mercoledì 26 settembre 2012
La decisione dopo aver accertato che il parco veicoli è inadeguato a trasportare in sicurezza reclusi e agenti. Già saltate le prime udienze. Mezzi usurati e insicuri. Stop alle traduzioni dei reclusi di Secondigliano Avellino e Benevento. I sindacati: «Troppi debiti. Ora il rischio si allarga a tutta Italia». (Nello Scavo)
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Freni scassati e mezzo milione di chilometri sul tachimetro. Inevitabile che andasse a schiantarsi con il suo carico di agenti e detenuti. Succedeva a giugno, fuori dal carcere di Benevento. Tutti salvi, quella volta. Nessuna vittima, nessun allarme. Fino a ieri. Senza fondi per il carburante né quelli per le riparazioni dei blindati, in Campania i reclusi non possono più essere accompagnati in tribunale.L’ordine è del direttore dell’ufficio "Sicurezza e Traduzioni" del provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria, che ha disposto il blocco dei mezzi che non abbiano superato o effettuato i previsti collaudi di affidabilità.Ad Avellino e Benevento, ha lamentato il segretario generale della Uil Penitenziari, Eugenio Sarno, è risultato in regola un solo automezzo, mentre a Secondigliano, dove sono una ottantina i veicoli in attesa di un meccanico, nessun "cellulare" è in grado di tornare su strada. Di questo passo decine di processi saranno bloccati.«Il Nucleo traduzioni di Secondigliano effettua 25 mila traduzioni l’anno in ambito locale e nazionale», spiega Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che preannuncia proteste. E tutto questo «dopo mesi di disagi per mancanza di fondi per la benzina e le riparazioni», ripete Beneduci preconizzando conseguenze disastrose sull’intero sistema penitenziario e giudiziario. «Mai come in questo momento, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) è stato così vicino al completo tracollo finanziario», sostiene il sindacalista. Nel 2012 gli enti centrali e periferici del Dap hanno avuto a disposizione «non più di 120 milioni di euro», accumulando «oltre 150 milioni di debito su utenze, locazioni e manutenzioni dei locali e automezzi ma, attraverso la spending review, si vorrebbero sottrarre ulteriori 50 milioni a quel poco che resta di un bilancio drammaticamente ridotto nel tempo».La situazione è definita «molto critica» anche in Lombardia, Lazio, Sicilia, Calabria, Triveneto, dove a breve altre decine di veicoli con le isegne della Polizia penitenziaria rischiano di venire fermati proprio per evitare di mettere a repentaglio la vita di agenti e reclusi. In passato sono stati numerosi gli incidenti che hanno coinvolto i blindati che fanno la spola tra case di reclusione e palazzi di giustizia. Quasi sempre i periti hanno riscontrato un preoccupante livello di usura a cui non fa da contraltare la necessaria manutenzione.«Già sono saltate diverse udienze in vari tribunali e visite ambulatoriali programmate da tempo», segnala Donato Capece, segretario nazionale del Sappe. «C’è il serio e fondato rischio – prevede – che dal prossimo ottobre non saremo più in grado di assicurare in tutta Italia il servizio istituzionale del trasporto dei detenuti».

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