venerdì 11 gennaio 2013
Il Cavaliere: con Monti si è scatenata una «tempesta perfetta». E lo attacca anche per le tasse: «Sull’Imu lui ha la testa dura».Scontro su Travaglio. Ascolto record: 8,7 milioni davanti alla tivù, con oltre il 33% di share, il massimo mai raggiunto da La7.
Come la politica perde realtà e serietà di Andrea Lavazza
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L’arena si è aperta, puntuale, alle 9 e 10 della sera. Ma senza «toreri» e «tori», ha premesso Michele Santoro tendendo idealmente la mano a Silvio Berlusconi. Un clima tutto sommato disteso per la "grande sfida" tv dell’anno, nella "gabbia" di Servizio pubblico (su La7), così diversa dal comodo salotto tv di Barbara d’Urso. Con un Cavaliere tranquillo (sicuramente più a suo agio di quello, nervoso, apparso qualche domenica fa da Giletti, su Rai1), ma per niente remissivo: «Il mio governo non ha avuto nessuna responsabilità nella crisi, confermo parola per parola quanto ebbi a dire nel 2009», ha ripetuto. Le colpe? Solo di «una crisi internazionale curata molto male dal governo dei professori», dopo «si è scatenata una tempesta perfetta, come l’acqua alta a Venezia». Anzi, quasi «un diluvio universale», con Silvio nelle parti di un novello «Noè», gli strizza l’occhio Santoro. Come medico, invece, lui ritiene di avere ancora tutte le capacità, perché «io non vivo dietro a una scrivania dell’università». Il contrario, insomma, di Monti e dei suoi professori che «dopo un po’ sono diventati sordi ai nostri interventi perché si erano montati tutti la testa».A partire dall’Imu, dove Monti ha mostrato di avere la «testa dura». Inevitabile, parte la domanda: ma se lei è contro l’Imu, perché la votò nel dicembre 2011 anche sulla prima casa? «Abbiamo fatto di tutto per farla cambiare, ma non ci siamo riusciti». E poi non si poteva far di più («Ci siamo anche chiesti se fosse opportuno fare cadere il governo», svela) perché «c’era un clima internazionale a noi avverso», si difende Berlusconi. La sua "ricetta" politica resta però la stessa: «Gli elettori devono convincersi di votare per i grandi partiti: è necessario che un partito abbia la maggioranza assoluta e con quei voti cambi la Costituzione e doti il governo di strumenti per poter governare». La realtà, vista dagli occhi di Arcore, insomma è che questo resta «un Paese ingovernabile». Ancora alle prese, per ripescare il refrain caro a Silvio, con «comunisti disumani».Ma i toni restano morbidi, quasi da "Porta a porta". Tanto che Santoro chiama in soccorso Marco Travaglio, il "nemico-inquisitore": «Avvicinati, ci stiamo annoiando, mettiamo un po’ di pepe...». Va in onda il famoso video in cui a Strasburgo Berlusconi faceva aspettare, in piedi, Angela Merkel: «Santoro, si sta scavando la fossa, io ero al telefono con Erdogan (il premier turco, ndr», ripete. Il fondatore del Pdl alza la voce solo sul debito pubblico: «Non dobbiamo ridurlo di 50 miliardi l’anno come voleva la Merkel, ma di soli 15 miliardi, è sostenibile». Poi torna quella tranquillità che il Cavaliere aveva sfoderato già al suo ingresso in studio: «Comunque vada per me va bene», aveva detto ai cronisti prima di salutare (con stretta di mano) Santoro, Travaglio e poi tutta la redazione. Non è mancato un incidente tecnico, legato un po’ anche all’età dell’ex premier che si è lamentato di ricevere male l’audio nello studio: «Sono diventato anche sordo... colpa dell’età». E c’è spazio anche per un’altra battuta sul recente divorzio da Veronica: «Io sono qui gratis. Ma devo guadagnare, devo darle 100mila euro al giorno». Boom di ascolti per Servizio Pubblico. La trasmissione ieri sera su La7 ha realizzato il 33,59% di share ed è stata seguita da 8milioni 670mila 320 telespettatori, polverizzando il record della rete che si attestava al 12,66% di Fazio e Saviano con "Quello che (non) h0".
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