venerdì 20 agosto 2021
"La responsabilità comincia da noi. Non è obbedienza a un principio astratto. La realtà dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace". Sbarra lancia l'obbligo vaccinale, Orlando non chiude
Mattarella dall'io al tu: "Vaccinarsi è un dovere"
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Il Meeting dell’«io» che si apre al «noi». Sergio Mattarella inaugura l’edizione numero 42, con un intervento in collegamento dal Quirinale, cinque anni dopo la sua venuta a Rimini ad aprire l’edizione del 2016. Il tema era – allora – «Tu sei un bene per me», stavolta invece una frase di Kierkegaard («Il coraggio di dire io») viene usata per segnare un punto di speranza, di ripartenza dopo il buio della pandemia. Esprime la sua «soddisfazione», Mattarella, con gli organizzatori per aver avuto il «coraggio» di tener fede all’impegno di tornare «in presenza». E si rivolge a Bernhard Scholz, Presidente della Fondazione Meeting che gli aveva ricordato il tema di 5 anni fa. Ci vede una «evidente connessione». Sono trascorsi «cinque anni intensi», ricorda il capo dello Stato. Di mezzo ci si è messo «un virus temibile e sconosciuto». Che ci ha insegnato come «avere il coraggio di dire io» richiami la «necessità di rivolgersi ad altri, a uno o a tanti tu». E ci richiama alla «responsabilità» di «riconoscere gli altri per comporre il noi della comunità», perché «il futuro non può essere costruito che soltanto insieme», la «missione» è quella di riscoprire il rapporto con «i tanti tu che incontriamo».
L’altra parola che Mattarella richiama, più volte, è «responsabilità». «La pandemia «ci ha dimostrato quanto ce ne sia bisogno», soprattutto, abbiamo visto, a livello di operatori sanitari e istituzioni. «Ma – avverte Mattarella – la responsabilità comincia da noi. Vaccinarsi – ribadisce – è un dovere non in obbedienza a un principio astratto, ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli. Un atto di amore – insiste – nei loro confronti, come ha detto pochi giorni fa Papa Francesco». Proprio ieri da Rimini il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, è intervenuto per chiedere una norma che preveda la vaccinazione «per tutti i cittadini», proposta che il suo sindacato ha intenzione di avanzare ufficialmente al governo: «Serve subito un intervento». «L’ultima ipotesi da prendere in considerazione» secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, mentre il ministro del Lavoro Andrea Orlando – sempre da Rimini – non chiude.
«La libertà – ricorda ancora Mattarella – per essere tale, deve misurarsi con la libertà degli altri. Non perché essa rappresenti un limite alla nostra ma perché – al contrario – la libertà di ciascuno si accresce e si consolida con quella degli altri, si realizza insieme a quella degli altri. L’io responsabile – torna al tema del Meeting – è solidale, l’io che riconosce il comune destino degli esseri umani, si fa pietra angolare della convivenza». Mattarella per il resto si tiene fuori da temi di stretta attualità, ma sulla politica estera ricorda quante «minacce vi siano alla libertà e quanti sacrifici sono richiesti per conquistarla». Il riferimento sembra soprattutto alla crisi afgana, anche quando parla di libertà come «un bene indivisibile tra le donne e gli uomini di ogni Continente», e sottolinea come «la mancanza di libertà o la perdita di essa in altri luoghi del mondo colpisca la nostra coscienza e incida sulla comune convivenza» nel mondo.
Ricorda quindi la impostazione personalistica della nostra Costituzione, richiamando «la cultura dello “scarto”, da cui ci mette in guardia Papa Francesco». La persona, cita l’articolo 2 della Costituzione, «è più dell’individuo: è un “io” pienamente realizzato. Vive nel “noi”, cerca il “noi”». Per sua natura «preesiste per sua natura alle stesse istituzioni e agli ordinamenti». E con lo sguardo aperto sulle vicende di questi giorni questo processo «deve essere, contemporaneamente, di generale diffusione dei diritti, di effettivo raggiungimento del rispetto della dignità della persona in ogni angolo del mondo».
Un lungo passaggio, come già nel 2016, lo dedica all’Unione europea che, anche alla luce della pandemia nel frattempo intervenuta, si fa «motore di un nuovo sviluppo dei nostri Paesi, uno sviluppo più equilibrato e sostenibile. Contro ogni grettezza, contro mortificanti ottusità miste a ipocrisia – che si manifestano anche in questi giorni – che sono frutto di arroccamenti antistorici e, in realtà, autolesionisti», è forse il passaggio più duro, dedicato alle spinte di Paesi a guida sovranista che criticano la scelta americana di lasciare l’Afghanistan in modo scomposto e poi non si fanno carico della solidarietà che quel popolo richiede. Ma «l’esigenza di potenziare la sovranità comunitaria che sola può integrare e rendere non illusorie le sovranità nazionali», rimarca Mattarella è legata anche al piano Next Generation Eu, che deve «tradursi in un nuovo cammino di forte responsabilità comune».

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