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Scienza, fede, ora di religione: gli studenti creano dei video

Guido Mocellin venerdì 16 dicembre 2022
Teologo, giornalista religioso, insegnante di religione: non è la prima volta che, navigando l’infosfera ecclesiale, incontro persone che assommano in sé, in proporzioni variabili, questi tre talenti. Fabio Cittadini ha 38 anni; è nato a Recanati ma vive a Milano, dove ha compiuto gli studi universitari e dove insegna religione al “Piero Bottoni”, un liceo scientifico. Collabora con l’Università Cattolica, con il quotidiano digitale “Korazym” e con Città Nuova, e l’anno scorso ha pubblicato il suo ultimo saggio, “Teologia del gioco”, presso Aracne. In Rete cura dal 2018 il blog “Il tutto nel frammento” ( bit.ly/3BDVLTD ), mentre sui social è presente con un antico profilo Facebook (attivo dal 2013 bit.ly/3W2asrs ) e un più recente canale YouTube (dal 2020). Blog e Facebook appaiono più focalizzati sui suoi interessi teologici, invece il canale YouTube, pur intitolato “Theological Mind” ( bit.ly/3W2Uxcu ), è destinato a fare da interfaccia dell’attività scolastica: nelle informazioni annuncia che vi caricherà i video creati dai suoi studenti, «perché l'ora di religione può essere interessante e anche creativa». Sono l’una e l’altra cosa i primi cinque filmati, pubblicati in questi giorni e sulle cui tracce mi ha messo un post pubblicato appunto su “Korazym” ( bit.ly/3WogaDM ). La consegna del professor Cittadini agli studenti di seconda è stata: «Creare un video di massimo tre minuti dove si spiegano dal punto di vista scientifico alcuni passi particolari della Bibbia», questione con la quale ogni ora di religione, verosimilmente, si deve misurare. Ecco, in ordine biblico, i temi: il diluvio universale; le dieci piaghe d’Egitto; la divisione del Mar Rosso per mano di Mosè; il «Fermati, o sole!» di Giosuè. Le visualizzazioni non sono da youtuber, ma non era questo il fine. Particolarmente efficaci mi sono sembrati i due video che sono ricorsi a Flipa Clip e a Brush Ninja, due programmi per creare semplici disegni animati, piuttosto che a immagini scaricate dal web. Comunque tutti e cinque (il tema di Giosué è stato affrontato due volte) sono stati sotto i tre minuti senza per questo sacrificare i contenuti; anzi. A merito degli studenti (e del professore) va soprattutto il non aver avallato tesi particolarmente fantasiose, né aver posto in termini ideologici il rapporto tra scienza e fede. © riproduzione riservata