lunedì 5 novembre 2018
La casa di Casteldaccia nel Palermitano, dove a causa di un'inondazione sono morte 9 persone, tra cui 2 bambini, era abusiva e doveva essere demolita
L'area a Casteldaccia, in provincia di Palermo, dove esondato il fiume Milicia

L'area a Casteldaccia, in provincia di Palermo, dove esondato il fiume Milicia

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Una vera e propria ecatombe. Il maltempo ha flagellato la Sicilia lasciando sul terreno 12 morti. Una tragedia che ha il suo epicentro a Casteldaccia nel palermitano. Qui, nella tarda serata di sabato, due famiglie sono state letteralmente spazzate via dalla piena improvvisa del torrente Milicia che ha invaso l'abitazione dove si erano riunite.

Il bilancio finale è di nove morti, genitori, figli e nonni. Le vittime sono Federico Giordano, 15 anni; la madre Stefania Catanzaro, 32 anni; il nonno Antonino Giordano, 65 anni e la moglie Matilde Comito di 57; Nunzia Flamia, 65 anni; Marco Giordano 32 anni e la sorella Monia, 40 anni; ed i piccoli Rachele Giordano di un anno e Francesco Rugò di 3 anni.

Si è salvato invece il padrone di casa, Giuseppe Giordano. "Sono rimasto aggrappato per più di due ore e mezzo a un albero e gridavo per chiedere aiuto per i miei familiari. Nessuno ci ha avvertito dei rischi", ha detto in lacrime ai cronisti che lo attendevano alla camera mortuaria. Scampati alla furia dell'acqua anche un'altra figlia di Giordano e lo zio che si erano allontanati dall'abitazione per effettuare delle commissioni poco prima della tragedia. La famiglia aveva preso il villino in affitto da circa due anni.

All'obitorio per rendere omaggio alle vittime si è recato domenica il primo ministro Giuseppe Conte, che ha sorvolato le zone maggiormente colpite. "E' una tragedia immane", ha detto dopo un vertice in prefettura a Palermo.

Sull'accaduto, intanto, indaga la procura di Termini Imerese per accertare le cause della strage. C'è da valutare se gli edifici colpiti dalla piena fossero costruiti in regola e ad almeno 150 metri dall'alveo del fiume come imposto dalle norme di sicurezza. Il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, ha spiegato che la villa travolta dall'acqua era abusiva e avrebbe dovuto essere abbattuta. "Non era stata demolita poiché l'ordine del Comune era stato impugnato dai proprietari dell'immobile davanti al Tar. La Procura era già a conoscenza di questa cosa. A noi non risultano residenti in quella abitazione, tantomeno le persone morte a causa dell'inondazione", ha spiegato ai microfoni di Radio Capital.

Le nove persone perite a Casteldaccia non sono le uniche. Sempre nel palermitano, a Vicari, è morto il 44enne Alessandro Scavone. L'uomo è stato travolto dalla piena del fiume San Leonardo mentre con un amico cercava di raggiungere la propria pompa di benzina. Scavone era consigliere comunale a Salemi nel trapanese. Nell'agrigentino, infine, due turisti tedeschi sono morti annegati nella propria auto a Cammarata. Sempre in provincia di Agrigento nella notte i Vigili del Fuoco avevano tratto in salvo 14 persone che erano rimaste bloccate in una struttura alberghiera a causa dell'esondazione del fiume Belice. Nel corso della giornata sono stati effettuati circa 500 interventi in tutta la provincia di Agrigento.

Resta invece ancora disperso nei pressi di Corleone un pediatra palermitano che si stava recando presso l'ospedale del comune per prendere servizio. La sua auto è stata ritrovata chiusa ma dell'uomo nessuna traccia.

Sono 30 le vittime in tutt'Italia in una settimana. Oggi allerta arancione per Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio. Conte annuncia nel prossimo Cdm fondi per 1 miliardo per il dissesto idrologico, ma Salvini ne chiede 40. Toninelli oggi in Veneto e Friuli.

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