domenica 22 aprile 2018
È la proposta del magistrato Cafiero De Raho: agenti sotto copertura per combattere le azzardomafie. Per entrare nelle sale gioco e scoprire trucchi, truffe e affari dei clan
Il procuratore antimafia: agenti sotto copertura nelle sale slot
COMMENTA E CONDIVIDI

Agenti sotto copertura per combattere le 'azzardomafie'. Per entrare nelle sale gioco e scoprire trucchi, truffe e affari dei clan, soprattutto sulle scommesse online. Perché finora i controlli tradizionali non funzionano. È la proposta, decisamente innovativa, del procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho dopo l’operazione 'Anno zero' della procura di Palermo che ha scoperto lo strettissimo legame tra il superlatitante Matteo Messina Denaro e un imprenditore delle scommesse, a conferma del grande interesse delle mafia, Cosa nostra compresa, sul settore dell’azzardo. «Il fatturato delle scommesse continua a crescere, soprattutto quelle online – denuncia il procuratore – con servizi a volte offerti direttamente da mafia, camorra e ’ndrangheta, attaverso propri imprenditori, che con questo canale riescono a riciclare un’enorme quantità di denaro sporco».

Procuratore, ogni inchiesta sulle mafie, da Nord a Sud, ha sempre un capitolo sull’azzardo e in particolare sulle scommesse online. Perché questo interesse dei clan?

Ormai questo è diventato un meccanismo attraverso il quale le mafie non solo riescono ad investire, ma anche a canalizzare flussi finanziari verso altri territori perché poter controllare le scommesse significa anche poter nascondere il denaro, poterlo fare passare attraverso quelle strade che se non vengono attentamente valutate dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, sono strade totalmente aperte, prive di controlli, di vigilanza.

E non accade da poco tempo...

Questo già lo dicemmo per l’operazione Gambling del luglio 2015 che aveva fatto emergere il coinvolgimento della ’ndrangheta. E lo abbiamo ripetuto ogniqualvolta vediamo che questo è il settore di maggior investimento della criminalità organizzata. Sono le scommesse. Ormai lo ripeto in continuazione.

Voi avete sempre denunciato l’inefficacia dei controlli, così quando intervenite è sempre dopo, sempre tardi. Cosa bisogna fare?

Il nuovo direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Giovanni Kessler, sta ponendo grande attenzione anche a questo aspetto e anzi vuole riformare il settore.

Ma non è necessario intervenire di più prima?

Occorre un controllo costante, bisogna mandare dei gruppi ispettivi che però rilevino effettivamente le mancanze, i trucchi, i reati. Io immagino un agente sotto copertura che vada come giocatore e tenti di capire cosa accade davvero in queste sale gioco o, quando c’è il gioco online, quali sono le modalità. Si finga esso stesso un giocatore perché è inutile andare a guardare col verbale che molto spesso non consente di rilevare quello che è accaduto. Invece, capire quale è il meccanismo consente poi di intervenire in modo mirato.

Non sarebbe necessario avere più collaborazione dai Paesi dove le mafie pongono i propri server per le scommesse on line, come ad esempio Malta e Romania?

Sarebbe fondamentale. Infatti con Malta stiamo cominciando ad avere dei rapporti un po’ più avanzati. È chiaro che ora si tratta di passare dalle affermazioni di principio all’applicazione di quei principi. E quindi ora dobbiamo verificare. Ma, lo ripeto, una migliore collaborazione sarebbe fondamentale. Dobbiamo spingere di più.

Sarebbero necessari altri interventi?

Dovremmo vietare le scommesse sui campionati minori del calcio, le cui partite a volte possono essere comprate, influenzate o condizionate dalle stesse organizzazioni criminali che gestiscono il sistema delle scommesse. Una scommessa su queste partite significa certamente determinare poi un risultato sul quale può influire facilmente un’organizzazione mafiosa. O comunque lo fa sospettare.

Quanto è forte la presenza delle mafie nel calcio?

Nelle categorie minori, soprattutto laddove le associazioni sportive sono espressione di un territorio abbastanza ristretto, le mafie controllano tutto. Avere un’associazione sportiva calcio che vada avanti nel campionato e che quindi grazie al loro appoggio e alla loro 'sponsorizzazione' riesca a raggiungere obiettivi importanti, significa che la mafia conta e questo produce consenso sociale, come per il tema lavoro. Le mafie puntano molto sullo sport e soprattutto sul calcio, così seguito a livello nazionale e locale. Una mafia che muove la propria squadra è una mafia credibile più di un’associazione sportiva gestita da persone corrette.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: