lunedì 22 gennaio 2024
Lungo quasi 20 metri, il Megalodon era considerato tra i più grandi predatori dei mari. Suo discendente diretto è il “pescecane bianco” che infesta anche il Mediterraneo
Un dente dello squalo Megalodon, raffrontato con le rappresentazioni dell'esemplare attuale, ovvero quello bianco e più piccolo, con quello preistorico

Un dente dello squalo Megalodon, raffrontato con le rappresentazioni dell'esemplare attuale, ovvero quello bianco e più piccolo, con quello preistorico - Università di Pisa

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Un nuovo studio scientifico ha svelato l'aspetto, non senza sorprese, del “Megalodon”, il gigantesco squalo estinto vissuto 15-3,6 milioni di anni fa e considerato tra i più grandi predatori marini mai esistiti.

Il corpo di questo mostruoso squalo, noto con il nome scientifico di Carcharocles megalodon (o Otodus megalodon), sarebbe stato più slanciato rispetto allo squalo bianco e a quanto suggerito dagli studi precedenti. La mancanza di scheletri completi riferiti al Megalodon aveva da sempre indotto gli studiosi a ricostruire il suo aspetto modellandolo su quello dell'attuale squalo bianco. L'ipotesi è adesso confutata dallo studio di un gruppo di ricerca internazionale di cui fa parte Alberto Collareta, paleontologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, e pubblicato sulla rivista scientifica Palaeontologia Electronica.

"Nei romanzi e nei film di fantascienza il Megalodon è tipicamente rappresentato come uno squalo mostruoso e dalle proporzioni titaniche - spiega Collareta, unico italiano a far parte del team di 26 scienziati internazionali autori dello studio -. Ciò non deve stupire, in quanto la taglia massima di questo squalo è oggi stimata intorno a 15-20 metri di lunghezza totale e vi sono pochi dubbi riguardo alla sua dieta ipercarnivora". "Comprendere la biologia, l'evoluzione e l'estinzione del Megalodon - prosegue il paleontologo - è importante alla luce dell'impatto significativo che tale specie deve aver avuto sull'ecologia e sull'evoluzione degli ecosistemi marini che hanno dato origine agli oceani moderni. Tuttavia, la documentazione fossile del Megalodon è quasi essenzialmente rappresentata dai caratteristici enormi denti, mentre i reperti scheletrici sono estremamente rari". "Questa deduzione - spiega ancora il ricercatore - deriva dalla revisione di un set incompleto di vertebre fossili appartenenti ad un unico esemplare di Megalodon scoperto in Belgio nel diciannovesimo secolo. Sebbene, in assenza di reperti scheletrici completi, l'esatta forma del corpo del Megalodon rimanga ancora incerta, i risultati presentati in questa nuova ricerca rappresentano un passo significativo verso la sua ricostruzione".

Un esemplare di squalo bianco

Un esemplare di squalo bianco - WikiCommons

Oggi è con lo squalo bianco che dobbiamo fare un confronto: infatti per quanto riguarda le dimensioni, ha la particolare caratteristica per cui le femmine sono più grandi e pesanti dei maschi. L'esemplare femmina può essere lungo dai 4,5 ai 6,5 metri mentre i maschi raggiungono lunghezze che variano tra i 3,5 e i 4,5 metri. Lo squalo bianco vive praticamente in ogni tipologia di mare, dalle acque temperate ai mari tropicali, anche se predilige habitat con acque fredde (11/12 gradi centigradi) dove sono presenti pinnipedi come pinguini, otarie e foche, sue prede preferite. Di solito lo troviamo lungo le coste, cercando di restare in acque superficiali alla ricerca di cibo ma può immergersi fino a grandi profondità raggiungendo anche i 1.000 metri. Ma è molto più diffuso di quanto si possa pensare: è presente nell'Oceano indiano, nel Pacifico, nell'Atlantico e nel Mar Mediterraneo. In particolare, in Italia, lo squalo bianco è presenta tra la Sicilia e l'Isola di Malta.

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