mercoledì 18 settembre 2013
Commemorazione ufficiale per il senatore a vita scomparso il 6 maggio a 94 anni.
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C'era un  mazzo di rose rosse sul banco in prima fila dell’Aula di Palazzo Madama che per ventuno anni è stato il banco dove sedeva Giulio Andreotti. Nella seduta pomeridiana di ieri, infatti, è stato commemorato lo statista democristiano scomparso lo scorso 6 maggio, all’età di 94 anni. Il vice presidente del Senato Valeria Fedeli, Pd, che presiedeva ieri sera un’aula con pochi posti vuoti e particolarmente attenta, ha ricordato come la figura di Andreotti si è identificata a tal punto con la storia della nostra Repubblica «da divenire, nella percezione diffusa, alimentata dalla cultura popolare, dalla letteratura e dalla cinematografia, quasi un’icona dell’esercizio del potere politico e delle più alte funzioni pubbliche». Fedeli ha ripercorso la lunga storia politica di Andreotti, insistendo sulla sua «ineguagliata fiducia nel dialogo e nella mediazione, sia sul piano della politica interna, che su quello delle relazioni internazionali». Dopo il minuto di silenzio sono iniziati gli interventi. Il primo è stato di Luigi Compagna del Gruppo Autonomie e Libertà, l’ultimo di Paolo Corsini del Partito Democratico. Per Compagna Andreotti fu in Senato un nitido buon esempio di come si possa continuare a voler bene al Parlamento, ad utilizzarne gli strumenti e le risorse per continuare a servire quella certa idea d’Italia e d’Europa. Il senatore Karl Zeller, Presidente del Gruppo per le autonomie, ha sottolineato che fin dagli inizi della Repubblica Andreotti è stato un punto di riferimento importante per l’autonomia speciale del Trentino Alto Adige. La senatrice di Sel Loredana De Petris, pur non dimenticando la rivalità politica, gli scontri e i dubbi sul suo operato, ha detto che «non permetteremo a quei dubbi e a quelle critiche di offuscarci al punto di negare i riconoscimenti e il rispetto che gli spettano di diritto». Raffaele Volpi della Lega Nord ha invece sottolineato l’originale visione del ruolo dell’Italia nel Mediterraneo posta da Andreotti e Pier Ferdinando Casini, Scelta Civica, lo ha ricordato anche sotto il profilo cristiano e dei rapporti con il Vaticano. Carlo Giovanardi del Pdl, ha fatto un ricordo anche privato di Andreotti e della sua «visione cattolica della politica, contraria al perfettismo, ma ben radicata nella convinzione che le debolezze umane ed il peccato originale non consentiranno mai di costruire il Paradiso su questa terra».
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