venerdì 18 gennaio 2013
​Il processo sospeso per le elezioni. Chiuse le prime liste pdl (in Veneto c’è Sacconi), ma resta aperto il capitolo deroghe.
SECONDO NOI Risate & battute
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​Forse “ringalluzzito” per la buona notizia ricevuta in mattinata – i giudici del tribunale di Milano hanno deciso di sospendere il processo Unipol e di rinviarlo al 7 marzo, dopo le elezioni, accogliendo così la richiesta dei suoi avvocati difensori –, Silvio Berlusconi al pomeriggio prova a passare al contrattacco: «Io sono stato mandato a casa nel ’94 con con un avviso di garanzia della procura di Milano. Adesso tentano la stessa cosa».E attacca ancora, parlando di tutto e di più in un’intervista ad Euronews, mentre (seconda buona notizia per lui) la “grana interna” delle liste del Pdl sembra essere arrivata al capolinea. Ormai le segreterie regionali sono alle battute finali e stanno chiudendo gli elenchi elettorali, come è avvenuto ieri, per esempio, in Basilicata e in Veneto. Berlusconi sta valutando le deroghe per chi è parlamentare uscente.Nel Nord-Est a guidare la truppa azzurra il duo Renato Brunetta e Giancarlo Galan. Nella circoscrizione 1 ci sarà anche Piero Longo, uno degli avvocati del Cavaliere. Al Senato il capolista è Silvio Berlusconi (sarà così per tutte le circoscrizioni) seguito da Niccolò Ghedini, altro avvocato dell’ex capo del governo. Terzo l’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Anche in Lombardia sono a buon punto: ci dovrebbe essere per il Senato, dietro a Berlusconi, Sandro Bondi (numero 2) e Roberto Formigoni (numero 3).Poi in serata, Berlusconi si concede ai microfoni di Euronews e, nella lunga intervista, è di nuovo “show”.Il suo governo, secondo il Cavaliere, sarebbe caduto a causa di una specie di complotto internazionale anche perché, ribadisce, in Europa «i media sono prevalentemente schierati a sinistra e c’è una colleganza con i media italiani». Poi rivendica il buon operato del suo ultimo governo e snocciola un’altra possibile misura economica da assumere in caso di vittoria: «L’economia sommersa si può attaccare soltanto in un modo. Con la riduzione della pressione fiscale». Il media televisivo lo esalta e complice la platea europea parla di politica internazionale e non solo. «I cattolici guardano a Monti? Non è vero. C’è stato un articolo di un giornale cattolico che non rappresenta il mondo cattolico con cui noi abbiamo rapporti. Ci sono apprezzamenti per quello che abbiamo fatto...». A una tv trentina invece dice: «Ci sarà da ridere quando le componenti cattoliche si troveranno a fare i conti con il programma di Pd e Sel: patrimoniale, l’aumento dell’Iva e matrimoni gay».Poi ribadisce il suo apprezzamento (e l’amicizia) per Putin e torna sulla guerra in Libia, conclusa con l’uccisione Gheddafi. La notte dell’attacco «volevo dare le dimissioni per l’ingerenza internazionale. La Francia – conclude Berlusconi – ha fatto qualcosa per i suoi interessi. Quando Sarkozy andò in Libia e vide i cartelloni di me e Gheddafi tornò in Francia e disse ai suoi: l’Italia ci ha preso il petrolio e il gas, dobbiamo fare qualcosa. E fece bombardare una colonna che Gheddafi stava mandando a Bengasi...».
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