Lavoro e maternità: chi riesce a costruire inclusione nelle aziende

“Includere per Crescere” è un’iniziativa del Consorzio Elis che ha già offerto formazione a 127 donne, facilitato 457 colloqui e portato 45 madri all’assunzione
October 21, 2025
Lavoro e maternità: chi riesce a costruire inclusione nelle aziende
Alcune donne che hanno partecipato a "Includere per Crescere"
Manuela era iscritta da anni a diverse agenzie interinali, ma non era mai stata contattata. Neppure Ekaterina riusciva ad arrivare alle aziende: mandava tanti curriculum e non riceveva nessuna risposta. Carine invece non si era mai fermata nella ricerca e perseverando era riuscita a ottenere tanti colloqui, ma ogni volta che era lì si rendeva conto che le venivano poste domande per sondare la sua capacità di conciliare impiego e impegni familiari. Anche Federica era rimasta senza lavoro: si era licenziata con la consapevolezza che per il datore di allora era impossibile offrirle prospettive di crescita. Le vite di queste quattro donne, tutte con formazioni medio-alte, non si intrecciano solo nella difficoltà di ottenere un lavoro coerente alla loro preparazione: sono tutte mamme e “nonostante” questo oggi, dopo tante peripezie, sono finalmente anche lavoratrici realizzate, ognuna nel proprio ambito. Come sono arrivate fin qui? In quel “nonostante”, che racchiude le loro quatto storie così come quelle delle tante donne che sono costrette a lasciare il lavoro dopo la maternità o a ridimensionare le proprie ambizioni, si è inserito un percorso che sta provando a facilitare l’incontro tra le madri e le aziende: si tratta di “Includere per Crescere”, un’iniziativa promossa dal Consorzio Elis, acronimo che racchiude i principali ambiti in cui opera l’impresa non profit che raccoglie oltre 130 soggetti, tra grandi gruppi, pmi, università e altri enti pubblici e privati: educazione, lavoro, istruzione, sport.
Il progetto che ha permesso a Manuela, Ekaterina, Carine e Federica di non essere vinte dalla disperazione e poter rimettere in gioco le proprie competenze dopo la maternità è lo stesso che in due anni ha già offerto formazione concreta a 127 donne, facilitato 457 colloqui di lavoro, portato 45 madri all’assunzione e che torna con un nuovo career coaching a partire dal prossimo 11 novembre . «“Includere per Crescere” nasce dalla consapevolezza che l’esclusione dal lavoro non è solo una questione individuale, ma un problema sociale che tocca le famiglie, il benessere collettivo e lo sviluppo del Paese – commenta Valeria Bonilauri, responsabile di questo progetto di Elis –. Troppe donne, soprattutto madri, si trovano costrette a rinunciare o a ridimensionare le proprie aspirazioni professionali a causa di ostacoli culturali, pregiudizi o mancanza di opportunità concrete. Con questa iniziativa, vogliamo ribaltare la narrazione: la maternità non è un limite, ma un’occasione di sviluppo di nuove competenze. Queste professioniste non sono portatrici di bisogni, ma di risorse». L’iniziativa non ha fatto altro che costruire quel ponte per attraversare il guado che spesso in Italia si crea ancora tra le donne con figli e il mondo del lavoro, coinvolgendo anche le più vulnerabili – come detenute e migranti – oltre ad aziende, Ceo, C-level e manager per la formazione. «Ma il vero impatto va oltre i numeri: abbiamo visto crescere l’autostima, la consapevolezza e il coraggio di tante donne che, grazie anche al dialogo diretto con le aziende, hanno riscoperto il proprio valore e la propria identità professionale. Con questo progetto facciamo emergere un giacimento di competenze che rischiano di rimanere sopite o sotto-valorizzate».
È proprio quello che ci racconta Ekaterina. Laureata in Informatica, in Russia aveva una carriera da manager di un gruppo di software tester, ma dopo una diagnosi di malattia rara alla figlia, otto anni fa è stata costretta a inseguire le cure per la piccola fin qui, in Italia: «Una volta che abbiamo superato la prima fase di assestamento e ho imparato la lingua, ho iniziato a cercare lavoro, ma non mi richiamava nessuno. Avevo perso la fiducia in me stessa, non avevo neppure il coraggio di parlare della disabilità di mia figlia perché temevo che non mi avrebbero mai assunto. Grazie a questo percorso di Elis ho imparato a valorizzare le mie capacità, a partire da come scrivere un curriculum fino al modo di presentarmi ai colloqui». Oggi, come detto, Ekaterina si sente realizzata: ha trovato un’azienda che «mi permette di accedere anche allo smartworking e ai permessi con flessibilità e mi fa sentire protetta, un posto di lavoro dove non mi guardano male se devo mancare per motivi familiari». Pur prendendosi cura della sua famiglia, Ekaterina non ha dovuto neppure rinunciare alle sue ambizioni: «Adesso sono una software tester e, anche se per adesso mi va bene così, non escludo di tornare a crescere in futuro. Sono felice perché per me è sempre stato importante sentirmi valorizzata come professionista. Non sono solo una mamma».
Anche per Manuela «dopo “Includere per Crescere” è cambiato tutto». L’ostacolo più grande da superare era il pregiudizio degli altri. In seguito a un periodo di scelte difficili – al fine di conciliare la crescita di un figlio con la carriera –, Manuela ha sostenuto numerosi colloqui, ma spesso le veniva fatto notare che a 48 anni era considerata ormai “troppo grande” per iniziare un nuovo percorso, nonostante alle spalle avesse oltre 25 anni di esperienza nel settore bancario e finanziario. Federica invece è laureata in Economia e Commercio, ma stretta tra le cure necessarie alla crescita di tre figli, alla fine del 2023 era stata costretta a lasciare un impiego fisso. Dopo diverse collaborazioni, non vedeva nessuna prospettiva di crescita e così si è candidata per il progetto, grazie al quale ha trovato lavoro presso una banca. Infine, c’è Carine – di origine camerunense, con laurea magistrale in Economia e Management presa in Italia –, che dopo tanti colloqui andati a vuoto, «mi sono chiesta tante cose…»: che fosse perché ha due figli piccoli oppure addirittura per il colore della pelle, o entrambe le cose. Oggi ha un lavoro come data engineer e grazie al percorso gratuito di career coaching di Elis ha imparato anche a non giudicare sé stessa per quello che non dipendeva da lei. Queste storie mostrano insomma che non si tratta solo di “includere”, ma di cambiare il modo in cui pensiamo al lavoro, alla cura e alla dignità delle persone: un passo alla volta, o meglio, assunzione dopo assunzione, promozione dopo promozione, una mamma dopo l’altra.

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