mercoledì 8 settembre 2010
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Gli occhi di Silvio Berlusconi sono fermi su un’agenzia di stampa. È ancora un affondo di Umberto Bossi. Ancora un’accelerazione verso il voto. Il premier legge a voce bassa. «... Stare nel pantano non serve a nessuno, più passa il tempo e peggio è». Dice voto in autunno, il senatur. E per qualche secondo il capo del governo resta in silenzio. Poi frena: «Capisco la Lega. Vuole le elezioni e per arrivare a quell’obiettivo magari è pronta a creare una situazione irreversibile. Ma la nostra linea è un’altra. È preparare con attenzione il dibattito parlamentare sui cinque punti e vedere che succede». Chi ascolta il premier riflette su una parola: irreversibile. E qualcuno azzarda un’ipotesi: magari c’è chi nel Carroccio pensa di astenersi sui 5 punti?Berlusconi si prepara a giocare la partita più difficile e ha già in testa le due prossime mosse. La prima: una manifestazione (o sarà solo un comizio) a Milano, il 3 ottobre, in occasione della chiusura della festa del Pdl. Per parlare ai cittadini, per spiegare i cinque punti su cui si misurerà la maggioranza, per raccontare i risultati del governo. Con lo stesso obiettivo il Cavaliere potrebbe decidere di prendere la parola alla Camera già la prossima settimana. «Sarebbe l’occasione per fare chiarezza anche su Fini», avverte il Cavaliere in un vertice del Pdl convocato a Palazzo Grazioli. Ma allora niente vertice sul Colle come annunciato nella notte da Bossi? Niente mozione di sfiducia contro il presidente della Camera? Berlusconi non nasconde un certo fastidio per l’accelerazione di Bossi. E sembra deciso a correggere il tiro: «Andremo al Quirinale per spiegare l’anomalia che si è creata con Fini... Ma niente mozione, semmai un ordine del giorno per sottolineare che per uno che fonda un nuovo partito è complicato essere sopra le parti». All’improvviso il Pdl capisce che l’affondo su Fini è «senza senso». E prova a correggere il tiro. «Credo che rimanere presidente della Camera sia obiettivamente una decisione che la nostra Costituzione riserva solo a lui», ammette il ministro La Russa. E spiega: Berlusconi andrà al Colle «per rappresentare le nostre difficoltà come del resto ha fatto tante volte la sinistra, anche per motivi meno importanti... Per dire che Fini svolge un ruolo fortemente politico, incompatibile con la carica di presidente della Camera».È una guerra di nervi. La Lega preme consapevole che un voto ora premierebbe soprattutto lei. Berlusconi, per lo stesso motivo frena. Ma ammette: «Non basta una maggioranza numerica, serve una maggioranza politica leale che rispetti gli impegni presi con gli elettori». Non si fida il premier. Capisce che Fini vuole continuare a logorarlo. E studia le prossime mosse di una partita sempre più complessa e dall’esito imprevedibile. Già nella riunione di oggi dell’ufficio di presidenza del Pdl potrebbe essere votato un documento che dovrebbe sancire l’incompatibilità degli incarichi dei finiani nel partito e potrebbe essere aperta la discussione anche sulla presenza degli esponenti di Futuro e libertà nel governo.
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