giovedì 23 gennaio 2020
Quest'anno il frutto simbolo della corretta alimentazione sarà distribuito in oltre 3mila piazze e in più di 800 scuole per raccogliere nuove risorse da destinare al lavoro dei circa 5mila ricercatori
Sabato la XXX edizione delle "Arance della salute"
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Sabato si rinnova l'appuntamento della Fondazione Airc con le Arance della salute che a gennaio compiono 30 anni. Quest'anno il frutto simbolo della corretta alimentazione sarà distribuito in oltre 3mila piazze e in più di 800 scuole per raccogliere nuove risorse da destinare al lavoro dei circa 5mila ricercatori sostenuti da Fondazione Airc e informare l'opinione pubblica su comportamenti e abitudini salutari. Con una donazione di dieci euro sarà possibile ricevere 2,5 chilogrammi di arance rosse italiane, frutti che contengono pigmenti naturali con importanti poteri antiossidanti e circa il quaranta per cento in più di vitamina C rispetto agli altri agrumi. Per chi volesse aiutare ulteriormente Airc, saranno disponibili anche marmellata d'arancia (vasetto da 240 grammi, donazione minima sei euro) e miele di fiori d'arancio (confezione da 500 grammi, donazione minima sette euro). Assieme alla reticella i sostenitori riceveranno una colorata shopper realizzata con materiali riciclabili e una speciale guida con preziose
informazioni sulla prevenzione e sui più importanti progressi raggiunti nello studio della relazione tra alimentazione e cancro. Per celebrare questo importante anniversario scendono in campo anche gli chef dei Jeunes Restaurateurs d'Italia con sette ricette per portare subito in tavola sette piatti firmati sani e gustosi.

«Le arance rosse sono il simbolo della sana alimentazione, ricche di pigmenti chiamati antocianine che in laboratorio hanno dimostrato di poter rallentare la proliferazione cellulare e aumentare la morte cellulare programmata in numerosi tipi di tumore, come quelli del colon-retto o della prostata - spiega Luigi Ricciardiello, ricercatore Fondazione Airc e professore di gastroenterologia all'Università di Bologna -. Le arance sono inoltre uno dei frutti presenti nella dieta mediterranea i cui effetti positivi sono dimostrati da numerosi studi epidemiologici. Oggi sappiamo, per esempio, che l'adesione alla dieta mediterranea riduce
significativamente la possibilità di sviluppare il tumore del colon-retto e, grazie a uno studio sostenuto da Airc, abbiamo dimostrato in esperimenti di laboratorio che questa riduzione del rischio avviene attraverso cambiamenti del microbiota intestinale».

Oltre 115 milioni di euro vengono messi a disposizione della comunità scientifica italiana per garantire
continuità al lavoro di 5.300 ricercatori, impegnati a trovare le migliori soluzioni per ogni tipo di tumore. L'investimento, sostenuto dalla Fondazione Airc e da Firc, sostiene 533 progetti di ricerca, 114 borse di studio, 22 programmi speciali e lo sviluppo delle attività di Ifom, centro di eccellenza internazionale per lo studio dell'oncologia molecolare. «Nel disegnare le strategie per battere il cancro dobbiamo sempre avere il paziente ben al centro della nostra attività - sottolinea Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico
Airc -. Dobbiamo costruire percorsi capaci di portare nel più breve tempo possibile a diagnosi sempre più precoci e terapie personalizzate, più efficaci e meglio tollerate. Nell'oncologia clinica assistiamo al tramonto del modello terapeutico che affronta il tumore di un organo specifico nello stesso modo per tutti i malati. Oggi è fondamentale identificare le terapie con cui curare i pazienti in modo sempre più preciso ed è altrettanto importante raccogliere le risposte dei pazienti stessi, in modo da migliorare continuamente sia le sperimentazioni cliniche, sia l'efficacia delle cure».

Il cancro è una priorità a livello mondiale: solo nel nostro Paese nell'ultimo anno sono stati diagnosticati 371mila nuovi casi, più di mille al giorno. Per incidere su questi numeri Airc e Firc sostengono con continuità il lavoro di 5.300 scienziati, il 61% donne e il 55% con meno di 40 anni. La loro attività si svolge prevalentemente in strutture pubbliche - laboratori di Università, ospedali e istituzioni scientifiche - con un beneficio tangibile per i sistemi della ricerca e della sanità del Paese.

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