lunedì 10 gennaio 2022
Ora le scuole potranno chiedere alle famiglie di sapere se gli studenti sono stati vaccinati o meno. Una novità che per alcuni va contro alla privacy dei minori
Si torna a scuola, ma i dubbi sono molti

Si torna a scuola, ma i dubbi sono molti - Ansa

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"Sono rientrati la maggior parte degli studenti e dei professori. Stiamo facendo un monitoraggio attentissimo e nel pomeriggio avremo i dati puntuali sulla situazione. Ma il dato evidente è che è ripresa la scuola". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi a Rainews 24.

"I docenti sospesi perché no vax sono un numero limitato: sotto l'1%. Per quanto riguarda gli assenti per malattia finora abbiamo dei dati tutto sommato molto contenuti" ha aggiunto il ministro. "Anche negli anni passati, in gennaio, abbiamo avuto il picco di assenze - ha spiegato Bianchi - Però quest'anno per provvedere a questo abbiamo rinnovato i contratti per il potenziamento dei cosiddetti 'docenti Covid', abbiamo messo 400 milioni che sono importantissimi per la vita della scuola".

Il governo ha tirato dritto nonostante i timori, per l'alto numero di contagi, espressi da più parti. Dad o rinvio della ripresa in presenza: queste le richieste arrivate da medici, Regioni e presidi che hanno posto anche un problema di privacy relativo allo stato vaccinale degli studenti.

A questo punto, tra l'altro, le scuole potranno chiedere alle famiglie di sapere se gli studenti sono stati vaccinati o meno. Una novità che per alcuni va contro alla privacy dei minori, ma che il ministero dell'Istruzione è invece, alla luce dell'ultimo decreto governativo, lecita.

Stamani, per fare chiarezza, c'è stato un incontro dei sindacati della scuola con il capo dipartimento del ministero dell'Istruzione, Jacopo Greco, per un'informativa sulle nuove regole per la gestione dei casi Covid, come previste dal decreto legge approvato il 5 gennaio. Dopo la riunione, online, il ministero ha inviato alle scuole una nota di supporto per l'attuazione delle norme.

La nota operativa del ministero​ per le scuole

Il ministero dell'Istruzione, per fare chiarezza e aiutare i dirigenti scolastici, ha inviato alle scuole «una nota operativa con le indicazioni per l'applicazione delle nuove misure per la gestione dei casi di positività contenute nel decreto legge approvato lo scorso 5 gennaio in Consiglio dei ministri». La circolare ripercorre quanto previsto dal decreto legge per la gestione dei casi di positività fra gli alunni ma anche quanto previsto per il personale scolastico, interno ed esterno, in base alle recenti disposizioni del ministero della Salute, in particolare quelle del 30 dicembre scorso. La nota approfondisce alcuni aspetti che sono stati oggetto di quesiti dopo l'approvazione del decreto legge.

In particolare, nel documento si specifica che, «nella scuola secondaria di I e II grado, quando si registrano due casi di positività in una stessa classe i requisiti per poter frequentare in presenza, durante il regime di autosorveglianza, devono essere dimostrati dell'alunno interessato alla scuola di appartenenza. Il decreto prevede, infatti, che, con due casi di positività nella stessa classe, coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario, che sono guariti da meno di 120 giorni, che hanno fatto la dose di richiamo, possono frequentare in presenza, in regime di autosorveglianza».

Per il ministero, «la norma di legge, dunque, in questo specifico caso autorizza le scuole a prendere visione della situazione vaccinale degli studenti, senza che ciò comporti una violazione della privacy».

La nota ricorda anche che «il decreto prevede tamponi gratuiti per chi è in regime di autosorveglianza. Tamponi che potranno essere effettuati presso le farmacie e le strutture convenzionate».

L'help desk amministrativo del ministero resta «a disposizione dei dirigenti» per ogni ulteriore richiesta di chiarimento.

Nel «sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni», ricorda la nota, «in presenza di un caso di positività nella sezione o gruppo classe» per i bambini appartenenti alla stessa sezione/gruppo del caso positivo si prevedono la sospensione per 10 giorni dell'attività didattica e la quarantena della durata di 10 giorni con test di uscita - tampone molecolare o antigenico - con risultato negativo.

