mercoledì 21 dicembre 2022
Era la città santa, sede del "dio della Tempesta" e di un palazzo reale: era così misteriosa che c'è chi ha pensato fosse un mito. Sul campo in Turchia un'equipe dell'Università di Pisa
Gli scavi a Uşaklı Höyük, in Turchia, identificata con la città ittita di Zippalanda

Gli scavi a Uşaklı Höyük, in Turchia, identificata con la città ittita di Zippalanda

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Era la città santa degli Ittiti, la sede del "dio della Tempesta" e di un palazzo reale: ma era così misteriosa che c'è chi ha pensato che non fosse più di una leggenda. Zippalanda invece potrebbe essere finalmente riemersa alla luce. Un team internazionale di archeologi guidato dall'Università di Pisa ha infatti riportato alla luce una strana costruzione a forma di cerchio, realizzata durante l'epoca degli Ittiti, nel sito di Uşaklı Höyük, nella Turchia centro-settentrionale, nel cuore dell'altopiano anatolico, databile al II millennio a.C. Il ritrovamento, assieme agli altri fatti nel corso delle precedenti campagne di scavi, potrebbe contribuire a confermare che il sito è veramente l'antica città santa di Zippalanda.

"L'interpretazione di questa struttura circolare - spiega il professore Anacleto D'Agostino dell'Università di Pisa che dirige gli scavi - è molto difficile al momento e sarà necessario un'estensione dei lavori che permetta di farsi un'idea di cosa ci sia attorno ad essa.
La sua collocazione a nord di quello che, probabilmente, è il principale tempio della città, non lontano dal fiume che scorre vicino alla base degli spalti ci fa però propendere per una interpretazione in chiave rituale di questo ritrovamento, la cui importanza è data anche dal fatto che non ne sono documentati di simili in altri siti contemporanei". Se così fosse, conclude D'Agostino, assieme agli altri reperti scoperti negli corso degli anni, la struttura "contribuirebbe a rafforzare l'identificazione di Uşaklı con l'importante città ittita di Zippalanda, centro di culto di un potente Dio della Tempesta, sede di un santuario e di una residenza reale e menzionata in diverse feste cui prendeva parte il re".

In quindici anni di indagini e scavi, il lavoro degli archeologi ha permesso di far riemergere i resti di edifici monumentali e frammenti di tavolette con iscrizioni in cuneiforme, contribuendo alla ricostruzione di un periodo di primaria importanza per il Vicino Oriente e il bacino orientale del Mediterraneo, quando gli Ittiti, popolazione che parlava una lingua appartenente alla famiglia delle lingue indoeuropee, fecero la loro comparsa tra i protagonisti della grande storia, costituendo il potente regno di Hatti.

Architetture e materiali, quelli ritrovati durante gli scavi, la cui consistenza e qualità, oltre a rendere sempre più solida l'identificazione tra Uşaklı Höyük e la città santa di Zippalanda, mostrano anche come questo sito sia stato occupato in maniera estesa a partire dalla fine del Bronzo Antico fino all'epoca romano-bizantina, con sporadiche tracce più recenti che arrivano sino al periodo ottomano.

Il progetto archeologico della missione archeologica italo-turca in Anatolia Centrale (Uşaklı Höyük Archaeological Project), iniziato nel 2008 e in cui è impegnato l'Ateneo pisano, è l'unico a direzione italiana che opera su un insediamento ittita nell'area che fu centro del regno prima e poi dell'impero.

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