giovedì 22 luglio 2010
Ancora in crescita il numero delle separazioni e dei divorzi: in un anno (nel 2008 sul 2007) sono aumentati rispettivamente del 3,4% e del 7,3%. Entrambi i fenomeni - rileva l'Istat - sono «in continua crescita: dal 1995 si verificavano 158 separazioni e 80 divorzi ogni mille matrimoni, nel 2008 si arriva a 286 separazioni e 179 divorzi».
COMMENTA E CONDIVIDI
Ancora in crescita le separazioni e i divorzi in Italia, fenomeno che, dal 1995, non conosce, purtroppo, flessione. Di contro, calano nuovamente i matrimoni. È il quadro, preoccupante, tracciato ieri dall’Istat che ha presentato i dati su separazioni e divorzi pronunciati da tribunali italiani nel 2008. Complessivamente, le separazioni sono state 84.165 e i divorzi 54.351, con un incremento rispettivamente del 3,4 e del 7,3% rispetto all’anno precedente. I matrimoni, invece, sono stati 246.613 rispetto ai 250.360 del 2007 e ai 290.009 del 1995. Se quindici anni fa si verificavano 158 separazioni e 80 divorzi ogni mille matrimoni, nel 2008 si è arrivati a 286 separazioni e 179 divorzi. Rispetto al 1995, inoltre, le separazioni hanno subito un incremento del 61% mentre i divorzi sono più che raddoppiati (+101%).Al momento dell’iscrizione a ruolo del procedimento di separazione, la durata media del matrimonio è di 15 anni, mentre sale a 18 per i divorzi. L’età media dei coniugi che arrivano alla separazione è di circa 45 anni per i mariti e 41 per le mogli. Tuttavia, i ricercatori dell’Istat, pongono l’accento sul fatto che, soprattutto negli ultimi anni, si stia assistendo alla fine di unioni anche abbastanza lunghe. «Le separazioni oltre i dieci anni di matrimonio – fanno notare – sono più che raddoppiate dal 1995 ad oggi, quelle oltre i 25 anni sono quasi triplicate». Queste ultime, infatti, sono passate dalle 5.912 del 1995 alle 14.092 del 2008.«Circa un quarto delle separazioni – rilevano all’Istat – proviene da matrimoni di durata pari o inferiore ai sei anni e oltre un divorzio su cinque ha riguardato unioni celebrate da meno di dieci anni».Nella grande maggioranza dei casi (il 70% delle separazioni e il 62,4% dei divorzi), la divisione ha riguardato coppie con figli. Nel 2008, i figli coinvolti nella crisi coniugale dei propri genitori sono stati 102.165 nelle separazioni e 53.008 nei divorzi. Inoltre, più della metà (il 52,3%) delle separazioni e oltre un terzo (il 37,4%) dei divorzi provengono da matrimoni con almeno un figlio minore di 18 anni. Il numero di figli minori che sono stati affidati nel 2008 è stato pari a 65.727 nelle separazioni e a 26.592 nei divorzi.«Analizzando la struttura per età dei figli affidati nelle separazioni – aggiungono dall’Istat – si nota come il 56,2% di questi ha meno di 11 anni. In caso di divorzio i figli sono generalmente più grandi: la quota di quelli al di sotto degli 11 anni scende al 35,4% del totale».Fino al 2005, l’affidamento esclusivo dei figli alla madre è stata la tipologia largamente prevalente. Quell’anno, nell’80,7% delle separazioni e nell’82,7% dei divorzi, i figli minori sono stati affidati alla madre. A partire dal 2006, in concomitanza con l’introduzione della legge 54, la quota di affidamenti concessi alla madre si è fortemente ridotta a vantaggio della nuova tipologia di affido condiviso. Il sorpasso vero e proprio è avvenuto nel 2007 (72,1% di separazioni con figli in affido condiviso contro il 25,6% di quelle con figli affidati esclusivamente alla madre) per poi consolidarsi ulteriormente nel 2008 (78,8% di separazioni con figli in affido condiviso contro il 19,1% di quelle con figli affidati esclusivamente alla madre).
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: