In Emilia Romagna la domenica diventa "digital detox"

L'iniziativa voluta dalla giunta regionale parte il 12 ottobre: finanziati i Comuni che propongono attività offline per le famiglie: dai musei gratis ai trekking guidati
October 11, 2025
In Emilia Romagna la domenica diventa "digital detox"
La domenica è un giorno di riposo, anche dai social. Almeno in Emilia Romagna dove domenica 12 ottobre cominciano i fine settimana digital detox in cui spegnere gli smartphone e accendere le relazioni offline. Questa volta l’idea – destinata soprattutto ai ragazzi e alle loro famiglie – non viene da singole associazioni che, sempre più numerose, offrono sui territori momenti di svago al riparo dall’iperconnessione indirizzati a diverse fasce d’età ma direttamente dalla giunta regionale.
«Tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno – spiega ad Avvenire Isabella Conti, assessora al Welfare, Scuola, Politiche per l’infanzia e Terzo settore – abbiamo convocato gli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza e ci siamo accorti che sul nostro territorio esiste un’emergenza giovanile. In Emilia Romagna, nel solo 2024, gli accessi in neuropsichiatria infantile sono stati 68mila a fronte di una popolazione di 666mila ragazzi: significa che il 10 per cento dei giovanissimi manifestano disagi, di cui un buon numero risultano legati a un abuso di smartphone e schermi».
Quello che succede in regione conferma nella pratica quanto studiato a livello internazionale: ricerche scientifiche che vedono i ragazzi impegnati per un tempo eccessivo davanti ai device elettronici, compresi bambini sotto ai due anni il cui sviluppo – soprattutto nel caso di una fruizione passiva e autonoma di contenuti online – risulta compromesso da un’esposizione precoce ai dispositivi digitali. Per provare a sensibilizzare la popolazione su questo tema e tentare di invertire la rotta, l’Emilia Romagna ha fatto un investimento economico e destinato risorse ad hoc ai Comuni che creano attività per trascorrere domeniche senza smartphone in biblioteche, mediateche o musei ma anche all’aria aperta con trekking nei parchi e nei boschi.
L’elenco delle proposte analogiche alternative per bambini e famiglie è consultabile online sul sito della regione e su quello delle singole città. «Ciascun Comune ha pensato ad alcune iniziative: c’è chi renderà gratuito o ridotto il biglietto di un museo o proporrà una serata a teatro in famiglia. Per partecipare alle domeniche detox, comunque – aggiunge Conti – non è necessario aderire per forza a una delle attività preconfezionate: l’idea è anche dare uno spunto alle famiglie e lasciare poi a loro lo spazio e la creatività per inventare un momento senza smartphone su misura che abbia al centro il gioco condiviso, la natura o l’ambiente».
All’iniziativa sono state destinate risorse attraverso un aumento di un milione di euro di finanziamento – che passa così da due a tre milioni di spesa corrente – ai 42 centri per le famiglie emiliani. «L’anno prossimo aumenteremo ancora lo stanziamento e arriveremo a circa 5 milioni destinati ai centri delle famiglie con cui attiveremo altri servizi di sostegno alla genitorialità» dichiara Conti, chiarendo come quella della Regione è una prima semina e appena un tassello di un piano d’azione più largo, che altrimenti rischierebbe di apparire solo un pannicello caldo di fronte all’emergenza della dipendenza digitale tra i giovani. «Nel prossimo triennio – chiarisce dunque l’assessora – investiremo nella formazione di 3.600 custodi digitali: si tratta di operatori di vario genere, dai pediatri fino agli educatori degli asili nido o dei bibliotecari per ragazzi, sui rischi dei device digitali e su come intercettare eventuali segnali d’allarme della presenza di una dipendenza o di un abuso. A livello di insegnanti attiveremo un’alta scuola di formazione su base volontaria ma totalmente gratuita per fare sì che i docenti siano formati sui rischi dei device digitali e degli smartphone ma anche come diventare riferimenti sotto questo punto di vista. Per i genitori, accanto alle domeniche digital detox, attiveremo dei patti digitali: percorsi formativi per diffondere la consapevolezza teorica su un uso adeguato dei dispositivi e sull’utilizzo dei sistemi di “parental control” ma creeremo anche una rete di genitori che scelgono di regalare il cellulare ai figli dopo i 14 anni. Oggi chi fa questa scelta si sente solo e non riesce a sostenere la sua decisione perché sente di isolare il proprio figlio in una torre d’avorio; se invece si crea una comunità – fatta di altri genitori ma anche di scuole e contesti ludici – che condivide la stessa scelta è più semplice rinviare il possesso di uno smartphone personale tra i ragazzi e si evita di esporli troppo presto ai rischi di questi strumenti».

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