giovedì 10 giugno 2021
Sopra e sotto il mare al servizio della comunità. In occasione del 10 giugno, che ricorda l’impresa di Premuda, l’omaggio del Capo dello Stato ai sommergibilisti
Il sommergibile Pietro Venuti in navigazione

Il sommergibile Pietro Venuti in navigazione - Marina Militare

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Scivolano silenziosi negli abissi per garantire la sicurezza sopra e sotto i mari in Italia e all’estero. Una storia lunga 130 anni quella della componente sommergibilistica iniziata dalla prima “torpediniera sommergibile” progettata e realizzata dall’ingegnere del genio navale Giacinto Pullino. Dopo anni di studi nacque il “Delfino”, un battello costruito per essere impiegato come sottomarino puro, cioè destinato a operare esclusivamente in immersione. Impostato nel 1890, varato nel 1892 fu consegnato alla Marina italiana il 1° aprile 1895. A bordo dell’unità si formarono ufficiali, sottufficiali e marinai che presero parte alla Grande Guerra dalla quale l’Italia uscì vittoriosa anche grazie all’impresa di Premuda del 10 giugno 1918.

Il Delfino dopo i lavori di modifica

Il Delfino dopo i lavori di modifica - Ufficio Storico della Marina Militare

Una data storica per la Marina Militare in cui ieri come oggi si ricorda la vittoria italiana in mare sulla flotta austro-ungarica. Un’impresa rimasta memorabile non solo per l’audacia dell’azione, ma anche perché avvenne pochi giorni prima dell’offensiva sul Piave del 15 giugno 1918.

Era la notte tra il 9 e il 10 giugno 1918 quando due motosiluranti italiani MAS 15 e MAS 21, comandati dal capitano di corvetta Luigi Rizzo e dal guardiamarina Giuseppe Aonzo ancorati nei pressi dell’isolotto di Lutrošnjak di fronte a Premuda, notarono il movimento di alcune navi nemiche. Col favore dell’oscurità si fecero strada a bassa velocità tra le navi del convoglio. Gli austriaci volevano prendere di sorpresa gli italiani in Adriatico puntando alla vittoria sul canale d’Otranto. Ma non fu così. Alle 03.30 circa la Santo Stefano, che stava procedendo a una velocità di 14 nodi, venne colpita a dritta da due siluri del MAS 15 lanciati da una distanza di 600 metri. Il primo siluro centrò la nave tra la prima e la seconda ciminiera, mentre il secondo all’altezza della ciminiera poppiera. Tra nuvole di fumo e di acqua la nave cominciò a imbarcare grandi quantità d’acqua e ad affondare.

La perdita della Santo Stefano fu un duro colpo per la Marina Austro-Ungarica, che da quel momento sospese ogni azione sul mare. L’azione venne ricordata come "impresa di Premuda". Ebbe vasta eco e servì a rafforzare il morale delle truppe al fronte, soprattutto dopo la disastrosa battaglia di Caporetto, a pochi mesi dalla fine di quell’inutile e insensata strage che fu la Grande Guerra.Un capitolo della storia italiana che 160 anni dopo la nascita della Marina viene ancora ricordato. Sono cambiati i tempi e le navi, l’evoluzione tecnologica ha fatto passi da gigante, ma la tradizione resta, a partire da quella cultura del mare insita negli equipaggi delle navi grigie che da sempre sono in prima linea per “non lasciare indietro nessuno”, compreso l’anno che ha visto l’Italia e il mondo investito dal Covid-19.

“In questi difficili mesi di pandemia il supporto fornito dalla Marina al sistema sanitario nazionale è stato prezioso, e ha contribuito in maniera significativa, in concorso con le Forze armate sorelle, a fronteggiare la grave emergenza sanitaria. Umanità e professionalità caratterizzano l’operato dei marinai d’Italia, risorsa preziosa del Paese”, ha avuto modo di dire il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato all'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare. Per il Capo dello Stato, “il mare, elemento di connessione globale, costituisce una risorsa strategica imprescindibile per l’Italia”.

Una garanzia “della libertà di navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare, la sicurezza delle coste, costituiscono una cornice essenziale allo sviluppo delle relazioni internazionali e sono condizioni per il mantenimento della pace tra i popoli”, ha sottolineato Mattarella ricevendo a Palazzo del Quirinale una rappresentanza di uomini e donne di Marina. "Nonostante le difficoltà ad operare in luoghi ristretti determinate dalla pandemia, sono numerose le missioni che hanno visto impegnate le nostre navi nel bacino del Mediterraneo allargato alle aree di interesse strategico, sino al Golfo di Guinea e all’Oceano Indiano, nell’ambito di operazioni in funzione anti pirateria e di contrasto ai traffici illeciti dispiegate dalla Comunità internazionale” ha ribadito Mattarella che ha ringraziato tutto il personale e i loro familiari.

