mercoledì 19 febbraio 2014
La squadra azzurra composta da Dorothea Wierer, Karin Oberhofer, Dominik Windish e Lukas Hofer conquista il settimo podio azzurro. Oro alla Norvegia, il cui atleta più rappresentativo conquista un traguardo da leggenda, davanti alla Repubblica Ceca.
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Ci sono drammi sportivi e drammi umani. L’Olimpiade ha spalle sufficientemente solide per accogliere entrambi. La nazionale russa di hockey su ghiaccio perde male con la Finlandia ed esce dalla scena olimpica ai quarti di finale. Una vera tragedia per una nazione che sui Giochi fatti in casa aveva puntato per rilanciare quello che considera uno sport nazionale ma che da tempo si è eclissato dalle manifestazioni internazionali. Per quell’operazione-riscatto ci aveva messo la faccia persino il presidente Vladimir Putin che sognava una finale-rivincita con gli Stati Uniti. Non sarà contento di questo epilogo. Non c’è spazio per il sorriso nemmeno nella squadra ucraina, ma le ragioni sono ben diverse e ben più serie: a Kiev sono morte almeno 25 persone negli scontri fra manifestanti e forze dell’ordine. Le ragazze ucraine dello sci di fondo volevano indossare il lutto nella prova del team sprint ma il Cio ha stoppato l’iniziativa. Una volta esisteva la tregua olimpica, ora non c’è più spazio nemmeno per la pietà olimpica. Al dolore si aggiunge l’indignazione, così una delle due atlete si dà per malata e la squadra si ritira per “infortunio”. Non hanno molta voglia di sorridere gli azzurri dello sci che sembrano sempre più smarriti tra i pali delle discipline tecniche. Nel gigante l’illusione di Davide Simoncelli dura solo una manche: il veterano della squadra sembra voglia dare la sua ultima zampata e si presenta al cancelletto della seconda frazione con uno sci sul terzo gradino del podio, ma colleziona un errore dietro l’altro, come un pivellino qualsiasi, e scivola al 17° posto, preceduto da Luca De Aliprandini (12°). Fanno peggio sia Roberto Nani che Manfred Moelgg, usciti nel tentativo di avvicinarsi al podio. Delusione nello snowboard dove l’atteso Roland Fischnaller è stato eliminato già nelle qualificazioni dello slalom parallelo insieme agli altri 3 azzurri. Stessa sorte per Corinna Boccaccini fermata negli ottavi di finale. Da una medaglia volatilizzata a una che si materializza nel biathlon. L’unione fa la forza e gli azzurri si coalizzano nella staffetta mista 4x7,5 km per conquistare la settima medaglia, è l’ennesimo bronzo (il quinto) ma basta per non sentirsi relegati a ruolo di Cenerentola del circo bianco. Manca ancora l’oro ma c’è ancora qualche freccia nella faretra azzurra negli ultimi quattro giorni. Senza dimenticare che quattro anni fa la medaglia più preziosa arrivò all’ultima gara, con Giuliano Razzoli nello slalom speciale. E giovedì c’è il pattinaggio di figura con Carolina Kostner, impegnata nel programma libero (ore16), decisa ad agguantare quel podio che ancora manca alla sua straordinaria carriera: parte dal terzo posto ottenuto nel corto. Oggi, oltre a Carolina e alla Marchei, il programma per gli italiani prevede solo la combinata nordica uomini a squadre (ore 9 e 12). Si inizia con il freestyle uomini cross, poi giornata tutta al femminile sempre con il freestyle e le finali del curling e dell’hockey.
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