venerdì 9 giugno 2023
Conselice rialza la testa e chiude i centri di accoglienza. Dal 16 maggio quasi mille frane. Continua la partita politica sul commissario. Maturità solo orale per gli studenti
Le acque scure delle alluvioni nell'Adriatico

Le acque scure delle alluvioni nell'Adriatico - ANSA

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Acque nere e maleodoranti stanno trasportando decine di pesci morti nel mar Adriatico, macchiandolo fino al largo. È questo il triste spettacolo offerto in questi giorni dal fiume Reno, in particolare nella zona di Casal Borsetti (Ravenna), dove il canal Mandriole sta portando con sé il fango e i detriti di Conselice fino al mare. Quasi a ricordare che non solo i danni del maltempo sono in gran parte ancora da riparare, ma che anche la natura continua a pagare il conto del disastro iniziato ormai 24 giorni fa.
Intanto, non si arresta la macchina della solidarietà. Dalla piccola Dalida, 7 anni, che ha deciso di donare la propria paghetta agli abitanti di Alfonsine, in provincia di Ravenna, ai 40 milioni di euro raccolti dalla campagna fondi della Regione "Un aiuto per l'Emilia-Romagna". Tutti stanno dando una mano. Ma la situazione resta critica.

Conselice riapre, campi secchi a Forlì

Secondo le più recenti stime, nelle zone più colpite i danni alle strade ammontano a 750 milioni di euro, con 28 frazioni ancora isolate, di cui 8 abitate. Complessivamente, si tratta solo di una prima stima: gli esperti parlano di conseguenze economiche su tutta la zona colpita pari almeno a 10 volte tanto. Non meno preoccupanti le frane: se ne contano ben 978. Ancora da calcolare i danni agli immobili, ma case e negozi sono quasi ovunque da ristrutturare.
Un barlume di speranza arriva dal Comune simbolo del disastro in Emilia-Romagna: Conselice. Proprio in queste ore il paese sta ripartendo. A partire da oggi, gli abitanti potranno prenotare il servizio di ritiro rifiuti a domicilio. Alla biblioteca comunale è stato allestito un punto per il ritiro della modulistica per chiede i risarcimenti. Da domani ripariranno gli storici mercati settimanali e, finalmente, sono terminate le ordinanze di evacuazione. Un'ulteriore tappa verso la normalità sarà segnata anche dalla chiusura definitiva del centro di accoglienza temporaneo, prevista per domenica prossima. Alle famiglie in difficoltà saranno i fondi raccolti tramite donazione ad assicurare la consegna di pacchi con viveri e indumenti. Situazioni simili anche a Faenza e Cesena dove la solidarietà continua ad alimentare le speranze.
Non altrettanto fortunata Forlì, dove gli agricoltori devono fare i conti con i campi trasformati in deserti di fango seccato dal sole. Una terra arida, spaccata e infertile. Queste le condizioni del suolo di Durazzanino (Forlì-Cesena), dove il fiume Ronco, ritiratosi, ha lasciato interi ettari di fango duro su campi, marciapiedi e cortili privati. In difficoltà piccoli e grandi imprenditori, già preoccupati dal pericolo delle frane. Anche per questo ieri, proprio a Forlì, si è tenuta una cabina di regia dedicata ai danni subiti dalla viabilità nelle aree montane e collinari. A Modigliana (Forlì-Cesena), invece, sono partiti i lavori per la messa in sicurezza della strada provinciale faentina permettendo al paese di rompere l'solamento. «Lavori importanti e necessari - ha annunciato il sindaco Jader Dardi -. Ho chiesto informazioni anche sulla provinciale Bicocca di Ravenna, che per noi rappresenterebbe un altro accesso in grado di unire l'abitato di Modigliana con Brisighella».

Vigili del fuoco all'opera su una frana nel Ravennate

Vigili del fuoco all'opera su una frana nel Ravennate - ANSA

La partita sul commissario

Nel frattempo, non sembra avere fine la partita politica per la scelta del commissario straordinario. Dopo l'ampliamento delle competenze del commissario alla siccità, annunciato a pochi giorni dal disastro dello scorso 16 maggio, il dibattito si è spostato su nomi e competenze. Ieri sono stati i sindaci e i presidenti delle Regioni e delle Province colpite dal maltempo a chiedere a gran voce una decisione in merito. Ma la nomina sembra ancora lontana. Mentre si discute ancora sulla candidatura del governatore dem dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e del viceministro dei trasporti Galeazzo Bignami, il governo ha attivato un tavolo permanente. «È operativo perché serve stabilire gli interventi necessari per fronteggiare i danni - ha spiegato ieri la premier Meloni -. E sarà un tavolo permanente, in attesa della definizione della struttura commissariale». Al di là dei nomi, resta spinosa anche la questione dei fondi stanziati dal "dl maltempo": «Non siamo ancora riusciti a fare il conto se nel decreto ci sono 2,2 o 1,6 miliardi - commenta il sindaco di Bologna Matteo Lepore -. In ogni caso, è una quantità importante, ma non basta».

Una "maturità" solo orale

Ma i più colpiti sul territorio restano le famiglie, i lavoratori e naturalmente gli studenti. Per venire loro incontro, il ministro dell'Istruzione Valditara ha accolto le richieste dei presidi romagnoli riguardo alle modalità di svolgimento degli esami di maturità: nessuna prova scritta e un solo colloquio orale. Non solo. Non saranno necessarie neppure le prove Invalsi né il limite minimo di 200 giorni per l'anno scolastico. L'anno sarà valido solo sulla base delle attività didattiche effettivamente svolte. Gli scolari che affronteranno la maturità sono circa 3.300 nel Forlivese e 2.900 nel Ravennate, con ben 105 plessi scolastici danneggiati dalle alluvioni. «Ai ragazzi delle scuole colpite dall'alluvione garantiamo un esame serio e allo stesso tempo adeguato a una situazione complessa», assicura Valditara. Modalità analoghe anche per le prove di terza media, con un solo colloquio orale finalizzato a valutare le conoscenze acquisite, le capacità di argomentazione e di pensiero critico.

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