sabato 15 febbraio 2025
La Wada accetta le spiegazioni fornite dall'atleta e ne riconosce la buona fede, tuttavia lo considera responsabile per gli errori del suo team
Jannik Sinner

Jannik Sinner - ANSA

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Si chiude, tra luci e ombre e non senza polemica, il caso doping legato alla positività al Clostebol di Jannik Sinner, risalente a marzo 2024. L’azzurro numero uno del mondo di tennis ha trovato un accordo con la Wada per una squalifica di 3 mesi che decorre dallo scorso 9 febbraio e si concluderà il 4 maggio. In tempo, quindi, per partecipare agli Internazionali di Roma e al Roland Garros a Parigi e agli altri Slam. Di fatto il 23enne altoatesino dovrà rinunciare ai tornei di Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid, quattro masters 1000.

Soprattutto l’accordo salva la sua immagine di sportivo e di testimonial per i tanti sponsor che hanno puntato su di lui. L’accordo tra il giocatore e la Wada non è infatti un’ammissione di colpa, anzi l’Agenzia mondiale antidoping da questo punto di vista lo assolve pure, ma lo biasima facendogli assumere la responsabilità per gli errori commessi da suo staff. «Questo caso incombeva su di me ormai da quasi un anno e il processo era ancora in corso, si sarebbe arrivati a una conclusione forse solo a fine anno», ha spiegato Sinner. La Wada, che aveva presentato un ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) contro il proscioglimento di Sinner inizialmente giudicato «non responsabile, né negligente», ha riconosciuto che «Sinner non aveva intenzione di barare e che la sua inconsapevole esposizione al clostebol non ha fornito alcun beneficio in termini di prestazioni». Per questo la squalifica di tre mesi viene considerata «appropriata» dall’Agenzia Antidoping.

Sinner potrà riprendere ufficialmente l’attività di allenamento già dal 13 aprile: fino a quella data non potrà allenarsi in nessuna struttura sul territorio nazionale o all’estero affiliate alle Federazioni tennis, in cui cioè si svolgano competizioni ufficiali. Vale anche per il Country Club di Montecarlo, in chi risiede, dove dal 5 aprile si disputerà il consueto Masters 1000. Inoltre Sinner non potrà allenarsi con giocatori professionisti o tesserati, quindi al massimo potrà avere per sparring partner ex professionisti non più tesserati. Sinner potrebbe anche riuscire a salvare la posizione di numero 1 del mondo: attualmente ha un distacco di più di 3mila Atp sul numero due, Alexander Zverev, e di 7.510 su Carlos Alcaraz. I tornei che perderà (Miami, Indian Wells, Montecarlo e Madrid) mettono tutti in palio 1.000 punti, quindi dipenderà tutto dal rendimento dei suoi inseguitori.

Tuttavia, in questi tre mesi di squalifica patteggiata con la Wada ne perderà altri 1.600. E i conti sono presto fatti: ci sono i 400 di Indian Wells (che però gli furono già tolti a seguito della prima sentenza a suo carico nel 2024). Poi Sinner non potrà difendere i 1.000 punti ottenuti a Miami, dove trionfò, a cui si aggiungono i 400 della semifinale a Montecarlo e i 200 dei quarti di finale non giocati a Madrid per via di un infortunio che successivamente gli pregiudicò la partecipazioni agli Internazionali d’Italia di Roma. Zverev dovrebbe fare una sequenza di risultato davvero impressionante. Oltre a Roma, restano quindi salvi gli Slam successivi - Roland Garros (25 maggio-8 giugno), Wimbledon (30 giugno-13 luglio) e Us Open -, dove Sinner difenderà il titolo (24 agosto-7 settembre), le Atp Finals e la Coppa Davis, che rimane sempre una competizione prestigiosa.

Il caso di doping che ha coinvolto il tennista altoatesino, è cominciato quando si è saputo, dopo i Giochi di Parigi a cui Sinner non aveva preso parte per una tonsillite, che lo stesso Jannik era risultato positivo il 10 marzo 2024, durante il torneo di Indian Wells. Tracce del metabolita del clostebol, ovvero quello che rimane dopo che la sostanza proibita è stata metabolizzata nell’organismo ma non ancora completamente espulsa, erano emerse anche in un secondo controllo effettuato fuori dal torneo otto giorni dopo. In entrambi i casi Sinner si era appellato con successo contro la sospensione provvisoria che scatta in queste situazioni e aveva potuto così continuare a giocare. Il numero 1 del mondo aveva spiegato di essere venuto a contatto con il clostebol per contaminazione. La sostanza è infatti contenuta nel Trofodermin, farmaco da banco in Italia, utilizzato per trattare una piccola ferita del suo allora fisioterapista, Giacomo Naldi, che aveva effettuato in quei giorni massaggi e altri trattamenti a Sinner, il quale poi lo ha licenziato dopo che il caso è venuto alla luce. L’ITIA (International Tennis Integrity Agency) aveva accolto la tesi della contaminazione involontaria (anche alla luce della quantità infinitesimale dei metaboliti della sostanza proibita rinvenuta nelle analisi dell’altoatesino) e assolto il giocatore. Dopo l’archiviazione dell’antidoping del tennis è arrivato il ricorso della Wada al Tas, con una pesante richiesta di una squalifica tra uno e due anni. L’udienza di arbitrato era stata fissata per il 16 e 17 aprile, a porte chiuse, ma con l’accordo la vicenda si chiude qui, anche in modo positivo per certi aspetti, garantendo l’integrità morale e sportiva del campione azzurro.

E la parola fine su tutta la questa storia la mette l’avvocato di Sinner. «Sono lieto che Jannik può finalmente mettere questa esperienza straziante dietro di sé», conclude Jamie Singer dello studio legale Onside Law di Londra che ha assistito il numero uno al mondo nella gestione del caso Clostebol. «Wada ha confermato i fatti stabiliti dal Tribunale indipendente. È chiaro che Jannik non aveva né intenzione, né conoscenza, e non ha ottenuto alcun vantaggio competitivo. Purtroppo, gli errori commessi dai membri della sua squadra hanno portato a questa situazione», ha ribadito Singer.

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