venerdì 29 ottobre 2021
Nel Mantovano e in provincia di Padova si replica il caso di Villa del Conte per affrontare la sfida all’isolamento delle persone, aggravatosi durante la pandemia del Covid
Il Covid ha accentuato il disagio legato alla solitudine

Il Covid ha accentuato il disagio legato alla solitudine - Ansa

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Un assessorato tutto nuovo per un’amministrazione comunale tutta nuova. Siamo a Povegliano Veronese, sulla strada per Mantova, 7mila anime, tra il capoluogo e le sei frazioni. «Si tratta di un Comune piccolo, ma che si estende su un territorio relativamente vasto, perciò abbiamo delle frazioni storicamente un po’ scollegate, come Madonna dell’Uva Secca o Casoppi. Nasce da qui l’idea di un assessorato alla solitudine» spiega l’assessore incaricato, Nicolò Vaiente, 35 anni, professione sommelier e, nel cassetto, una laurea in Musica.

«Ho girato tre continenti per i concerti – racconta –. Poi ho sentito, non solo il bisogno di ritornare a casa e di mettere radici, ma anche di impegnarmi per il bene della mia casa. Da qui l’adesione al progetto politico della sindaca Roberta Tedeschi. Il 18 ottobre scorso abbiamo avuto il primo Consiglio comunale, molto partecipato dai cittadini. Fin dalla campagna elettorale, ci siamo posti l’obiettivo di combattere le solitudini. Il Covid ci ha dimostrato come questo sia un problema che non riguarda solo gli anziani o i disabili. Sappiamo di quanta solitudine c’è, per esempio, tra i banchi di scuola. Pensiamo ad una famiglia che si trasferisce in una nuova comunità, con tutto lo smarrimento iniziale. Noi vogliamo andare a cercare tutte queste situazioni, partendo dalle periferie, fare una ricognizione dei casi, coinvolgendo le persone più emarginate in attività, puntando alla loro integrazione e, allo stesso tempo, anche realizzare servizi nelle frazioni più isolate, nuove lottizzazioni che attirino coppie giovani e piste ciclabili per agevolare la mobilità degli abitanti. La persona deve tornare al centro. È un tema complesso, eccitante, che vogliamo affrontare con pazienza, ma anche con coraggio».

Vaiente racconta di essersi ispirato a Graziella Vigri, primo assessore alla Solitudine del Veneto, per il Comune di Villa del Conte (Padova), 5.700 abitanti. «Ieri sera mio marito mi ha chiamato, ha detto che non ci sono mai e si sente solo». Scherza la Vigri sul fatto che il suo telefono per chi cerca supporto è sempre acceso, anche per suo marito quando non riesce a trovarla in altro modo.

L’amministrazione di Villa del Conte è in carica dal 2019, due anni di lavoro sulle solitudini. «Ci siamo ritrovati a gestire il momento più critico – dice –. In tempo di pandemia ci siamo accorti dei tanti bisogni, ma anche che, soprattutto le persone di una certa età, erano in difficoltà con mail e moduli via web. Così io e la sindaca Antonella Argenti ci siamo dotate di un telefonino, e l’abbiamo messo a disposizione. Chi chiama, chiede medicine o spesa a domicilio, libri da leggere, oppure di prenotare visite mediche, ma soprattutto c’è bisogno di vicinanza, di compagnia. Così adesso sono io a telefonare alla mia lista di nuovi amici per una parola, o un saluto. E le persone me ne sono riconoscenti».

Intanto, il gruppo degli assessori alla solitudine cresce: una delega alla solitudine è stata assegnata infatti anche nel Comune di Montegalda, sempre in provincia di Padova.

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