sabato 2 aprile 2016
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Agrigento. Lo si vede passeggiare tranquillamente per le vie del paese, Sambuca di Sicilia, piccolo centro in provincia di Agrigento che, da poco, si è aggiudicato il titolo di borgo più bello d’Italia. Leo Sutera, 66 anni, un passato da insegnante di educazione fisica che gli è valso il soprannome di «professore », boss di rango con contatti con capi di Cosa nostra come Bernardo Provenzano e, sospettano gli inquirenti, Matteo Messina Denaro, è libero. Arrestato nel 2012 ha scontato la sua pena. Le porte del carcere, invece, si sono aperte ieri per sette dei «suoi»: agricoltori, pastori, bassa manovalanza mafiosa che organizzava gli incontri del «padrino» con capi e gregari di altri clan. Come il capo della cosca di Burgio, Giuseppe Genova, finito in cella ieri. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros, un’operazione che continua il lavoro cominciato anni fa dai militari del Raggruppamento operativo speciale che, attraverso Sutera, speravano di arrivare al superlatitante trapanese Messina Denaro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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