Il nuovo record negativo delle nascite in Italia: nemmeno 370mila
di Pietro Saccò
I figli arrivano sempre più tardi e sono sempre meno. E il tasso di fecondità scende a 1,18: anche in questo caso, è il dato peggiore di sempre

Niente lascia sperare che l’Italia riesca a uscire dalla spirale demografica in cui si è cacciata, insieme a molte altre “nazioni avanzate”. I numeri definitivi sul 2024 pubblicati dall’Istat confermano che anche lo scorso anno le nascite sono diminuite (-2,6%) con soli 369.944 nuovi nati. È un nuovo minimo storico, ma è dal 2008 che l’Italia aggiorna puntualmente ogni anno il livello di nascite più basso di sempre. I neonati italiani sono stati stabilmente sopra il milione fino alla Seconda guerra mondiale. Negli anni ‘70 è iniziato un declino lento piuttosto brusco (per la prima volta sotto gli 800mila nati nel ‘75, sotto i 600mila nel ‘79) che poi ha rallentato per accelerare di nuovo negli anni 2000. Siamo scesi per la prima volta sotto i 500mila nati nel 2015 e sotto i 400mila nel 2022. La discesa sotto i 300mila di questo passo rischia di arrivare verso la fine del prossimo decennio.
Nel 2025 le nascite saranno anche meno
Forse anche prima. Salvo sorprese estremamente improbabili, il 2025 si chiuderà anche peggio: nei primi sette mesi di quest’anno sono nati in Italia solo 197.956 bambini, con una caduta del 6,3% nel confronto con il periodo gennaio-luglio 2024. La stessa Istat fa notare che un calo così brusco non si era ancora visto da quando è iniziato il declino demografico, ci eravamo andati vicini solo nel 2016. In due Regioni, Abruzzo e Sardegna, il calo delle nascite è anche superiore al 10%, mentre Basilicata (-0,9%), Marche (-1,6%) e Lombardia (-3,9%) sono le uniche grandi Regioni che resistono. Per trovare aree d’Italia in cui le nascite stanno aumentando occorre andare nel profondo Nord, cioè Valle d’Aosta (+5,5%) o province autonome di Bolzano (+1,9%) e Trento (+0,6%). Troppo piccole per incidere sul dato nazionale. Il 2024 ha fatto segnare anche un altro nuovo minimo storico: il numero di figli per donna, tecnicamente “l’indice di fecondità”, è sceso lo scorso anno da 1,20 a 1,18, scivolando sotto l’1,19 del 1995, record negativo che aveva resistito per 30 anni. Nello stesso tempo le nuove mamme invecchiano: l’età media al primo parto è salita a 32,6 anni (altro primato). In questo contesto la probabilità di scegliere e riuscire ad avere un secondo o un terzo figlio diminuisce. Dei 369.944 bimbi nati lo scorso anno i primogeniti sono 181.487 (-2,7%), i secondi figli sono 133.869 (-2,9%) e i terzi figli e oltre sono 54.588 (-1,5%). «Persistono, quindi, le difficoltà tanto ad avere il primo figlio quanto a passare dal primo al secondo – nota l’Istituto di statistica –. I fattori che contribuiscono alla contrazione della natalità sono molteplici: l’allungarsi dei tempi di formazione, le condizioni di precarietà del lavoro giovanile e la difficoltà di accedere al mercato delle abitazioni, che tendono a posticipare l’uscita dal nucleo familiare di origine, a cui si può affiancare la scelta di rinunciare alla genitorialità o di posticiparla».
Una donna su quattro è senza figli
Analizzando la situazione delle donne nate nel 1975, che nel 2024 hanno compiuto 49 anni e hanno “concluso il proprio periodo di vita riproduttiva”, Istat nota che quasi una su quattro (il 23%) è senza figli. L’ultima “classe” ad avere raggiunto un tasso di fecondità superiore a 2,01, quello che permette il ricambio generazionale, è quella delle donne nate nel 1943, oggi ultraottantenni. Le donne straniere che vivono in Italia hanno un tasso di fecondità decisamente superiore, 1,79 figli a testa, ma è inutile sperare che siano gli stranieri a interrompere il declino demografico. Al massimo riescono ad attutirne gli effetti. I neonati con almeno un genitore straniero sono stati 80.761, il 21,8% del totale e in leggerissimo calo rispetto al 2023. Ma è dal 2012 che il loro numero non aumenta, e rispetto ad allora i neonati con almeno un genitore straniero sono 27mila in meno. Diminuiscono sia i figli di due persone straniere (quasi 51mila), sia quelli di coppie miste (30mila). Le coppie che fanno figli, nota infine Istat, sempre più spesso li fanno al di fuori del matrimonio: tra il 2008 e il 2024 i nati da coppie non sposate sono aumentati di 46mila unità, fino ai 159.671 dello scorso anno, il 43,2% del totale. Istat fa notare che «le nascite fuori dal matrimonio riguardano per lo più quelle da coppie di genitori celibi e nubili: (l’85,6% delle quasi 160mila nascite more uxorio nel 2024), a conferma di una tendenza sempre più diffusa a non considerare il matrimonio una condizione necessaria per avere figli».
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