sabato 16 febbraio 2013
​Dal presidente Usa grandi elogi a Capo dello Stato: «Leader straordinario». Il Colle: deploro chi sostenne Monti e ora l'attacca. Il Pdl protesta: deplorevole intervento politico a fine campagna
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«Che si debba andare avanti e non indietro lo spera Obama e lo spero anch’io». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano risponde a chi gli domanda se il presidente americano nutra preoccupazioni per le elezioni in Italia e se tema che il nostro paese torni indietro. Nell’ultima visita negli Stati Uniti da Capo dello Stato Napolitano ribadisce l’asse con Barack Obama anche in chiave europea. E riceve gli elogi del padrone di casa. Il capo dello Stato italiano, ha detto il presidente Usa, «è stato un leader straordinario, non solo per l’Italia ma anche per l’Europa». L’incontro - ha detto Obama prima del colloquio alla Casa Bianca - è stato l’occasione per avere «informazioni sulle elezioni e la formazione del governo in Italia». Anche se, precisa poi il presidente italiano, «è stato assolutamente impeccabile» sulla nostra scadenza elettorale: «Non ha detto nulla sulla possibile soluzione per la formazione del governo».Ma sono le dichiarazioni sul governo Monti del numero uno del Quirinale ad accendere gli animi in patria. «Ho un po’ deplorato che, dopo tredici mesi di sostegno, qualche partito dia ora giudizi liquidatori sulle sue scelte», ha detto incontrando la stampa dopo l’incontro. Napolitano ha parlato anche della scelta di Monti di "salire" in politica come una delle «novità» di questa campagna elettorale. Una decisione «che ho rispettato, come una scelta libera e personale che a lui spettava assumere». Poi ha aggiunto di aver «messo in luce come noi abbiamo dato priorità al risanamento finanziario essendo arrivati sull’orlo del disastro di un vero e proprio collasso».Parole che provocano l’irritazione del Pdl. Con Fabrizio Cicchitto che ribatte, definendo «deplorevole» l’«intervento politico alla fine della campagna elettorale». Ma il segretario del partito Angelino Alfano getta acqua sul fuoco: «Si è trattato di una visita programmata, crediamo che queste cose alla fine non avranno alcuna influenza perché gli italiani sono un popolo maturo e libero». E anche perché «ci sono stati in passato tentatavi di ingerenza e la nostra è una democrazia sovrana che non accetta ingerenze». Renato Brunetta, invece, ribatte sul rischio collasso del 2011. Non è vero, «come è ormai acquisito dalla migliore letteratura economica e finanziaria internazionale, non obnubilata dalla ideologia e dalla partigianeria masochistica di casa nostra». In difesa del Colle accorrono dal Pd Rosy Bindi e da Fli Benedetto Della Vedova. Per entrambi «ha detto solo la verità». Ma Antonio Di Pietro non si dà per vinto: «Non si era mai visto che un presidente della Repubblica si mettesse a tifare per uno dei candidati».Infine, Napolitano ha insitito sui temi internazionali. Nell’incontro ha sottolineato «l’importanza dei risultati ottenuti nel corso di questi 14 mesi» in Italia, ma anche che «il discorso sullo Stato dell’Unione, in quanto esprimeva la forte combinazione tra obiettivi di riduzione del deficit e di riforma fiscale», rappresenta «una combinazione che deve essere avviata anche in Europa». Dove, però, occorre «più integrazione, soprattutto in campo finanziario ed economico». «E qui – ha aggiunto – ho notato e stimolato un incitamento da parte americana a muoversi in questo senso». Barack Obama dal canto suo «non ha espresso la preoccupazione di un rischio Grecia per il nostro Paese». Infine, sull’ipotesi di una visita in Italia, Napolitano ha risposto con un sorriso: «Ne abbiamo parlato solo in termini di vivo desiderio da parte di Michelle e delle figlie...».
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