lunedì 15 gennaio 2024
Amadeus presenta a Milano le 30 canzoni in gara. Tanto ritmo radiofonico, Annalisa e The Kolors, e poche ballate fra cui Negramaro, Irama e Amoroso
I Big in gara a Sanremo 2024

I Big in gara a Sanremo 2024 - ANSA

COMMENTA E CONDIVIDI

Sanremo 2024 adotta lo stile del Festivalbar (peraltro condotto per anni da Amadeus), alla ricerca ossessiva di una hit radiofonica con il rischio di esagerare per eccesso. Quest’anno dal 6 al 10 febbraio saranno in gara al Festival la cifra “monstre” di 30 brani, con una prevalenza assoluta di brani per ritmati secondo il gusto del direttore artistico per cui “una canzone ha successo quando diventa una hit radiofonica”. Ma cinque ore di show televisivo a sera tutto puntato sulla cassa dritta e l’up tempo, con pochissime ballate, melodie e ancor più rara musica d’autore, potrebbero rischiare di stremare il pubblico tradizionale di Rai 1. Attirando per contro, almeno nelle intenzioni, i giovani e facendo contente le radio che che quest’anno votano per la prima volta per la gara, insieme al Televoto e la Sala Stampa dell’Ariston, sostituendo la Giuria demoscopica. Noi abbiamo ascoltato oggi negli studi Rai di Mecenate a Milano i brani guidati da Amadeus.

Che ha annunciato, oltre alla presenza di Russel Crowe all'Ariston l'8 febbraio, tre canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana, 30, 40 e 60 anni dopo. Mercoledì 7 febbraio Giorgia canterà E poi, presentata a Sanremo trent'anni fa, nel 1994; giovedì 8 febbraio sul palco dell'Ariston sarà la volta di Eros Ramazzotti con Terra Promessa, la canzone che quaranta anni fa lo ha visto vincitore nella categoria Nuove Proposte; nella serata finale di sabato 10 febbraio Gigliola Cinquetti salirà sul palco con Non ho l'età, con la quale ha vinto il Festival sessant'anni fa, nel 1964. Ecco i giudizi al primo ascolto, aspettando la performance sul palco dell’Ariston per un voto definitivo.

Amadeus, direttore artistico e conduttore del festival di Sanremo

Amadeus, direttore artistico e conduttore del festival di Sanremo - ANSA

CLARA. Diamanti grezzi

Da tenere d’occhio la vincitrice di Sanremo Giovani, già lanciata dalla fiction Mare fuori. Clara Soccini, che firma il brano con Alessandro la Cava, racconta fallimenti e fragilità in amore con voce cristallina ma virando subito sul clubbing. “Siamo diamanti grezzi /cadono in mille pezzi di una storia sola”. Lanciata.

DIODATO. Ti muovi

Musica e testo del cantautore vincitore nel 2020 con l’irraggiungibile Fai rumore. Superare quell’asticella è difficile, e ci aspettavamo un po’ di più da lui, ma comunque il cantautore sfodera la sua consueta classe per cantare con sfumature blues un amore finito, ma non del tutto, che lascia un lumicino di speranza. Raffinato

MAHMOOD. Tuta Gold

Brano da decriptare quello firmato da Alessandro Mahmood, due volte vincitore del Festival con Soldi nel 2019 e Brividi con Blanco nel 2022. Voce e ritmo particolarissimi fra urban, club e ritmi nordafricani. Un racconto in cui si intravedono le periferie, storie di strada, malavita e migrazioni. “Mi hanno fatto bene le offese /quando fuori dalle medie le ho prese e ho pianto /Devi ritornare al tuo paese”. Non c’è due senza tre?

SANGIOVANNI. Finiscimi

Il ragazzo è cresciuto, ha smesso di cantare col birignao che lo aveva reso re delle hit e oggi a 21 anni firma il testo sincero di una ballata gentile e autobiografica, anche se un po’ timida. Lei non lo ama più, lui le chiede di aiutarlo a troncare perché lui non sa controllare le emozioni (la mente corre a certa cronaca nera…). “Fammi sentire quanto sono stato pessimo / quando ti ho mancato di rispetto”. Autocritico

LOREDANA BERTE’. Pazza

“Io sono pazza di me / e voglio gridarlo ancora / sì perché mi sono odiata abbastanza”. A 73 anni non le manda a dire Loredana, che parlando di se stessa (fra gli altri supportata da Luca Chiaravalli) rivendica con la consueta grinta la sua autonomia. Sulla musica anni 80 un po’ saltellante si poteva lavorare di più. Coraggiosa.

