lunedì 13 dicembre 2021
In Lombardia 40mila adesioni in due giorni, nel Lazio 19mila in sole due ore. Si parte giovedì. Locatelli (Cts): «I piccoli vanno protetti». La variabile “vacanze”: gennaio sarà il mese decisivo
La vaccinazione di un ragazzino nell'hub di Rieti

La vaccinazione di un ragazzino nell'hub di Rieti - Ansa

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Quasi 100mila prenotazioni in due giorni (e domenica, ad aprire alla possibilità, erano state appena tre regioni). Quarantamila nella sola Lombardia (che saranno pure il 6% dei circa 600mila bambini tra i 5 e gli 11 anni in regione, ma che rappresentano senza dubbio anche un buon risultato). E poi oltre 15mila in Piemonte e Toscana, 19mila in un due ore appena, ieri, nel Lazio, quasi 8mila in Emilia Romagna. Il conto alla rovescia è cominciato: le vaccinazioni pediatriche partiranno ufficialmente questo giovedì in tutta Italia e la macchina della nuova campagna scalda i motori.

Inutile, per adesso, misurarne i risultati: negli uffici del commissario Figliuolo, e non solo, sanno benissimo che servirà tempo. E per una volta questo tempo c’è: tra una settimana le scuole chiuderanno i battenti per la pausa natalizia, dando a tutti modo di “respirare” fino al 6 gennaio. Al governo innanzitutto, sul fronte dei contagi, per provare a raffreddare la curva (visto che il 30% dei casi circa, secondo i dati dell’Iss, è fra gli studenti); allo stesso Figliuolo, per far partire il famoso “piano anti-Dad” annunciato e mai davvero messo in pratica, coi tamponi dei ragazzi in carico ai laboratori della Difesa e le unità mobili in soccorso delle Asl più in difficoltà; e infine alle famiglie, per organizzarsi. Già, perché al di là della certezza sul se procedere o no, la sensazione è che la maggior parte dei genitori aspetterà che siano passate le feste (coi viaggi, gli spostamenti fuori città e le vacanze già prenotate) per correre a vaccinare i più piccoli, così da non ritrovarsi col problema dei rientri anticipati. Un po’ quello che era accaduto la scorsa estate con gli over 30 e 40, insomma, quando l’effetto vacanze aveva determinato un calo di adesioni alla campagna e si era corsi ai ripari dando la possibilità di cambiare la data dell’appuntamento o di vaccinarsi fuori Regione. La svolta, però, potrebbe arrivare già nella prima settimana di gennaio: con le stesse famiglie determinate a proteggere i bambini prima della ripresa delle lezioni (ed evitando di fargliele saltare per recarsi all’hub).

C’è tempo, dunque, e il tempo è denaro – in senso figurato naturalmente – per le autorità sanitarie, che hanno l’occasione di informare in modo capillare e approfondito chi ancora avesse dei dubbi: in queste ore, non a caso, i centralini e gli studi dei pediatri sono presi d’assalto, mentre le Regioni stanno organizzando incontri sui social con gli esperti e dibattiti a cui i cittadini sono invitati a partecipare ponendo domande in diretta. Il tentativo è quello di arginare le fake news, in questo caso alimentate anche dai pareri piuttosto discordi espressi da virologi di fama in tv e sui giornali (chi è d’accordo, chi vorrebbe si vaccinassero solo i più fragili tra i bimbi, chi li considera “vittime” immolate sull’altare dell’immunità di popolazione non raggiunta a causa dei no-vax).

«In questo momento la diffusione di Sars-CoV-2 nella fascia di età pediatrica è rilevante. La fascia 5-11 anni è quella che mostra l’incremento maggiore, l’incidenza cumulativa stimata è di 200 casi ogni 100mila bambini sui 7 giorni» è tornato a insistere il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, ricordando che i vaccini sono efficaci e sicuri. «Le autorità scientifiche internazionali sono favorevoli alla vaccinazione nella fascia di età 5-11 anni – gli ha fatto eco un insolitamente duro ministro della Salute, Roberto Speranza –. Questa non è una materia da bar, da talk show o da social network». Una volta immunizzati, tra l’altro, anche i più piccoli riceveranno il loro Green pass. Il ministero della Salute lo ha spiegato nel dettaglio in queste ore: «La certificazione verde Covid-19 è rilasciata a prescindere dall’età sebbene fino al compimento del dodicesimo anno i bambini siano esentati da qualsiasi utilizzo per accedere alle attività e servizi per i quali nel nostro Paese è obbligatoria». Dunque tutti i più piccoli vaccinati contro Covid-19 avranno il pass sanitario, ma dai 5 agli 11 anni non gli verrà chiesto per entrare in nessuno luogo pubblico.

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