L'appello di 39 eurodeputati per la liberazione di Trentini

Il giovane è detenuto in Venezuela da oltre un anno. «Che possa tornare alla sua famiglia. Che la sua storia trovi un epilogo di giustizia e umanità». È questo l’appello diffuso a Bruxelles da 39 europarlamentari italiani
November 26, 2025
L'appello di 39 eurodeputati per la liberazione di Trentini
Alberto Trentini, il cooperante italiano originario di Venezia fermato il 15 novembre 2024 dall'autorità del Venezuela/ ANSA
«Che possa tornare alla sua famiglia. Che la sua storia trovi un epilogo di giustizia e umanità. Che un gesto di apertura possa diventare un ponte di comprensione in un momento in cui il mondo ha bisogno, più che mai, di segnali di pace». È questo l’appello sottoscritto e diffuso a Bruxelles da 39 europarlamentari italiani, oltre la metà dell’intera delegazione, appartenenti a forze politiche eterogenee come Pd, M5s, AVS e Fratelli d’Italia. L’appello riguarda la liberazione di Alberto Trentini, il cooperante italiano detenuto in Venezuela dal 15 novembre 2024. I deputati chiedono alle autorità venezuelane di aprire «ogni canale disponibile» per il suo rilascio, nel rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale e dell’articolo 11 della Costituzione italiana.
Questo gesto di «clemenza e apertura» assumerebbe un «significato profondo» proprio in questa delicata fase di escalation militare statunitense al largo delle coste venezuelane. Per i firmatari, il rilascio di Trentini sarebbe percepito come «un segnale di volontà dialogante, un contributo alla costruzione di un clima più sereno e cooperativo, un passo che risponde a un appello di pace con un gesto concreto di pace». In continuità con le posizioni assunte da Francia, Germania e Spagna, gli europarlamentari ribadiscono che la ricerca della distensione e il rifiuto di ogni escalation sono un patrimonio condiviso anche dai popoli dell’America Latina. L’appello, pur nel rispetto della sovranità del Paese, richiama con fermezza i valori universali dei diritti umani.
Nelle stesse ore i deputati del Partito Democratico della Commissione Esteri della Camera hanno presentato un’interrogazione urgente al titolare della Farnesina, Antonio Tajani, per assicurare il «tempestivo rientro in Italia» del cooperante. L’iniziativa si inserisce in un contesto diplomatico che ha già visto il recente rilascio del 41enne francese Camilo Castro, ottenuto grazie alla mediazione di Brasile, Colombia e Messico e previa condanna pubblica, da parte del governo francese, dell’escalation militare statunitense.
Anche l’Italia ha fatto concessioni importanti, che però i negoziatori della controparte non hanno rispettato, contribuendo così all’ulteriore isolamento di Maduro. Ora è il turno della politica, e in particolare di Palazzo Chigi: alla pari di Castro, il rilascio Trentini, i cui contatti con la famiglia «rarissimi», è chiaramente legato alla posizione italiana sull’escalation nei Caraibi. Di qui il tentativo degli europarlamentari italiani di allineare Roma alla posizione esplicitata dell’Ue,  esortando alla «stabilità regionale». Questa linea riflette il parere di molti Paesi comunitari, dove l’escalation al largo del Venezuela è stata bollata come «il ritorno della Dottrina Monroe 2.0» dai francesi e i Paesi Bassi si sono detti «preoccupati» per le violazioni dei diritti umani. Persino il Regno Unito ha messo in discussione la collaborazione di Intelligence con il Pentagono. Attraverso la madre, Armanda Colusso, e la legale Alessandra Ballerini, si è ricordato che «l’Italia ripudia la guerra», citando l’articolo 11 della Costituzione. 

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