lunedì 17 febbraio 2014
​​Azzardo come «fenomeno dilagante», con «conseguenze devastanti», «spire illusorie e mortali». A fronte una «diffusa pubblica indifferenza».  i politici affrontino il problema «non al ribasso».Così il cardinale Angelo Bagnasco nel  messaggio al convegno della Fondazione antiusura San Nicola e Santi Medici.​
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Azzardo come «fenomeno dilagante», con «conseguenze devastanti», «spire illusorie e mortali». A fronte una «diffusa pubblica indifferenza». Mentre «è necessario reagire!». In primo luogo con una corretta informazione e poi affinché i politici affrontino il problema «non al ribasso».
 
Usa parole molto chiare il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza episcopale italiana, nel suo messaggio al convegno organizzato dalla Fondazione antiusura San Nicola e Santi Medici. Perché, scrive l’arcivescovo di Genova, quello dell’azzardo è «un problema che, toccando la società, tocca tutti almeno indirettamente. Infatti – prosegue il cardinale –, gli impressionanti introiti che, oltre ad arricchire alcuni, vanno a confluire nel denaro pubblico, si trasformano ben presto in un onere pesantissimo per curare dipendenze nuove. Queste risapute e inevitabili conseguenze – è il successivo e forte appello – non possono essere sottovalutate da nessuno, tanto meno dai responsabili della cosa pubblica».
 
Il presidente della Cei passa ad elencare le gravissime conseguenze, a partire dal «vulnus collettivo che si crea quando le deformazioni diventano costume. Se si è presi dal “demone dell’azzardo” – spiega ancora – è la visione antropologica e sociale che viene deformata ed è la concezione della vita che si trasforma: si entra in un vortice spirituale e morale che si autoalimenta, determina comportamenti e stili di vita rovinosi». Vittime sono «la persona, la famiglia, l’equilibrio sociale». In particolare, sottolinea Bagnasco, «le giovani generazioni sono inevitabilmente contagiate da una mentalità dove la vita,a lungo andare, viene percepita come scommessa e fortuna, per cui sembra che convenga azzardare sfidando rischi e conseguenze».
 
Ecco perché, è il forte invito del cardinale, «è necessario reagire!». Due le strade. «La prima forma è di tenere monitorato il fenomeno e metterlo in ogni modo sotto i riflettori dell’opinione pubblica». Perché «scuotere le coscienze informandole sulla realtà è il primo passo per formarle nella verità». Ma poi c’è anche «l’altra forma», sicuramente non meno importante, «di non stancarsi di richiamare i responsabili della politica affinché il problema sia affrontato non al ribasso, ma con decisioni tempestive ed efficaci».
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