 'passione' dai contendenti. Tanto che nei giorni scorsi Romano Prodi aveva commentato i toni sopra le righe spesso usati dicendo che le primarie (di cui è stato uno dei padri) «sono sempre piene di sangue e bisogna farle in anticipo per dar poi tempo al sangue di raggrumarsi».

Parole che hanno destato la «meraviglia» della Conti, costringendo il Prof. ed ex premier a un chiarimento. Toni 'forti', dunque, sfociati anche in una lite in un mercato. Conti, da 7 anni sindaca di San Lazzaro di Savena, nell’ottobre 2019 transitata dal Pd a Italia Viva con quella che definì «una scelta di coraggio», ha accusato Lepore di essere «senza spina dorsale».

«Isabella ha minacciato di querelarmi per molto meno», ha replicato nell’ultimo confronto Lepore, assessore nella giunta Merola, forte del sentirsi avanti (nei sondaggi, anche se non in modo netto). Persino la mascherina è divenuta simbolo di scontro. Lepore ne indossa sempre una fucsia perché, ha raccontato, gliela diede una volta la moglie dicendo «così dimostri di essere contro ogni pregiudizio». Non basta un pezzo di stoffa, ha replicato piccata Conti, messa in campo con mossa abile da Matteo Renzi quando l’appena arrivato segretario dem Enrico Letta parlava dell’esigenza di un partito femminile.

Sono tante, però, le variabili che s’incrociano a Bologna. A partire dal voto on-line: a giovedì sera risultavano iscritti in 5mila, già più di quelli di Torino domenica scorsa. Segno di un’attenzione, non confermata però da altre sensazioni opposte. Un altro assessore Pd, Alberto Aitini (che dopo aver pensato di candidarsi appoggia Conti), ha lanciato un allarme: «Non c’è un bel clima, in tanti non voteranno il 20 giugno». A esempio Vincenzo Naldi, presidente del comitato Borgo Reno, ha annunciato che non andrà. D’altronde la vicenda che ha diviso le carriere di Conti e Lepore entra nel cuore degli 'interessi' cittadini. La battagliera renziana divenne nota, nel 2015, per essersi opposta a un mega-progetto edilizio passato alla cronaca come 'la colata di Idice': un appalto dietro a cui c’erano le coop e per il quale ha subìto dalle imprese che hanno perso l’affare cause legali per presunti danni da oltre 20 milioni, oltre a pressioni che denunciò in procura. Cause per ora vinte (l’ultima al Tar, il febbraio scorso) da Conti, che però ricevette solidarietà quasi solo da Renzi, all’epoca ancora segretario dem. Fu quell’attestato a convincerla - lei che aveva votato Bersani alle primarie contro Renzi - a passare a Iv.


Clima a tratti teso fra i contendenti. Il puzzle degli schieramenti. Con l’attuale assessore il 'vecchio' apparato, ma pure Elly Schlein e le Sardine

Storie che s’incrociano nella Bologna, città dotta ma in fondo dal 'cuore' paesano, che ricerca una centralità ormai sbiadita. Capita così anche che l’altra battaglia che rese famosa Conti, quella contro il 5G a San Lazzaro, le attiri ora le simpatie dei Verdi. Con la Conti, in uno schema a geometrie variabili, sono anche pezzi di Pd, intellettuali spesso 'ruvidi' verso il partito come Gianfranco Pasquino e Pier Giorgio Ardeni, l’ex direttore dell’Istituto Cattaneo, l’associazione commercianti che a suo tempo fu protagonista della storica vittoria del 'centrodestra' Guazzaloca, i mondi vicini agli ex Dc Casini e Galletti e cantanti come Cesare Cremonini.

Sulla sponda opposta, invece, ci sono larghi strati dell’'apparato' felsineo (la «Ditta», come ha ricordato l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, che per questo chiede invece «discontinuità») ma anche espressioni nuove come la lista Coraggiosa di Elly Schlein, la sinistra di Emily Clancy (pur critica in passato sulla giunta Merola) e le Sardine, un anno fa protagoniste della vittoria di Bonaccini in Regione. Fino al convitato di pietra di tutte queste primarie: il M5s. Perché domenica col voto si delinea anche quella che potrà essere la coalizione da opporre al centrodestra: Lepore è il candidato organico all’alleanza con i grillini, qui politicamente ancor più netta che a Napoli (dove si poggia su un candidato civico, Manfredi). Tant’è che ha fatto scalpore, domenica scorsa, la lettera sul Resto del Carlino di Giuseppe Conte, capo in pectore del Movimento, che ha speso parole a favore di «un candidato credibile che sposi questo percorso con convinzione e passione». Frasi che hanno destato, tuttavia, più di qualche malumore non solo in ambienti dem, ma soprattutto fra i pentastellati cittadini, che hanno lamentato di non essere stati coinvolti da Conte in un passaggio così delicato (tranne forse Max Bugani, capogruppo 5s in Comune).

La stessa candidata renziana ha parlato di «anomalia» per l’intervento di Conte, lei che invece ha cercato apposta di tenere distante la figura di Renzi in questa sfida locale. Al confronto vanno, dunque, due idee diverse di città. E - anche se Conti ha sempre negato l’ipotesi di presentarsi poi per conto suo alle Comunali, se sconfitta alle primarie - non è detto che domenica sera si ritrovino davvero compatte sul vincitore.

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