martedì 31 gennaio 2017
Comune, Azienda sanitaria e associazioni insieme per contrastare la diffusione delle macchinette mangiasoldi
Una rete contro l'azzardo
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Una nuova generazione di operatori competenti per prevenire e affrontare il Gap (Gioco d’azzardo patologico) fenomeno sempre più in ascesa. È una delle proposte emerse dal convegno nazionale svoltosi ieri e organizzato dall’Assessorato al Lavoro e alle Attività Produttive del Comune di Napoli e dal Coordinamento dipendenze della Asl Napoli1, con la partecipazione di esperti, ricercatori, operatori di alcune tra le più significative esperienze italiane di Servizi Pubblici e di breve residenzialità gestiti dal Terzo Settore.

Un primo passo per costruire una rete che intrecci vari soggetti, dalle amministrazioni comunali ai servizi sanitari, dai progetti delle associazioni al sostegno alle famiglie. «Rendere più competente la società», sintetizza Stefano Vecchio, direttore Asl Na1 Centro. L’intento infatti è di rendere più informati i cittadini sulle conseguenze di quella che erroneamente viene definita ludopatia anche coinvolgendo i “giocatori” che, istruiti e responsabilizzati, possono costituire “antenne” sociali. Non è infatti importante fare campagne contro l’azzardo piuttosto avviare campagne per imparare a conoscere e a difendersi dai danni prodotti da un mercato legale. Questo significa migliorare i servizi e lavorare su più livelli.

A cominciare dal controllo pubblico per limitare gli esercizi e le sale. Ci sono Comuni, come Napoli, Firenze e Grosseto, che hanno regolamenti avanzati e restrittivi che prevedono regole nella distribuzione dei luoghi nei quali è possibile praticare l’azzardo a vario titolo ed un intervento circa gli orari di apertura. Ma non è sufficiente e «bisogna agire complessivamente sul territorio», osserva Enrico Panini, assessore al lavoro del Comune di Napoli. I regolamenti sono limitati ai Comuni che li emanano non certo a quelli vicini. Nel Lazio, ad esempio, una ricerca della Federconsumatori ha verificato che l’80% degli esercizi con slot e sale d’azzardo non rispettano le distanze previste dalla norma. In seguito al Decreto Balduzzi, che ha previsto l’introduzione della patologia da azzardo nei Lea, i servizi per dipendenze italiani hanno realizzato una molteplicità di esperienze di servizi pubblici e del terzo settore di grande interesse e innovatività: residenze temporanee, gruppi di autoaiuto, consulenza legale, strategie per limitare i danni collaterali come suicidi, violenza domestica, impoverimento economico, sovra indebitamento. Restano insoluti due gravi problemi: la pubblicità dell’azzardo e la tassazione. Uno Stato che guadagna sull’azzardo non lo combatterà.

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