sabato 18 gennaio 2014
Il segretario del Pd ha confermato l'accordo di massima su una norma che favorisca la governabilità, il bipolarismo, e che elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli.
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"C'è una profonda sintonia su tre temi delicati ma capaci di segnare una svolta: riforma del titolo V della Costituzione, trasformazione del Senato in Camera delle autonomie e sulla legge elettorale un modello che favorisca la governabilità, bipolarismo, e che elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli". Lo ha affermato il segretario del Pd, Matteo Renzi, in conferenza stampa dopo l'incontro nel pomeriggio col leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Per quel che riguarda la riforma del titolo V della Costituzione, Renzi ha spiegato che questo avverrà "con modalità che saranno presentate nei prossimi giorni e che vanno nell'ottica della semplificazione e del risparmio con l'eliminazione dei rimborsi ai gruppi regionali e delle indennità dei consiglieri regionali". Quanto alla trasformazione del Senato in Camera delle autonomie questa avverrà in modo tale che "non ci saranno più le indennità per i senatori né la loro elezione diretta", ha chiarito, "c'è una profonda sintonia sulla legge elettorale verso un modello che favorisca la governabilità, il bipolarismo e che elimini il potere di ricatto dei partiti più piccoli. Su questo tema abbiamo condiviso l'apertura ad altre forze politiche di scrivere questo testo di legge che per quanto ci riguarda; se nelle prossime ore saranno verificati tutti i dettagli, presenteremo il tutto alla direzione del Pd affinché voti lunedì alle 16". L'accordo con Renzi prevede una nuova legge elettorale che porti al consolidamento dei grandi partiti in un'ottica di semplificazione dello scenario politico. Insieme, abbiamo auspicato che tutte le forze politiche possano dare il loro fattivo contributo in Parlamento alla rapida approvazione della legge, che speriamo possa essere largamente condivisa", afferma in una nota Berlusconi. "Durante il nostro colloquio, pur ribadendo le critiche di Forza Italia all'azione dell'esecutivo, e auspicando di poter al più presto ridare la parola ai cittadini, ho garantito al segretario Renzi che Forza Italia appoggerà in Parlamento le riforme volte a semplificare l'assetto istituzionale del Paese, e, in particolare, quelle relative alla trasformazione del Senato e alla modifica del Titolo Quinto della Costituzione", sostiene il leader di FI.OLTRE DUE ORE DI COLLOQUIOCirca due ore e mezzo di colloquio 'blindato' tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia è arrivato al Nazareno, dove già c'era il segretario del Pd, poco prima delle 16. Al suo arrivo alcuni manifestanti assiepati in via delle Fratte hanno lanciato uova contro l'auto del Cavaliere, rivolgendo fischi e cori ("Vergogna, vergogna" e "Non si tratta con i criminali") contro l'ex premier. La sede del partito è stata 'circondata' dalle forze dell'ordine che hanno schierato i blindati a protezione dell'edificio.Protagonisti dell'attesissimo (e molto criticato dalla sinistra del Pd) incontro sono stati, oltre a Renzi e Berlusconi, Gianni Letta e il portavoce della segreteria del Pd Lorenzo Guerini. Sul tavolo, secondo le indiscrezioni, ci sarebbe stato un modello ispanico 'corretto' che possa andare bene anche ai partner dei Democratici al governo e in particolare al Nuovo centro democratico, che anche oggi ha ammonito il sindaco di Firenze. "L'incontro - ha detto Renato Schifani - non ci può infastidire, Berlusconi è il presidente di Forza Italia, ma sia ben chiaro che la legge elettorale si fa con grandi intese partendo dalla maggioranza. Se Renzi ha deciso di aprire a tal punto da fare il governo con Berlusconi vada pure". Dichiarazioni che ribadiscono, se ce ne fosse bisogno, che il fine settimana è fondamentale per il destino del Governo: se tra Renzi e Berlusconi ci fosse un accordo che escludesse i 'piccoli' la vita dell'esecutivo potrebbe essere segnata e l'election day a maggio più vicino. Ma se gli alleati di Governo rumoreggiano, anche nel Pd la linea del segretario trova opposizioni. Lunedì, comunque, Renzi porterà la sua proposta in Direzione, chiedendo il voto. Prima di partire per Roma, a Palazzo Vecchio, Renzi aveva incontrato i segretari di Scelta civica Stefania Giannini e del Psi Riccardo Nencini. Per la Giannini ci sono "le condizioni per trovare un accordo all'interno della maggioranza e poi non solo Berlusconi ma anche tutte le altre forze di opposizione devono essere coinvolte nelle riforme istituzionali". Se però il segretario dovesse stringere intese con Berlusconi escludendo i partner della maggioranza "sarebbe un tavolo parallelo e allora credo che ci sarebbero dei problemi, ma non mi sembra di aver colto questa volontà". Per Nencini "sulle regole del gioco non va escluso il dialogo con le opposizioni. È giusto che Renzi parli con Forza Italia e incontri Berlusconi: chi è il leader di Forza Italia lo decidono loro. È possibile trovare un accordo di maggioranza che tenga dentro anche la parte più rilevante delle opposizioni".VERSO L'ACCORDO SUL MODELLO SPAGNOLO CORRETTO ALL'ITALIANAUn'intesa sulla legge elettorale capace di coinvolgere un numero molto ampio di partiti sarebbe a portata di mano di Matteo Renzi. A quanto si apprende da fonti di maggioranza, il modello che Matteo Renzi ha proposto a tutti i suoi interlocutori, e di cui in questo momento sta discutendo con Silvio Berlusconi, è il modello spagnolo made in Italy con due tipi di soglie, al 4-5% e all'8% a seconda che ci sia o meno un apparentamento.Su questa formula, sulla quale c'è stata anche un'opera di mediazione del governo, il segretario del Pd sarebbe ragionevolmente convinto di poter tenere insieme sia i piccoli partiti della maggioranza, a partire da Ncd, sia Forza Italia. Renzi ne ha parlato anche negli incontri di stamattina ricevendo un ritorno positivo. La proposta sarebbe tanto gradita a Forza Italia che, spiegano questa volta ambienti del Pd, il Cavaliere non chiederebbe alcuna controparte a cominciare dalla ventilata ipotesi dell'election day di maggio.
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