martedì 8 gennaio 2013
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​Colpi grossi in casa Pd. Pier Luigi Bersani chiude la campagna acquisti nell’ultimo giorno utile che si è dato per l’ufficializzazione delle liste, e "scippa" ai moderati il segretario aggiunto della Cisl Giorgio Santini, mentre nelle stesse ore annuncia la candidatura dell’ex direttore generale della Confindustria Giampaolo Galli. Il leader democratico arricchisce la rosa malgrado le difficoltà nelle singole regioni a stilare gli elenchi dei partecipanti, dove per effetto dei "big" non trovano facilmente spazio i vincitori delle primarie. Ma entro oggi la partita sarà chiusa. Il segretario, però, già si compiace del lavoro fatto, con il quale è certo di poter presentare «un partito plurale» che con Epifani e Galli insieme «rappresenta l’economia reale». Nessuna contraddizione: nel Pd, insiste, si rispecchia il «Paese reale». Anzi, assicura Bersani anche «la sensibilità del Pd sull’area della cultura democratica cattolica».E proprio per questo, marca la differenza con Monti, che consigliava di archiviare Fassina. Il leader pd, ospite di La7, è altrettanto duro con il Professore, a cui chiede «chiarezza» e non nega il malessere per la scelta montiana di mettersi in gioco: «Credo che per l’Italia non sia stata una buona notizia». Poi passa al contrattacco con le domande a quello che considera un «competitore e non un avversario» (come è invece Berlusconi): «Vorrei sapere in quale Paese del mondo le forze politiche si organizzano attorno alle persone, è una questione di fondo questi meccanismi creano rigidità e instabilità», dice infastidito. Quindi, assicura che il giorno dopo le elezioni «parlerò con Monti». E questo pur essendo il leader pd convinto di vincere anche al Senato: «Continuerò a rivolgermi a forze moderate, non sono settario». Differenze marcate anche rispetto all’affermazione montiana di non voler fare il ministro di nessuno: «Non avrei dato la stessa risposta». Quanto a Casini che non lo vede premier senza una vittoria piena, replica sarcastico: «E lui dove deve perdere per governare?». Insomma, governa «chi vince».Così insiste il segretario democratico, «sono pronto a fare un accordo anche con Monti sulla base di programmi, purché ci si capisca». Niente accuse infondate, allora, dice al «competitore», che avrebbe visto nel Pd «un sacco di difetti. Ma per un anno non sentivo tutti questi difetti del Pd. Si parla di conservatorismo del Pd? Ebbene io questo non lo accetto. Ci si chiede di zittire alcuni esponenti. Noi questo non lo faremo»..Campagna elettorale iniziata, dunque. Ma anche per Monti, ironizza Bersani: «Fino a 20 giorni fa era impossibile tutto, ora è cambiata l’aria, è possibile tutto... Quanti emendamenti abbiamo fatto per dire lasciamo l’Imu ai comuni?». Il Pd, piuttosto, preferirebbe «affiancare l’Imu con un’imposta personale sui grandi patrimoni immobiliari».
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