martedì 24 ottobre 2017
Anna Frank nacque nel 1929 a Francoforte da una famiglia delle borghesia ebraica, fuggita a causa dell'antisemitismo in Olanda. Che però fu invasa dai nazisti. Morì in un campo di concentramento
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Anna Frank nacque nel 1929 a Francoforte da una famiglia delle borghesia ebraica. Suo padre Otto era un imprenditore che, con il sollevarsi dell'antisemitismo in Germania, decise di emigrare in Olanda con la moglie, con Anna e sua sorella maggiore, Margot. Ad Amsterdam Otto Frank avviò una azienda, ma nel maggio 1940 l'Olanda venne occupata dai nazisti e cominciarono anche lì le persecuzioni razziali.

Le libertà degli ebrei erano sempre più limitate. La famiglia tenta allora di emigrare negli Stati Uniti, ma non riuscendovi decide di nascondersi, nel luglio del 1942. L'alloggio segreto è sul retro della azienda, in Prinsengracht 263, e viene condiviso con altri quattro fuggiaschi. La vita è disagevole e costretta nel poco spazio, ma Anna, che ha 13 anni e un carattere vivace e fantasioso, comincia a scrivere in quelle stanze un diario.

Vi racconterà la sua interiorità di adolescente, gli screzi con i compagni di prigionia, i suoi sogni e le sue speranze di diventare una scrittrice. La maturazione della ragazzina, nel tragico frangente della prigionia, è rapidissima: Anna esprime anche uno sguardo sulla guerra, sul destino del popolo ebraico, sul ruolo della donna nella società.

Il 4 agosto 1944 le SS fanno irruzione nell'alloggio segreto e ne deportano gli abitanti. Anna e la sorella Margot vengono deportate a Auschwitz e poi nel campo di Bergen-Belsen, dove entrambe moriranno di tifo esantematico nel febbraio 1945. L'unico sopravvissuto è il padre Otto, che farà ritorno a Amsterdam al termine della guerra e verrà in possesso del diario di Anna, trovato nel rifugio segreto e consegnatogli da degli amici.

Otto Frank vi apporta alcune modifiche, soprattutto per rispetto degli altri compagni di prigionia e sui temi più intimi trattati dalla figlia, e lo pubblica per la prima volta in 3.000 copie nel 1947.

Per la sua straordinaria forza e per il suo impatto umano e spirituale il Diario ha conosciuto una immensa diffusione. Tradotto e ristampato in centinaia di migliaia di copie, è forse il più famoso dei testi che raccontano la tragedia degli ebrei. Ne sono stati tratti anche numerose traduzioni cinematografiche. La casa - rifugio di Anna in Prinsengracht 263 è oggi un museo, visitato ogni anno da migliaia di persone. La vicenda della adolescente prigioniera china sulle pagine del suo diario rimane come un simbolo indelebile e sconvolgente della Shoah.


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