“Sono particolarmente orgoglioso che, in occasione di questa solenne cerimonia, sia consegnata la Bandiera di Guerra al Comando Sommergibili della Marina Militare, la Medaglia d’Oro al Valor di Marina alla Bandiera di Guerra del Comando delle Forze Aeree, e alcune onorificenze al personale della Marina Militare di oggi che, in felice continuità con le Medaglie conferite agli equipaggi del Comandante Rizzo, evidenziano le immutate qualità e virtù, umane e professionali, del personale della Marina” ha detto il ministro della difesa Lorenzo Guerini durante la cerimonia del 10 giugno a Palazzo Marina, a Roma, alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli.

Un momento suggestivo in cui l’Ammiraglio Cavo Dragone ha evidenziato come sia “indissolubile il legame tra la nostra sicurezza, il nostro benessere e il mare. Questo è il concetto di marittimità che purtroppo a volte nel nostro Paese viene dato per scontato, quello che gli anglosassoni chiamano sea-blindness, ovvero cecità marittima”. Proprio il 9 giugno, alla vigilia della Giornata della Marina, è stato approvato il Disegno di Legge sulla Zona Economica Esclusiva (ZEE) dell’Italia. “Sarà l’area dove fare in modo che, con la vigilanza marittima, le regole e il diritto internazionale marittimo siano rispettati – ha detto Cavo Dragone -. Mestiere questo che la Marina fa da anni, ha sistemi già pronti, perfettamente performanti e procedure già varate da tempo per un ruolo di rilevanza in questa nuova dimensione”.

L'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato maggiore della Marina

L'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato maggiore della Marina - Marina Militare

A celebrare la festa della Marina anche i sommergibilisti: “Quest’anno per noi sommergibilisti è una ricorrenza ancora più speciale in quanto verrà consegnata formalmente la bandiera di guerra concessa dal Presidente della Repubblica al Comando sommergibili. Un riconoscimento che ci onora e ci rende fieri e che suggella oltre 130 anni di sommergibilismo italiano – dice ad Avvenire il contrammiraglio Andrea Petroni, Capo reparto sommergibili dello Stato Maggiore della Marina -. Oggi la componente sommergibili è impegnata in operazioni di sicurezza marittima, sia in ambito nazionale, sia in ambito Nato che Ue. Per 365 giorni all’anno effettua attività di sorveglianza occulta nelle aree ad alto rischio – prosegue Petroni -. Tra queste vi sono sicuramente quelle interessate al fenomeno della pirateria. Un fenomeno che affligge il traffico marittimo internazionale quando questo è obbligato a passare da colli di bottiglia geografici che rendono quindi la navigazione molto più vulnerabile all’attacco dei pirati”.

La capacità di operare per lunghi periodi rimanendo essenzialmente invisibili “permette al sottomarino di sorvegliare, capire cosa accade intorno a lui ed eventualmente agire. Questo fa sì che tutto ciò che accadde avviene senza essere intercettati, ma soprattutto senza alterare il comportamento dei soggetti osservati che non sanno della presenza del sottomarino nelle loro vicinanze – aggiunge Petroni ad Avvenire -. Ciò permette ai decisori di poter impiegare i sottomarini non solo per ampliare quella che è la conoscenza dello spazio marittimo e quindi anche dello spazio subacqueo, ma anche di agire nel caso in cui si renda necessario nel momento più propizio dal punto di vista operativo”.

Ogni giorno dell’anno almeno un sottomarino italiano è impegnato in attività di sorveglianza occulta in mare. “Questo nell’ambito di operazioni che molto spesso sfociano in arresti, sequestro di materiale illegale e segnalazioni all’Autorità giudiziaria. Ovviamente sono tutte attività molto sensibili e molto delicate e per questo non vengono poste sotto i riflettori – sottolinea il contrammiraglio -. L’avanzata tecnologia e la possibilità di muoversi liberamente a cavallo della superficie del mare e degli abissi fa sì che il sottomarino sia un mezzo altamente performante. Un mezzo importante per la difesa degli spazi marittimi e la sicurezza delle vie di comunicazione”.

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