Il crollo nella scuola a Roma è il secondo in Italia in 15 giorni
Nella Capitale cede un controsoffitto all'istituto Diaz. Da settembre 2024 a settembre 2025 sono stati 71 i casi: è il numero più alto dal 2017

Un'altra tragedia scampata, questa volta a Roma. Il controsoffitto dell’Istituto superiore Piaget Diaz, nel quartiere Quadraro, è crollato all’ingresso degli studenti: nessun ferito, per fortuna. Ed è proprio il caso di dirlo, perché le immagini mostrano detriti grossi anche parecchi centimetri sulle scale dei vari piani, non proprio polveri leggere. Quelle sono finite invece sugli abiti degli studenti che sono stati evacuati dai vigili del fuoco; alcuni le hanno anche respirate, ma il personale del 118 li ha già visitati. Poteva andare peggio.
Poco più di due settimane fa, il 3 ottobre, una parte del soffitto dell'Istituto alberghiero Federico II di Siracusa ha ceduto. Per una fortunata coincidenza non c'è stato nessun ferito, perché gli studenti erano alla manifestazione nazionale per Gaza. Anche allora si è detto: poteva andare peggio.
Poteva andare anche molto meglio considerando che lo stato attuale dell'edilizia scolastica è piuttosto critico. L'Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola di Cittadinanzattiva ha mostrato che tra settembre 2024 e settembre 2025 sono stati 71 i crolli degli edifici scolastici, in aumento rispetto ai 69 dell'anno precedente. Ma c'è di più: il dato è il più elevato degli ultimi otto anni. Le cause sono legate in buona parte alla vetustà degli edifici. Dal rapporto di Cittadinanzattiva si legge infatti che la metà di essi ha circa 60 anni e il 49% è stato costruito prima del 1976, antecedente quindi all’entrata in vigore della normativa antisismica.
Un segnale tutt’altro che incoraggiante a 23 anni dalla tragedia di San Giuliano di Puglia, quando il tetto di una scuola elementare del comune molisano è crollato e 27 bambini morirono insieme a una maestra: l’edificio era stato costruito senza rispettare alcuna norma di sicurezza. E, ancora, a 17 anni dal crollo del soffitto del liceo Darwin a Rivoli, in provincia di Torino, in cui perse la vita il sedicenne Vito Scafidi.
Delle quasi 40mila strutture scolastiche statali – 39.993, per la precisione -, ben 36.088 non dispongono di una o più certificazioni obbligatorie in tema di sicurezza. Significa che in 9 istituti su 10 non sono stati fatti i collaudi oppure, peggio, non sono stati superati. O ancora non sono elaborati i piani che valutano i rischi e le regole di evacuazione.
Lo riporta il dossier di Tuttoscuola aggiungendo un altro dato inquietante: il 9% del totale degli edifici scolastici presenti sul territorio nazionale sono totalmente privi delle certificazioni obbligatorie. Vale a dire neanche un documento su cinque tra il certificato di agibilità, quello di prevenzione incendi, il certificato di omologazione centrale termica, il piano di evacuazione e il documento di valutazione dei rischi.
Sono 3.588, quindi, gli edifici che si possono definire oggi totalmente irregolari dal punto di vista della normativa sulla sicurezza. Queste strutture sono le “seconde case” di circa 700mila persone, tra studenti, insegnanti e personale scolastico. La mancanza di certificazioni di sicurezza non implica necessariamente che vi sia un pericolo per chi, all’interno delle scuole trascorre buona parte della sua giornata. Tecnicamente significa solo che quegli edifici non sono conformi alla legge, quindi irregolari.
Resta la cronaca di questi giorni a confermare che il quadro non è dei più felici. Il presidente dei Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (Anp), Antonello Giannelli, ha detto che l’episodio del crollo di oggi lascia senza parole ma, allo stesso tempo, non sorprende più: «Denunciamo da anni lo stato di degrado in cui versano troppi edifici scolastici, ormai datati e troppo spesso trascurati nella manutenzione. Mentre si parla di innovazione didattica, di intelligenza artificiale, di scuole digitali, troppe aule continuano ad essere insicure, troppe strutture presentano crepe, infiltrazioni e cedimenti».
I ragazzi dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa si sono dati appuntamento, per la giornata di domani, fuori al Ministero dell’Istruzione: «Non possiamo più accettare edifici pericolanti e che i soldi che dovrebbero andare alla scuola vengano destinati alle spese militari». Tuttoscuola menziona la carenza di finanziamenti come una delle cause della mancanza di certificazioni, insieme alla burocrazia e lo scarico di responsabilità.
«Ogni crollo è una ferita inferta non soltanto a un edificio, ma alla fiducia stessa dei cittadini nelle istituzioni», si legge sul sito dell’Anp in un comunicato diffuso oggi. «Sfidare il destino non conviene: si perde sempre. Non dobbiamo attendere una tragedia per intervenire seriamente».
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