mercoledì 28 giugno 2017
La decisione di papa Francesco è stata comunicata dal vescovo di Crema. Un anno fa la condanna a 4 anni e 9 mesi per abusi sessuali nei confronti di cinque minorenni.
Don Mauro Inzoli in una foto del 2009

Don Mauro Inzoli in una foto del 2009

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"Carissime e carissimi tutti, nei giorni scorsi, la Congregazione per la Dottrina della Fede mi ha comunicato la decisione, presa da Papa Francesco il 20 maggio scorso con sentenza definitiva, di dimettere don Mauro Inzoli dallo stato clericale". Lo scrive il vescovo di Crema Daniele Gianotti in una lettera ai fedeli pubblicata sul sito della diocesi. "Non possiamo pensare che il Papa sia giunto a una decisione così grave senza aver vagliato attentamente davanti a Dio tutti gli elementi in gioco, per arrivare a una scelta che fosse per il bene della Chiesa e al tempo stesso per il bene di don Mauro: perché nessuna pena, nella Chiesa, può essere inflitta se non in vista della salvezza delle anime, che può passare anche attraverso una pena così grave, la più grave che possa essere inflitta a un sacerdote. Accogliamo dunque con piena docilità al Papa questa decisione, custodendola prima di tutto nel santuario della preghiera".

Nel 2016 la condanna per abusi sessuali

Esattamente un anno fa, il 29 giugno 2016, don Mauro Inzoli, 67 anni, era stato condannato dal tribunale di Cremona a 4 anni e 9 mesi per abusi sessuali ai danni di cinque ragazzi, il più piccolo di 12 anni e il più grande di 16 al momento dei fatti. Alle cinque vittime Inzoli, già sospeso a divinis nel 2012, e che per 30 anni era stato esponente di spicco di Comunione e Liberazione e per 15 presidente del Banco Alimentare, aveva già risarcito il danno: 25mila euro a testa. Il procuratore Roberto Di Martino del Tribunale di Cremona aveva chiesto la condanna a sei anni. Nella richiesta aveva tenuto conto dello sconto di un terzo di pena previsto per il rito abbreviato e dell'attenuante relativa ai risarcimenti. Nella condanna è previsto che don Inzoli non potrà avvicinarsi a luoghi frequentati da minori.

L'iter presso la Congregazione per la dottrina della fede

Nel dicembre 2012 era stato reso noto che don Mauro Inzoli era stato condannato in prima istanza dalla Congregazione per dottrina della fede ala dimissione dallo stato clericale. Il sacerdote aveva fatto ricorso e nel giugno 2014 era arrivata la decisione di papa Francesco, con un decreto in base al quale, in considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, don Inzoli veniva invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Al sacerdote lombardo veniva inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza avrebbe comportato la dimissione dallo stato clericale. Don Inzoli quindi da allora in poi non poteva celebrare e concelebrare, ma solo privatamente. Non poteva svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano. Non poteva operare in enti a scopo educativo. Non poteva dimorare o esercitare il ministero nella diocesi di Crema. E doveva inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un'adeguata psicoterapia.

Ecco la nota della diocesi di Crema (PDF) del 26 giugno 2914 che spiega il provvedimento.

Oggi la decisione finale di papa Francesco sul caso, con la definitiva condanna alle dimissioni dallo stato clericale.

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