mercoledì 18 dicembre 2019
Arrestate 11 persone, tra cui anche manager Caronte, ritenute responsabili di corruzione, turbativa d'asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato e, per una persona
Giovanni Siclari

Giovanni Siclari - Ansa

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Un Comune «piegato» alle volontà dei manager privati. Così la Procura di Reggio Calabria descrive l'amministrazione di Villa San Giovanni, a pochi chilometri dal capoluogo, guidata da Giovanni Siclari, primo cittadino e fratello del senatore di Forza Italia, Marco. Gli appetiti da saziare, in cambio di favori e prebende, erano quelli della Caronte&Tourist, azienda egemone dei trasporti sullo Stretto di Messina e una delle più influenti nel settore del transito marittimo a livello nazionale.

I rapporti tra Antonino Repaci, presidente del CdA della Caronte&Tourist, e Giovanni Siclari, però, sono finiti sotto la lente degli investigatori guidati da Giovanni Bombardieri. In totale sono 11 le persone arrestate, mentre 6 indagati sono stati interdetti dall'esercizio dei pubblici uffici e, nel caso di un consulente esterno, dall'attività professionale per un anno.

Le accuse sono di corruzione, turbativa d'asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato: un vero e proprio tsunami politico-giudiziario scaturito dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Cristiano, appartenente alla 'ndrangheta dei Bertuca. Tra i "favori" del Comune, infatti, risulta l'affidamento del servizio di pulizia della Casa comunale di Villa San Giovanni, nel 2014 e 2016, a una Cooperativa sociale di diretta proprietà della famiglia Bertuca. Non solo le "chiavi" del Comune alla 'ndrina, ma - soprattutto - un giro di cointeressenze con la holding dei trasporti.
La più ingente riguarda lo slot per la bigliettazione costruita da Caronte&Tourist su un'area che, però, non era comunale, bensì di proprietà dell'Anas. Poco importa a due dipendenti del Comune, Morabito e Trunfio, che hanno autorizzato quei lavori in cambio di favori, tra cui l'assunzione di un figlio di Trunfio da parte dei magnate del trasporto marittimo sullo Stretto.
La figura dell'ingegnere Morabito è baricentrica nell'operazione "Cenide" come è stata rinominata dagli inquirenti: prima anch'esso pensa alla famiglia, facendo assumere il figlio tra i professionisti che lavorano alla riqualificazione del lungomare cittadino; ed è sempre lui ad agevolare le pratiche di una notissima sala ricevimenti della zona. Una «gentilezza» ripagata con cene gratuite per tutti.
Insomma, appalti distribuiti e norme bypassate per puro tornaconto personale: il tutto col beneplacito, secondo i magistrati di Reggio Calabria, del sindaco Giovanni Siclari che è stato trasferito agli arresti domiciliari direttamente dalla seduta, di ieri sera, di una Commissione consiliare che stava presiedendo.

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