sabato 18 settembre 2010
«Quando sono andato a Bruxelles, i capi di Stato mi hanno guardato con un punto interrogativo chiedendomi se ero ancora il capo del governo o non contavo più niente». Lo ha detto il premier nel corso del suo intervento dalla festa de La Destra di Storace, in corso a Taormina.
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«Quando sono andato a Bruxelles, i capi di Stato mi hanno guardato con un punto interrogativo chiedendomi se ero ancora il capo del governo o non contavo più niente. Questo è il risultato della dissennata operazione di fine luglio». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, nel corso del suo intervento dalla festa de La Destra di Storace, in corso a Taormina.Il presidente del Consiglio ha preso posizione contro quello che nel suo intervento ha definito un «teatrino» di cui assolutamente non c'era bisogno con il Paese alle prese con la crisi economica. E pur evitando i nomi - ma facendo espliciti riferimenti temporali che non lasciano dubbi di interpretazione - ha attaccato l'operazione che ha portato alla nascita di Futuro e Libertà e alla frattura definitiva con Gianfranco Fini. Il capo del governo si è detto fiducioso sull'esistenza di una maggioranza che gli consenta di portare avanti la legislatura e ha tenuto a precisare che «non stiamo facendo operazioni di calciomercato con nessuno» ma che nonostante questo lui confidi nell'ingresso di altri esponenti moderati nell'area favorevole all'esecutivo. I quali si sarebbero fatti avanti spontaneamente per dare manforte al suo governo: «Sono stato cercato, senza fare alcuna pressione da parte mia, da molti parlamentari siciliani che dissentono dalla linea del loro partito che avendo un elettorato moderato e cattolico vuole invece allearsi con la sinistra - ha spiegato Berlusconi -. Sono loro che pensano ad una nuova formazione politica per dare nuovamente una solida maggioranza al governo».  Davanti alla platea di Taormina il premier ha fatto anche una promessa: prima delle elezioni, che si terranno «tra tre anni» ci potrebbero essere «uomini della Destra nel governo». Alle elezioni del 2008 la Destra si era presentata slegata dal Pdl e con un proprio candidato premier, Daniela Santanché, oggi sottosegretario. La promessa del premier è dunque l'ulteriore conferma del rafforzamento del legame con Storace dopo le divisioni del passato. «Contro di voi ci fu un veto doloroso, doloroso anche per me - ha detto il Cavaliere dal palco -. Fu una delle poche battaglie che non riuscii a vincere e il veto non riuscimmo a superarlo». Lo stesso Storace, nel corso della convention, non ha risparmiato critiche e frecciatine a Gianfranco Fini: «Una volta per avere notizia bastava citare Almirante, oggi per avere un fischio basta citare Fini».
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