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Alle urne. Elezioni 2018: come si vota. Solo un segno e non si sbaglia

Danilo Paolini mercoledì 21 febbraio 2018

Forse non risulterà efficace ai fini della formazione di una maggioranza parlamentare solida (almeno, questo è quanto tutti gli esperti pronosticano), ma dal punto di vista dell’elettore, la legge elettorale in vigore – il cosiddetto "Rosatellum", all’anagrafe legge 165 del 2017 – è di utilizzo piuttosto semplice. Vediamo perché: sia per l’elezione della Camera (scheda rosa), sia per quella del Senato (scheda gialla), il votante dispone di un’unica scheda sulla quale esprime un unico voto, valido e per l’assegnazione del seggio uninominale e per la distribuzione dei seggi plurinominali. In sostanza, per non sbagliare è sufficiente tracciare un segno sul simbolo del partito prescelto.


Esistono, tuttavia, altre combinazioni valide per votare. La prima: si può tracciare un segno sul rettangolo contenente il candidato del collegio uninominale e un segno sul contrassegno della lista prescelta (purché sia collegata al primo, perché non è ammesso il voto disgiunto).

Il voto espresso è valido anche se l’elettore traccia un segno soltanto sul nome del candidato all’uninominale: in questo caso, il voto si trasferisce anche alla lista plurinominale che lo sostiene, se è una soltanto, oppure è ripartito in proporzione ai voti ottenuti dalle liste che lo sostengono. Il legislatore ha messo in conto anche il caso limite di due segni tracciati uno sul contrassegno di partito prescelto e l’altro sulla lista plurinominale dei candidati del medesimo partito: il voto è comunque valido e si trasferisce al candidato uninominale collegato.

È importante poi ricordare che le preferenze non sono previste, perciò sulla scheda non bisogna scrivere alcun nome.

Guarda anche il video tutorial ufficiale su come si vota: