Oltre il mare: guardare negli occhi i migranti

Una mostra della Caritas della Diocesi di Locri-Gerace e della Guardia costiera di Roccella Jonica, la cittadina calabrese luogo di sbarco di migliaia di persone ogni anno
December 11, 2025
Oltre il mare: guardare negli occhi i migranti
Occhi sbarrati e occhi sorridenti. Braccia che chiedono aiuto, braccia che aiutano, braccia che ringraziano. Momenti di gioia e momenti di fatica. Li racconta la mostra “Oltre il mare: il soccorso della Guardia costiera” realizzata dalla Caritas della Diocesi di Locri-Gerace e dalla Guardia costiera di Roccella Jonica, la cittadina calabrese luogo di sbarco di migliaia di migranti che vi arrivano dalla “rotta turca”. Bellissime e inedite foto, ospitate fino al 30 dicembre nelle sale dell’ex Convento dei Minimi di Roccella. Un’occasione ormai rara per vedere le importanti azioni di salvataggio dei nostri marinai. Infatti, purtroppo, da tanti mesi è calato il silenzio, soprattutto sulle immagini. Eppure, come si legge all’ingresso della mostra, «ogni giorno gli uomini e le donne della Guardia costiera solcano il mare con un’unica missione: salvare vite umane. Lo fanno affrontando mari agitati, venti impetuosi, notti senza luna, alla ricerca di imbarcazioni alla deriva che trasportano gente bisognosa di aiuto. Lo fanno sapendo che ogni minuto può fare la differenza».
Parole sposate in pieno dalla Caritas perché, si legge, «non è solo la cronaca di un intervento: è il ritratto di un’umanità che si incontra in uno degli scenari più difficili, il mare aperto». Perché salvare e accogliere sono azioni che viaggiano insieme. E infatti a inaugurare la mostra è stato il direttore di Caritas italiana, don Marco Pagniello, la direttrice della Caritas diocesana, Carmen Bagalà, il comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Roccella Jonica, Marco Di Benedetto, il sindaco, Vittorio Zito. Una collaborazione che emerge anche dalle parole che accompagnano le foto, scritte assieme da marinai e volontari. Foto che raccontano molti salvataggi di bambini. «Nel cuore della notte, tra luci artificiali e silenzi profondi, la vita fragile di un neonato passa di braccia in braccia: mani esperte l’accolgono e le offrono protezione». «Nata tra le onde, avvolta nella coperta, la piccola vita salvata riceve assistenza: il movimento è lento, il gesto è amorevole, l’emozione è tanta». «Nel gesto che solleva un piccolo corpo, il mare si fa silenzioso: è il momento in cui la vita torna ad essere custodita». Ma sono anche immagini dei rischi. «Volti esausti, corpi ammassati nello scafo di un barcone fatiscente: la motovedetta si affianca e lo sguardo dei soccorritori incrocia quello di chi ha sfidato il mare”. “Il mare è un pavimento instabile e tra onde e corrimano, il passaggio è sempre rischioso, ma è il momento in cui la speranza cambia barca». «Il soccorso non arretra: tra le onde, la speranza passa dalle insidie di un trasbordo al limite del possibile». E così «nel buio di mare, tra colori vivi e onde silenziose, il recupero è luce: il salvataggio si compie». Ora quei corpi ammassati trovano la sicurezza di uomini esperti e sensibili. «Con le cure dell’equipaggio, tra giubbotti e carezze, i sorrisi si fanno leggeri: il viaggio non è finito, ma la paura ha ceduto il passo alla fiducia». E le immagini parlano di speranza. «Avvolti in coperte termiche, i volti si distendono: il peggio è alle spalle, ma il corpo e lo sguardo portano ancora il mare dentro». E i migranti lo capiscono bene. «Tra onde che hanno graffiato il tempo e volti segnati dal sale, le braccia si alzano: non per chiedere ma per ringraziare. Il porto è soglia, è promessa, è respiro». Perché «ogni approdo è un nuovo inizio e la speranza diventa certezza e dignità ritrovata».

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