Per la scuola primaria, in presenza di un solo caso di positività nella classe, per gli allievi frequentanti la stessa classe del caso positivo si prevede l'attività didattica in presenza (con raccomandazione di «consumare il pasto ad una distanza interpersonale di almeno 2 metri» e la sorveglianza con test antigenico rapido o molecolare da svolgersi prima possibile dal momento in cui si è stati informati del caso di positività e da ripetersi dopo cinque giorni. In presenza di almeno due casi positivi, viene sospesa l'attività didattica in presenza e si applica la dad per la durata di 10 giorni; prevista quarantena della durata di 10 giorni con test di uscita - tampone molecolare o antigenico - con risultato negativo.

Nella scuola secondaria di I e II grado e per i percorsi di istruzione e formazione professionale, in presenza di un caso di positività nella classe gli alunni frequentanti la stessa classe continuano a seguire le lezioni in presenza, con l'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2 per almeno 10 giorni; viene raccomandato di non consumare pasti a scuola «a meno che non possa essere mantenuta una distanza interpersonale di almeno due metri».

Se i casi positivi sono due, le misure sono differenziate in funzione dello stato vaccinale: A) «per gli alunni che non abbiano concluso il ciclo vaccinale primario o che lo abbiano concluso da più di 120 giorni, che siano guariti da più di 120 giorni e ai quali non sia stata somministrata la dose di richiamo» scatta la sospensione dell'attività in presenza e il passaggio alla didattica digitale integrata per la durata di 10 giorni; B) «gli alunni che abbiano concluso il ciclo vaccinale primario, o che siano guariti, da meno di 120 giorni e coloro ai quali sia stata successivamente somministrata la dose di richiamo» restano in presenza con l'obbligo di indossare mascherine di tipo Ffp2 per almeno 10 giorni.

In questo caso, «corre l'obbligo di precisare che, alla luce della nuova normativa, i requisiti per poter frequentare in presenza, seppur in regime di autosorveglianza, devono essere dimostrati dall'alunno interessato: »l'istituzione scolastica, per effetto dell'intervento legislativo, è abilitata a prendere conoscenza dello stato vaccinale degli studenti in questo specifico caso«.

Sindacati e presidi: gestire questa fase è complicato​

Per la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, l'incontro che si è tenuto in mattinata sulla scuola è stato "importante ma insoddisfacente per le risposte che ci aspettavamo. Sono molto preoccupata - afferma - perché ai dirigenti saranno assegnati compiti molto onerosi".

"L'affermazione molto rigida del capo dipartimento 'parliamo di leggi di Stato e di devono applicare' l'abbiamo ben compresa. Solo che poi ci sono i ruoli", dice. A suo avviso "c'è una complicazione nell'individuare la gestione della positività delle classi a seconda delle situazioni": per esempio "nella scuola dell'infanzia con un contagio si va in quarantena".

Poi, "si introduce una sorta di abilitazione da parte del governo ad accedere ai dati dei minori per conoscere le condizioni di vaccinazione. Ed è un elemento molto delicato. Avere una sorta di green pass nelle aule metterà in difficoltà molte famiglie", afferma Gissi.

"Già in queste ore, il numero di studenti positivi, in alcune scuole, ha raggiunto l'ordine delle decine e addirittura centinaia e questo rende quasi impossibile attuare le procedure previste - sostiene Antonello Giannelli (Associazione nazionale presidi), che questa mattina ha partecipato alla riunione indetta dal ministero dell'istruzione - A mio avviso è molto improbabile che il sistema sanitario, nonostante il supporto delle farmacie nell'esecuzione dei tamponi per gli studenti della scuola secondaria, possa smaltire tempestivamente l'enorme carico di lavoro".

"La scuola, in questo momento, sta svolgendo una funzione di supporto al sistema sanitario" sostiene ancora Giannelli che oggi ha chiesto che "vengano fornite ai dirigenti scolastici indicazioni chiare e applicabili, per garantire una maggiore efficacia nella gestione dei casi che si stanno presentando. Sentiamo il dovere di essere molto chiari nei confronti di famiglie e studenti".

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