venerdì 23 agosto 2013
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​​"Come già più volte dichiarato nelle scorse settimane, siamo nettamente contrari a un provvedimento di amnistia", ribadiscono Danilo Leva, responsabile Giustizia e Sandro Favi, responsabile Carceri del Partito Democratico, che notano: "La tempistica del provvedimento fa tra l'altro sorgere il dubbio che l'emergenza che il Pdl vuole affrontare non riguarda tanto le sorti della popolazione carceraria italiana quanto quelle di una sola persona, Silvio Berlusconi. E l'unica cosa che interessa al Pdl. Ma non è nell'interesse dell'Italia". Rincara la dose Davide Zoggia, responsabile Organizzazione della segreteria nazionale PD: "Il Pdl insiste nel cercare dal Pd ciò che non può ottenere, perchè è contro la legge. E ora di dire basta. E di finirla anche con i continui ripescaggi dell'idea di amnistia per salvare Berlusconi". È avverte che "sta diventando una storia indecente, oltre che imbarazzante per coloro che avanzano queste proposte". "Amnistia come atto politico presuppone guerra civile, prepara uscita di scena degli sconfitti.Non confondiamo gli italiani", scrive su Twitter Andrea Romano, deputato di Scelta civica ed esponente della fondazione Italia Fura di Luca Cordero di Montezemolo, in compagnia di Gianluca Susta, presidente dei senatori di Scelta Civica, che esclude si possa trovare un modo per evitare la decadenza di Silvio Berlusconi o che si possa arrivare a un'amnistia: "Mi pare che da parte del Pdl ci sia quasi la richiesta di un Berlusconi sciolto dalle leggi. Io credo che bisognerebbe fare un salto di qualità verso la normalità che c'è in tutto il mondo quando viene coinvolto un leader politico in un fatto che prefigura anche una fattispecie penale. Non vedo strade per 'salvarè Berlusconi", ha chiarito.Sull'amnistia come via di uscita per evitare una crisi di governo e per trovare una soluzione al "caso Berlusconi", caldeggiata dal Pdl, arriva l'alt del Pd, la bocciatura di Sel e il no di Scelta Civica e dei montiani. Anche se, l'idea trova porte aperte dai ministri della Difesa, Mario Mauro, e, soprattutto, del Guardasilli, Annamaria Cancellieri. In attesa che la Giunta per le immunità del Senato torni a riunirsi il 9 settembre per decidere della decadenza del senatore Berlusconi a causa della legge, approvata nel 2012, che vieta lo scranno in Parlamento ai condannati, il dibattito politico si sposta dalla ventilata ipotesi di grazia da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che peraltro nessuno ha chiesto, al provvedimento di clemenza che le Camere dovrebbero votare con la maggioranza dei due terzi, a tredici anni di distanza dall'ultimo precedente, che risale al 1990.Non è meno netta la posizione di Sel: "Se si parla di amnistia si fanno delle selezioni dei reati - osserva il capogruppo alla Camera, Gennaro Migliore - Certamente i reati più odiosi, quelli dei colletti bianchi, quelli che hanno prodotto come nel caso di Berlusconi l'accumulazione di ingentissimi fondi (si parla di duecentosettanta milioni di euro di fondi neri per agire al di fuori di ogni norma). Noi ovviamente non solo saremmo contrari ma non saremmo disponibili nemmeno ad aprire la discussione". Non così nel Pdl con Sandro Bondi, Frabrizio Cicchitto e Franco Frattini che, al Meeting di Rimini osserva: "non è - spiega - un provvedimento ad personam, bensì tocca una questione generale". "La proposta della Cancellieri è condivisibile. Il blocco dell'amnistia sta producendo conseguenze inaccettabili", dichiara invece dal Pdl Fabrizio Cicchitto mentre Sandro Bondi annota che "se due membri autorevoli del governo, come Mario Mauro e Anna Maria Cancellieri, affrontano con serietà e lungimiranza il problema dell amnistia, ciò ha un valore che non può essere eluso, sottovalutato o accantonato da chi ha a cuore le sorti dell'Italia".Ma, nel merito, che cosa è l'amnistia? È un provvedimento di clemenza che estingue il reato. È prevista dall'articolo 79 della Costituzione e dall'articolo 151 del codice penale: l'amnistia e l'indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale, recita la nostra Carta costituzionale. La legge che concede l'amnistia o l'indulto stabilisce il termine per la loro applicazione. In ogni caso l'amnistia e l'indulto non possono applicarsi ai reati commessi successivamente alla presentazione del disegno di legge. "L'amnistia estingue il reato e, se vi è stata condanna fa cessare l'esecuzione della condanna e le pene accessorie", recita il codice. Nel concorso di più reati, l'amnistia si applica ai singoli reati per i quali è concessa. L'estinzione del reato per effetto dell'amnistia è limitata ai reati commessi a tutto il giorno precedente la data del decreto, salvo che questo stabilisca la data diversa L'amnistia può essere sottoposta a condizioni o ad obblighi. L'amnistia non si applica ai recidivi, nei casi previsti dai capoversi dell'articolo 99 Codice Penale, nè ai delinquenti abituali, o professionali o per tendenza, salvo che il decreto disponga diversamente. L'amnistia, a partire dal 1992, viene disposta con una legge dello Stato, che deve essere votata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Precedentemente era prerogativa del Presidente della Repubblica.
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