Football, fede e famiglia: il ritorno di Philip Rivers

Il quarterback torna in campo a 44 anni: padre di dieci figli, marito e cattolico devoto, si era ritirato nel 2020. Con la moglie Tiffany aiuta bambini orfani a trovare una famiglia
December 23, 2025
Football, fede e famiglia: il ritorno di Philip Rivers
Philip Rivers in azione / Steven Bisig-Imagn Images
La vicenda assomiglia molto alla trama di un film hollywoodiano: un ex quarterback, ritiratosi oramai da cinque anni dal football professionistico, diventato capo allenatore di una piccola squadra liceale dell’Alabama, risponde alla chiamata della sua ex squadra, gli Indianapolis Colts, e torna in campo alla veneranda età di quarantaquattro anni.
Invece, è una storia vera: Philip Rivers è partito nuovamente titolare questa notte, contro i San Francisco 49ers, dopo il debutto di domenica scorsa contro i Seattle Seahawks, «non per dimostrare qualcosa, ma sono tornato perché penso di poter essere utile», in un momento di difficoltà del reparto quarterback, visti i simultanei infortuni di Daniel Jones, Riley Leonard e Anthony Richardson. Sebbene il suo esordio contro Seattle non abbia condotto i Colts alla vittoria, Rivers ha mostrato fin da subito doti da leader che lo hanno contraddistinto nelle sue diciassette stagioni nella Nfl.
Nativo di Decatur, Alabama, primo genito di Jay e Joan Rivers: il padre, allenatore di football in una high school, la madre insegnante. Un’educazione fondata su disciplina, studio e fede cristiana segnano il suo percorso. Laureato alla North Carolina State University, dove diventerà uno dei quarterback più vincenti della storia dell’ateneo, ha sempre vissuto lo sport come servizio e responsabilità, prima che come successo personale. «Il football è ciò che faccio, non chi sono», ha ripetuto più volte nel corso della carriera. Cristiano cattolico praticante, ha sempre parlato della fede come di una bussola, non come di un’etichetta: «cerco di vivere il mio lavoro con gratitudine, ricordandomi che tutto è un dono».
Dopo diciassette stagioni di football professionistico, di cui sedici con la maglia dei San Diego Chargers (diventati poi Los Angeles Chargers nel 2017) e un’ultima stagione con la maglia degli Indianapolis Colts, lontano dai riflettori della Nfl, Rivers ha trovato la sua vocazione come capo allenatore alla St. Michael Catholic High School. Una scuola privata, a Fairhope, Alabama, inaugurata nel 2016 con circa 350 studenti iscritti, diventata una potenza del football sotto la guida di Rivers, raggiungendo le semifinali statali in ciascuno degli ultimi due anni con record di 12 vittorie e 2 sconfitte nel 2024 e 13 vittorie e una sola sconfitta nel 2025. «Da bambino avevo due sogni: uno era giocare nella Nfl» ha detto Rivers durante la sua conferenza stampa di presentazione nel 2020 a St. Michael, «l’altro era diventare allenatore di football al liceo. Quanto sono fortunato a poter realizzare entrambi i miei sogni?».
L’impegno di Rivers per l’ateneo, dove suo figlio Gunner ricopre il ruolo - guarda caso - di quarterback, va oltre il semplice ruolo di allenatore: lava e prepara le divise della squadra, traccia le linee del campo con la vernice bianca, oltre che, ovviamente, visionare ore e ore di filmati sulle squadre avversarie. Testimoni giurano anche di averlo visto tagliare l’erba del campo da gioco.
«Gli ultimi cinque anni sono stati, francamente, incredibili», ha dichiarato Cortopassi, direttore atletico della scuola ai microfoni di Fox Sports. «Non solo è uno dei migliori allenatori e menti del football americano, ma anche una delle persone migliori al mondo». La sua scelta di allenare in una scuola cattolica riflette il suo desiderio di essere un modello e un mentore. «Allenare significa essere a disposizione dei ragazzi, aiutarli a diventare uomini prima che atleti», ha tenuto a sottolineare durante la sua presentazione, cinque anni fa.
La sua vita in Alabama è saldamente ancorata alla sua profonda fede e ai valori familiari, gli stessi con i quali, assieme alla moglie Tiffany, crescono i loro nove figli sulle sponde della Baia diMobile. La decima e primogenita Halle, gli ha resi nonni nel 2024, il che rende Rivers il secondo “nonno” a scendere in campo dopo Brett Fevre.
Oltre ai semplici gesti della vita quotidiana, i Rivers sono impegnati in diverse battaglie sociali. La loro fondazione “Rivers of Hope”, fondata nel 2009, è nata con l’obiettivo specifico di aiutare i bambini orfani a trovare una famiglia permanente.
Un impegno ancora più personale riguarda la lotta al diabete di tipo 1, diagnosticato al figlio Gunner all’età di cinque anni. Nel 2019, la famiglia ha trasformato questa sfida in un’iniziativa pubblica lanciando la campagna Change the Game (cambia il gioco): grazie alla vendita di capi d’abbigliamento disegnati per l’occasione dalla moglie Tiffany, tutto il ricavato è stato donato a tre importanti organizzazioni non-profit per la lotta contro il diabete.
Se Rivers riuscirà a guidare i Colts ai playoff sarà il campo a dirlo. Nel frattempo, la sua storia rappresenta qualcosa di raro nello sport professionistico: un secondo atto guidato non dall’ego o dal vile denaro, ma dal puro amore per il gioco. Dai campi di Fairhope al ritorno negli stadi della Nfl, Rivers continua a scrivere una delle storie più avvincenti del football.

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