I Fridays for future tornano in piazza per il clima

Venerdì 14 doppio sciopero: studenti della scuola e giovani contro il riscaldamento globale
November 10, 2025
I Fridays for future tornano in piazza per il clima
Una delle ultime proteste in Italia dei giovani del movimento Fridays for future contro il cambiamento climatico / FOTOGRAMMA
Scenderanno di nuovo in piazza, dopo sette anni dall'inizio delle proteste. È l'onda verde dei giovani del movimento Fridays for future che si danno appuntamento per venerdì prossimo 14 novembre. In realtà si tratta di un duplice sciopero: quello degli studenti e i giovani di tutta Italia che lottano per un clima migliore e contro il riscaldamento globale. 
«A sei mesi dall’ultimo Sciopero Globale per il clima Fridays For Future torna per le strade di tutta Italia per riportare al centro del dibattito un grande assente nel dibattito pubblico degli ultimi due anni: la crisi climatica - afferma Simona Di Viesti di Fridays.- Dalla siccità in Sicilia fino alle alluvioni nel nord: il nostro paese ha attraversato un’altra estate da film distopico di fantascienza. Eppure non è di fantascienza che si tratta: negli ultimi 10 anni le morti per ondate di calore sono raddoppiate in Italia».
Da quando il movimento è nato 7 anni fa molte cose sono cambiate, oggi viviamo in un mondo in cui la transizione ecologica è una realtà, e si sta muovendo anche rapidamente, raccontano i giovani del movimento creato dalla svedese Greta Thunberg.  Ma allo stesso tempo la crisi climatica è peggiorata in modo tragico, sono stati raggiunti alcuni punti di non ritorno e sulle prime pagine dei giornali non si parla mai di queste cose. «La politica insieme a molti altri attori parla di clima in modo marginale, sembra di essere tornati a prima del 2019» commenta ancora Simona.
Le richieste dei giovani sono sempre le stesse: dal 2022 quelle contenute nell’Agenda climatica redatta dal movimento.  «Ma il problema oggi è che nessuno sembra ascoltarle. Serve dare uno scossone, cambiare gli equilibri».
Da Trump al governo italiano, il bilancio fatto da Fridays è negativo: «Questi governi non parlano di clima perché metterebbe in pericolo gli interessi fossili da cui sono sorretti. Nell’amministrazione Trump, secondo il Guardian, si contano oltre 40 funzionari legati strettamente alle industrie di gas e petrolio» sostiene Guglielmo Rotunno di Fridays. Ma anche in Italia la situazione è poco incoraggiante: «Tanto da portare la Corte di Cassazione a pronunciarsi. Re Common e Greenpeace hanno ottenuto una vittoria storica quest’estate nei confronti di Eni, Mef e Cdp: la Suprema Corte ha affermato che sono legittime le cause intentate per i danni derivanti dal cambiamento climatico» continua Guglielmo.
Ma i Fridays non dimenticano i conflitti in corso, dalla Palestina fino ai crescenti conflitti in Europa che hanno portato ad un piano di Riarmo europeo che dirotta i fondi destinati alla riconversione ecologica, aderendo alle richieste della campagna internazionale tra cui fermare tutte le esportazioni di energia verso Israele e porre fine a tutte le importazioni di energia israeliana.
«È necessario ribadire che la cooperazione tra popoli e paesi è l’unica strada - aggiungono in riferimento alla Cop 30 in corso in Brasile - Ma non solo: questa Cop deve portarci dalle parole ai fatti, dopo 30 anni tutti gli ultimatum sono scaduti: i governi del mondo devono agire oppure levare le tende» dice Mattia Catania del movimento. «Oggi inizia la Cop30 in Brasile, mentre tra 7 giorni sarà la Giornata dello studente: separare le piazze e le rispettive battaglie non avrebbe avuto senso. Fridays e UdS hanno unito le forze: manifestazioni in tutte le principali città italiane»

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