lunedì 1 marzo 2021
La Giustizia egiziana ha prolungato di altri 45 giorni l'incubo in cui Patrick Zaki, ricercatore a Bologna, vive da oltre un anno
Il ricercatore egiziano Patrick Zaki in una foto diffusa dall'ong Eipr con il quale il giovane collabora

Il ricercatore egiziano Patrick Zaki in una foto diffusa dall'ong Eipr con il quale il giovane collabora - Ansa

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La Giustizia egiziana ha prolungato di altri 45 giorni l'incubo in cui Patrick Zaki vive da oltre un anno: è andato infatti a vuoto anche un tentativo dei suoi legali di farlo scarcerare facendo leva sul ricovero del padre e sulla necessità che il figlio potesse andare a trovarlo in ospedale.

L'annuncio sull'esito dell'udienza di domenica era attesa solo per martedì, ma l'ong egiziana 'Eipr', per la quale Patrick era ricercatore, ha spento le speranze comunicando su Facebook di aver appreso dai propri legali del prolungamento della custodia in carcere.

La Giustizia egiziana tiene il 29enne nella prigione cairota di Tora con l'accusa di propaganda sovversiva, sulla base solo di dieci post Facebook peraltro pure di controversa paternità. In questo quadro, le speranze che i giudici fossero mossi a pietà dalle condizioni di salute del padre, che soffre di ipertensione e diabete, e dal suo desiderio di vedere il figlio, erano peraltro scarse.

L'umanità al Cairo è condizionata dal clima di sospetto. Con l'amministrazione del presidente Abdel Fattah al Sisi che vede in ogni opposizione, anche quella di uno studente che scrive su Facebook, un tentativo di spallata da parte della Fratellanza musulmana, messa al bando come terrorista ma istigata da potenze straniere.

Nessuno sa bene quello che Patrick abbia scritto, ma in Egitto i suoi post sono stati letti come un'istigazione al terrorismo che gli fa rischiare 25 anni di carcere.

"Nessun barlume di umanità dall'Egitto", ha commentato Erasmo Palazzotto, deputato di Leu e presidente della commissione
parlamentare d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. "Il regime egiziano continua senza vergogna il suo accanimento crudele e ingiustificato", ha sostenuto il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

Nel parlare di accanimento giudiziario ed evocando una possibilità prevista della normativa egiziana, Riccardo Noury - portavoce di Amnesty International Italia - ha definito "evidente che i giudici vogliono far passare a Patrick un altro anno di carcere": "Dobbiamo fare quanto è possibile per evitare che questo scenario", ha esortato.

Il presidente nazionale delle Autonomie Locali Italiane (Ali) e fra l'altro sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, ha ricordato che la sua organizzazione sta promuovendo una campagna affinché ogni Consiglio comunale chieda al Governo italiano di concedere la cittadinanza italiana a Patrick. Una pressione chiesta oggi anche dal coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli.

Attraverso la madre che ha potuto incontrarlo in carcere, il giovane ha voluto far arrivare "la sua più profonda gratitudine a tutti i suoi sostenitori", mostrandosi "particolarmente toccato" dalle decine di lettere che gli hanno scritto dalle scuole italiane. Ieri in aula aveva ringraziato per la presenza un funzionario dell'Ambasciata d'Italia al Cairo che, assieme a diplomatici di altri Paesi, segue costantemente le udienze.

Nel colloquio con la madre, Patrick ha potuto mitigare l'ansia che lo aveva colto ieri nell'apprendere solo dalla formale perorazione dei suoi avvocati che il padre è ricoverato da una settimana. E ha potuto far filtrare un piccolo esempio del suo incubo carcerario: nessuno lo informa dell'esito delle udienze e capisce che la sua detenzione è stata rinnovata solo quando i secondini vengono a prendere quelli che sono stati rilasciati senza però bussare alla sua cella. Alla fine della visita, il giovane comunque si è sforzato di sorridere e ha esortato a non perdere la speranza in una sua liberazione.

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