venerdì 29 aprile 2016
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© RIPRODUZIONE RISERVATA SAINT LOUIS (MISSOURI) Avete mai pensato a un gigantesco expo di robot? In cui gli automi sono costruiti da ragazzi tra i sei e i 18 anni anni provenienti da scuole di tutto il mondo. Ragazzi capaci di mettere insieme i software più avanzati con la manualità necessaria a montare una macchina intelligente capace di svolgere le funzioni più impensate. Dalla raccolta rifiuti automatizzata al controllo del traffico. Se non l’avete mai immaginato dovete fare un salto, da oggi e fino a sabato trenta aprile, a Saint Louis in Missouri, negli Stati Uniti. Infatti nella cittadina americana è partito ieri 'First Championship', il Campionato mondiale di robotica per studenti delle scuole di ogni ordine e grado di tutto il mondo. Alla fase finale - della durata di quattro giorni - parteciperanno 894 squadre di 44 paesi diversi, per un totale di 17.640 studenti, riuniti in quattro strutture che equivalgono, per difetto, allo stadio San Siro di Milano insieme al San Paolo di Napoli. In questo bailamme di giovani geni, ordinati come in una dura competizione sportiva, ma colorati come se fossero pronti per una festa, si sentono risuonare le lingue più diverse. Anche l’italiano. Infatti il Belpaese partecipa alla fase finale del Campionato mondiale di robotica con una scuola: l’Istituto Tecnico della fondazione 'Villaggio dei Ragazzi' di Maddaloni. Una scuola del Sud. Da altri Paesi come Israele o Australia, ma anche dal Libano, arrivano invece più squadre per i vari tornei tematici in cui si divide la First Championship. Una scuola all’avanguardia il 'Villaggio dei Ragazzi', che nonostante i costi stratosferici per organizzare la partecipazione alla finalissima negli Stati Uniti è riuscita a superare ogni difficoltà mettendo insieme un drappello di sponsor privati che l’ha sostenuta nella trasferta: la fondazione Mario Diana, la fondazione Micron, dell’omonima multinazionale statunitense; il Rotary del distretto 2100 Campania - Calabria; la MecSan e il consorzio GafiSud. «È stato difficile raccogliere i fondi per la trasferta – sottolinea il preside della scuola, l’ingegner Claudio Petrone –, ma appena siamo arrivati a Saint Louis abbiamo capito che gli sforzi erano ampiamente ripagati dalla gioia dei nostri ragazzi». Il robot della scuola casertana è capace di riconoscere i rifiuti e separarli: un sistema che potrebbe presto trasformarsi da progetto studentesco a produzione industriale. Non è un caso che la manifestazione americana sia sostenuta da giganti come Google, la Nasa, l’Ibm o la Boeing che inviano i loro cacciatori di teste a fare scouting tra i giovani nerd, offrendo stage nelle loro aziende o addirittura pagando borse di studio. «Il nostro progetto è più che valido – spiega l’allenatore italiano, il professore Michele Affinito – e i nostri ragazzi sapranno valorizzarlo».Qualcuno si azzarda a dire che Larry Page o Sergey Brin, i fondatori di Google, saranno in incognito a osservare i piccoli geni in erba. «Il nostro è un vero e proprio sogno – spiega Francesco Caiazzo, uno degli otto italiani –, mai avrei immaginato di arrivare negli Usa. Tutto può accadere se si studia». © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli allievi del Villaggio dei ragazzi negli Stati Uniti
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