mercoledì 15 giugno 2022
Oggi la decisione del Consiglio dei ministri: cade l’obbligo nei cinema, teatri e nei palazzetti sportivi. Prudenza sui trasporti e negli ospedali. L’Ue proroga il Green pass di un anno
Per le mascherine si è scelta la prudenza nell'ambito dei trasporti

Per le mascherine si è scelta la prudenza nell'ambito dei trasporti - Ansa

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Il giorno cerchiato di rosso sul calendario alla fine è arrivato. Talmente atteso che nel frattempo la curva della pandemia in Italia – sembra una beffa – ha ripreso a crescere. Tant’è: da oggi anche l’ultimo obbligo legato all’emergenza, ovvero quello di indossare le mascherine, scomparirà dalla maggior parte dei luoghi al chiuso. Cinema, teatri, palazzetti sportivi: dopo bar e ristoranti si completa la lista, a cui si sono aggiunte nelle ultime ora anche le aule scolastiche destinate ad ospitare gli esami di maturità.

Sul tavolo del governo – che sulla questione deciderà proprio oggi durante il Consiglio dei ministri – resta solo un nodo da sciogliere: se dare o no il via libera alla scomparsa dei presidi di protezione individuale anche sui mezzi pubblici, negli ospedali e nelle Rsa. Un punto su cui, stando alle dichiarazioni dell’ultima ora del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, l’esecutivo non dovrebbe cedere: «Per i trasporti si prevede un prolungamento dell’uso della mascherina fino a fine settembre – ha detto –. Sono luoghi particolarmente affollati quindi è positivo mantenere ancora un po’ di prudenza. Così come negli ospedali e nelle Rsa». Quanto ai luoghi di lavoro, se nel pubblico l’obbligo l’obbligo è decaduto da tempo (sostituito da una raccomandazione), nel privato si andrà avanti a rispettare i protocolli di volta in volta firmati con le parti sociali e che prevedono la copertura del volto solo in presenza di situazioni a rischio, cioè dove il lavoro viene svolto a stretto contatto con i colleghi.

Le mascherine non sono l’unico punto all’ordine del giorno del Cdm: oggi scade anche l’obbligo di vaccinazione per gli over 50, i lavoratori della scuola e quelli delle forze dell’ordine, una legge che nessuno avrebbe intenzione di prorogare (anche se le sanzioni da 100 euro per chi non è in regola con le tre dosi continueranno ad arrivare). L’unica categoria per cui l’obbligo arriverà fino alla fine dell’anno è quella dei lavoratori della sanità: senza copertura non possono svolgere la loro attività e vanno incontro alla sospensione da parte del loro Ordine. Un tema, quello dei vaccini, che resta di stringente attualità vista la certezza quasi matematica ormai che in autunno andremo verso un richiamo (forse annuale, forse no) in grado di proteggere dalle sottovarianti di Omicron.

A livello europeo, d’altronde, la linea comune decisa proprio in queste ore è quella della proroga di un anno del Green pass europeo, che sarebbe scaduto a fine mese: lo strumento resta utile, secondo Bruxelles, per facilitare gli spostamenti nell’Ue e potrebbe essere modulato proprio nell’eventualità di una recrudescenza della pandemia. E gli italiani, sempre a proposito di vaccini, in 9 casi su 10 della profilassi si fidano e nel 77% dei casi sono favorevoli alla quarta dose, secondo i dati del Cnr: come dire, la strada per una nuova campagna dovrebbe essere in discesa, forse percorribile stavolta anche senza la necessità di nuovi obblighi.

Quanto al virus, e all’andamento dei contagi, il quadro resta in chiaroscuro. L’aumento dei casi registrato nel resto d’Europa sull’onda della sottovariante di Omicron BA.5 inizia a farsi sentire anche da noi: ieri il bollettino quotidiano del ministero della Salute ha segnato oltre 39mila casi e un tasso di positività in netto aumento, addirittura al 17,3%. Dati che fanno prevedere agli esperti una nuova impennata estiva sul fronte delle infezioni, «fino a 100mila nuovi casi al giorno» secondo il virologo Fabrizio Pregliasco.

La bassa patogenicità della nuova variante, tuttavia, si riflette nei dati sulle ospedalizzazioni: il sistema sanitario resta ampiamente “scarico”, con appena 183 pazienti ricoverati in terapia intensiva (10 in meno rispetto a lunedì) e poco più di 4mila nei reparti ordinari (11 in meno rispetto al giorno precedente). Un nuovo scenario che andrà valutato attentamente in vista dell’autunno e dell’eventuale – più che mai impensabile ora – ritorno delle restrizioni sociali.

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