domenica 27 settembre 2015
Nella cattedrale di Acerra la Giornata per la custodia del Creato con la richiesta di chiedere perdono a Dio «per imprenditori, politici e malavitosi che hanno lucrato sui rifiuti tossici»
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«Riconosciamo che, per avidità di guadagno, politici, imprenditori disonesti, insieme con criminali affiliati alla malavita, hanno prodotto inquinamento con rifiuti tossici, provocando effetti sulla salute e centinaia di morti premature». Si alza drammatica nella cattedrale di Acerra la richiesta di perdono a Dio. È il momento conclusivo della X Giornata per la custodia del Creato promossa dalla Chiesa campana sul tema 'Ricostruire la città'. Momento di preghiera dopo una giornata di dialogo tra cittadini e istituzioni sostenuto proprio dalla Chiesa. Nella cattedrale tutti i vescovi della Campania, decine di sacerdoti e centinaia di fedeli. E in prima fila anche i rappresentanti delle istituzioni che spesso non hanno difeso questa terra. E così la richiesta di perdono è anche per loro. «Riconosciamo che debole è stata la reazione di coloro che sono impegnati nelle istituzioni e alcuni di loro, contagiati dalla corruzione, sono divenuti sempre più distanti dai bisogni delle popolazioni». Ma le responsabilità sono generali. «Riconosciamo che tutti siamo stati indifferenti al bene comune e abbiamo permesso che i padroni del potere e del denaro devastassero le nostre terre e le nostre acque, avvelenassero la nostra aria, uccidessero i nostri figli». Poi in coro la proclamazione degli impegni. «Ci impegniamo a prenderci cura della casa comune, della nostra madre terra. Ad essere sentinelle del creato e ad esercitare forme di vigilanza attiva. A partecipare alla ricostruzione della città, perchè sia davvero 'a misura di bambino'. A educarci a nuovi stili di di vita, improntati alla sobrietà e al consumo responsabile. Chiediamo alle istituzioni di impegnarsi a promuovere la massima trasparenza. A favorire la partecipazione negli abitanti nelle diverse fasi di progettazione, attuazione e controllo di opere riguardanti l’ambiente; ad assumere la salute pubblica, specialmente quella dei bambini, come stella polare dei processi decisionali». È la sintesi delle 'attese' che precedentemente sono state presentate alle autorità. Perché come sottolinea l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, 'la diagnosi ormai l’abbiamo, serve la cura. Ognuno si assuma la sua responsabilità. Dobbiamo passare dai buoni propositi ai fatti concreti e in questo noi Chiesa campana siamo impegnati favorendo un cammino di collaborazione, perchè non possiamo far finta di niente di fronte alle persone, ai figli di Dio che soffrono e sono offesi. Questo è un peccato contro l’uomo e contro Dio'. È quanto afferma anche il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, che in un messaggio sottolinea la «comune responsabilità di custodi della creazione e del disegno di Dio iscritto nella natura, sempre pronti ad ostacolare i segni di distruzione e di morte che accompagnano il cammino dell’umanità». Dal presidente della Campania, Vincenzo De Luca, arrivano precisi impegni. «Entro poche settimane ricostituiremo il registro tumori per dare serenità alle famiglie». Ammette che «sulle bonifiche non è stato fatto niente » mentre i fondi per tutelare i prodotti campani, ben 20 milioni, «sono stati spesi per concerti e addirittura 800mila per un Capodanno in Brasile, una bestialità». Per quanto riguarda il monitoraggio della diossina i dati saranno presentati il 18 all’Expo ma anticipa che «sono soddisfacenti per terra e acqua e un po’ preoccupanti per l’aria». Conferma il «no a nuovi termovalorizzatori e discariche». Per l’impianto di Acerra «porte aperte anche alle associazioni, ma dovete fidarvi delle istituzioni». Infine le ecoballe. «Faremo pulizia cominciando entro l’anno ma servono 500 milioni. Ho detto a Renzi che deve cacciare i soldi perchè ne perde l’immagine del Paese». Fatti concreti. «Abbiamo ascoltato motivi di speranza – commenta il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna – a partire dalla Chiesa tutta unita, non più solo una élite. La custodia del Creato dipende da me, da te, da tutti noi». Così, come scriveva don Tonino Bello, «il deserto finalmente ridiventerà giardino».
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