sabato 9 novembre 2013
​«I gestori paghino il 30% della penale, non il 20%». I concessionari chiedevano un’ulteriore riduzione rispetto alle somme comminate in seguito alle irregolarità commesse dal 2004 al 2007 nella gestione delle slot. All’inizio la multa era di 2,5 miliardi​.​
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Semaforo rosso della Corte dei Conti al­le concessionarie delle slot che chiede­vano di pagare il 20% delle penali com­minate in seguito a gravi irregolarità com­meswse (con il concorso dello Stato) dal set­tembre 2004 al gennaio 2007 nella gestione delle slot. In sostanza, rispetto alla quota di 2 miliardi e mezzo di euro da pagare all’era­rio – stabilita dai giudici contabili nel feb­braio 2012 e già fortemente ribassata rispet­to ai 98,5 miliardi quantificati dalla Guardia di finanza –, i concessionari avrebbero do­vuto sborsare poco più di 618 milioni, per ef­fetto dell’emendamento del Governo inseri­to nel decreto Imu, in fase di conversione.
Ma la terza sezione d’Appello della Corte dei Conti, confermando ieri «integralmente il provvedimento emesso in precedenza», e ri­badendo la formulazione originaria dello stesso decreto Imu, ha imposto il pagamen­to del 30% delle penali, il 10% in più, quin­di, di quanto richiesto dagli industriali del gioco d’azzardo. La sanatoria-scappatoia offerta su un piatto d’argento dall’Esecutivo, lo scorso agosto, prevedeva un pagamento «non inferiore al 25% del danno quantificato in primo grado», così suddiviso: Bplus 211,2 milioni, Cirsa Ita­lia 30 milioni, Sisal Slot 61,2 milioni, Gtech (Lottomatica) 25 milioni, Gmatica 37,5 mi­lioni, Codere 28,7 milioni, HBG 50 milioni, Gamenet 58,7 milioni, Cogetech 63,7 milio­ni e Snai 52,5 milioni.
Sei di queste dieci con­cessionarie degli apparecchi da intratteni­mento – Gtech, Sisal, Snai, Cogetech, Game­net e Cirsa – hanno chiesto di beneficiare del condono e hanno già versato il 20% della quo­ta (così come richiesto nel precedente pro­nunciamento dei giudici, quindi quasi il to­tale della somma) in un conto del ministero dell’Economia e delle finanze. Adesso quel­la somma andrà integrata fino ad arrivare al­la quota complessiva di circa 350 milioni di euro (cioè il 30% della quota iniziale).
Ecco la nuova ripartizione dei pagamenti de­stinati all’erario, alla quale andrà aggiunta la percentuale di interessi legali maturati dal- la sentenza di primo grado (circa 12-14 mi­lioni): Cogetech 76 milioni, Sisal 73, Game­net 70, Snai 63, Cirsa 36 e Gtech 30. I con­cessionari dovranno versare le integrazioni entro il 15 novembre e dimostrarne l’avve­nuto pagamento entro il 29 novembre, in at­tesa della Camera di consiglio definitiva del­la Corte già fissata al 4 aprile 2014. Le moti­vazioni dei giudici contabili saranno rese no­te entro martedì.
E mentre, come rileva Agipronews, stante «l’ulteriore sforzo economico, non sosteni­bile da tutti», alcuni operatori «potrebbero decidere di 'passare la mano', riducendo ul­teriormente le somme che il Governo aveva messo a bilancio per la copertura dell’abro­gazione dell’Imu», la società Gtech (control­lata Lottomatica Videolot Rete) fa sapere che «chiuderà il contenzioso con la Corte dei Con­ti integrando altri 10 milioni ai 20 già versati sul conto del ministero», e cioè esattamente il 30% rispetto ai 100 milioni stabiliti nella sentenza di primo grado del 2012. Se, co­munque, tutta l’industria dei giochi dovesse far fronte agli obblighi imposti dalla Corte dei Conti, si otterrebbe – spiega Agipronews che rilancia una dichiarazione del vicepresiden­te contabile Marco Smiroldo – «l’incasso più alto mai affettuato nella storia del tribunale contabile».
Le altre quattro concessionarie delle slot­machines che non hanno aderito alla 'sa­natoria' (Bplus, Gmatica, Codere e HBG), sono impegnate in un altro procedimento giudiziario dinanzi alla terza sezione d’Ap­pello della Corte dei Conti che definirà l’en­tità del dovuto.
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