martedì 20 giugno 2017
Il ministro dell’Ambiente: «Basta rinvii e propaganda, l’integrazione è l’unica strada. Il testo va bene così, è la ghettizzazione il vero pericolo per il Paese»
Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

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Ne ha viste troppe, Gian Luca Galletti, per sperare che al Senato non si verifichi di nuovo quanto accaduto giovedì scorso. Però il ministro dell’Ambiente quantomeno ci prova a non trasformare la revisione della legge sulla cittadinanza agli immigrati nel calcio d’inizio della campagna elettorale: «Non sono tra coloro che minimizza sul tema dell’immigrazione o giudica con saccenza le paure dei cittadini – premette il presidente di 'Centristi per l’Europa' –. Però se vogliamo sconfiggere la matrice culturale del terrorismo, l’unica strada è l’integrazione e non la ghettizzazione. Questa legge è una delle risposte che la politica deve dare insieme a quelle inerenti la sicurezza. Non vedo come questo provvedimento ci esponga a nuovi pericoli, credo invece che ci aiuti ad arginare e prevenire livori e discriminazioni».

Il governo è pronto a chiedere la fiducia al buio?
Personalmente ritengo non ci siano rischi sui numeri. Tuttavia, è un tema sul quale non si fanno piccoli calcoli politici: andremo fino in fondo.

Le opposizioni - e non solo - chiedono di non forzare la mano nel dibattito al Senato...
'Dibattito' non vuol dire migliaia di emendamenti, barricate, bagarre, cori, ostruzionismo. A fronte di tutto ciò, lo strumento è la fiducia e non penso ci sia molto da ridire. M5S e Lega dimostrino in Aula di volere un confronto civile e non ci sarà bisogno della fiducia.

Lei sarebbe favorevole a correzioni che facciano tornare il testo alla Camera, come chiede Alfano nel motivare il 'no' alla fiducia?
Per me il testo va bene così, i tempi sono più che maturi per lo ius soli temperato. Anzi, abbiamo rinviato sin troppo. Preciso però che tra me e Angelino non ci sono divergenze nel merito del provvedimento, ma solo sui tempi di approvazione.

L’atteggiamento della Lega sul tema alza ulteriori muri nel rapporto con i centristi?
La strumentalizzazione dell’immigrazione è una delle cose peggiori che possa esserci in politica. Se la Lega, come M5S, continuerà a cercare voti facendo leva sulla paura, questo diventerà automaticamente una discriminante nei rapporti politici, non c’è dubbio.

La narrazione per cui diventare italiani diventerà un 'gioco da ragazzi', lei lo comprenderà, è efficace e costringe i promotori della legge a giocare sulla difensiva...
Oggi la situazione è paradossale e per certi versi 'peggiore' rispetto a quanto previsto in questa legge. Faccio un esempio: una persona che sta negli Usa da 30 anni diventa italiano solo dimostrando di aver avuto un nonno qui, senza magari nemmeno aver messo mai piede nel nostro Paese. E poi diciamo 'no' agli amici dei nostri figli che hanno studiato nelle stesse scuole e sugli stessi libri di storia?

C’è chi si chiede, anche tra gli alleati del governo e della maggioranza, se questa sia una priorità da perseguire in una fase politica così delicata...
Mi permetta di dire che sono stati fatti e si fanno provvedimenti su cose molto meno rilevanti di questa. Non giriamo intorno alla questione, non riduciamola ad un dibattito ideologico sulla cittadinanza facile o difficile: il terrorismo si combatte con l’integrazione e la sicurezza. Senza integrazione, siamo più deboli e non più forti. Non ci illudiamo che lo ius soli temperato elimini tutte le problematiche relative all’immigrazione, ma senza questo provvedimento avremmo uno strumento importante in meno.

È ciò che spiegherete agli italiani quando sarà messa la fiducia?
Spiegheremo questo. E spiegheremo che nel nostro Paese gli extracomunitari sono una risorsa economica fondamentale per il presente e per il futuro.

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