BNKR44. Governo Punk

La band fiorentina arriva da Sanremo Giovani e vuol far la rivoluzione ma su note già sentite, cosìcché anche un testo sul disagio di una generazione scivola nella canzoncina. “La mia testa è un collage / di canzoni e momenti tristi”. Confusi

ALESSANDRA AMOROSO. Fino a qui

Mentre precipita nella tristezza, come da un grattacelo in una notte senza fine si ripete “Fin qui tutto bene” come accadeva nell’inizio del film L’odio. Si cade e ci si rialza in una ballata a voce ampia e appassionata in stile Amoroso, che per il suo debutto in gara all’Ariston non vuole strafare e sta perfettamente nel suo aiutata dai conterranei Takagi e Ketra fra gli altri e da 15 anni di onorata carriera. Un po' di Sanremo finalmente

FRED DE PALMA. Il cielo non ci vuole

L’artista 34enne vanta platini e milioni di visualizzazioni. Ma qui non graffia. Inizia come Mahmood, poi diventa clubbing anni 90, ricorda il Lazza dell’anno scorso, ma meno efficace, per un amore contrastato. “Staremo bene anche all’inferno/il cielo non ci vuole”. Ci sarà un motivo.

FIORELLA MANNOIA. Mariposa

Federica Abbate e Cheope affiancano la signora della canzone italiana che su un ritmo latino alla Buena Vista Social Club lancia un deciso inno femminista raccontando tutti i tipi di donne: strega, Madonna, regina senza trono…. “Mi chiamano con tutti i nomi /con tutti quelli che mi hanno dato. E nel profondo sono libera, orgogliosa e canto”. Una, nessuna e centomila.

THE KOLORS. Un ragazzo, una ragazza

Preparatevi a ballarla fino all’estate e oltre la nuova hit di Stash and friends. La band partenopea infila una nuova Italodisco raccontando lo stupore e la semplicità del primo incontro. “Un ragazzo incontra una ragazza / la notte poi non passa /vedrai non finirà” è il ritornello tormentone a tutto funky anni 70 un po’ alla Silvestri. Irresistibile.

EMMA. Apnea

Non bastano pestare sulla cassa e la scrittura di Paolo Antonacci e Davide Petrella per rendere giustizia al talento della cantante e autrice (già vincitrice di Sanremo nel 2012 con Non è l’inferno) dimostrato nel recente bell’album Souvenir. Anche qui un brano up tempo, da dance floor su un amore che finisce per avvocati, ma che in realtà le toglie il respiro. Non incide.

SANTI FRANCESI. L’amore in bocca

Da Sanremo Giovani, ma ancora prima vincitori di X Factor, arrivano Alessandro De Santis e Mario Francese. Eleganti e glamour piaceranno al pubblico femminile. “Tu lo sai che non sarò mai un porto sicuro / in un mare calmo”. Insomma l’amore è sempre in burrasca. Un flow ritmato, ma di atmosfera, che crescerà sul palco. Sensuali.

ROSE VILLAIN. Click Boom

La bella Rose Villan, al secolo Rosa Luini, arruola Davide Petrella. “Ti ho fatto entrare nel mio disordine, senza di te non ho niente da perdere”. Parte con voce bella e romantica, ma poi si getta sulla discoteca perché l’amore è come un proiettile e fa “click boom boom boom” e “vrrom vroom”. Radiofonica e stop.

NEGRAMARO. Ricomiciamo tutto

19 anni dopo il debutto a Sanremo nella categoria giovani e la bruciante eliminazione i Negramaro arrivano in gara per la prima volta da Big, anche se non ne hanno bisogno data la loro statura. Vita e sentimenti quotidiani di un amore maturo. Testo e musica di Sangiorgi che si lancia in una prova vocale siderale, in una ballad rock ad alto tasso emotivo che cresce in modo esplosivo anche se la melodia è da inquadrare (ma l’Orchestra del’Ariston farà il suo). Luminosa.

BIG MAMA. La rabbia non ti basta

Da tenere davvero d’occhio il talento di questa tosta rapper 23enne (al secolo Marianna Mammone) che stavolta modera il linguaggio, puntando sulla disco con un ritornello che funziona. Tema il bullismo da lei subito per il suo corpo che non corrisponde ai modelli dettati dai social. “E’ facile distruggere i più fragili/ colpire e affondare chi è solo”. Un ottimo mix fra musica radiofonica e contenuti. La sorpresa del Festival.

RENGA E NEK. Pazzo di te

Puntano sulla simpatia e sulle ugole i due amici cinquantenni che hanno fatto un album e un tour insieme. Ballatona a tutto violini, i due duettano e dissertano sull’amore “indistruttibile, ma così fragile. E lo sa solo Dio / chi è più pazzo di me”. Romanticoni.

GHALI. Casa Mia

Una sorta di riedizione di Cara Italia per l’artista di origini tunisine sul tema delle migrazioni di cui discute con un alieno. “Casa mia /casa tua / che differenza c’è? Dal cielo è uguale giuro” canta con accenni alle guerre in corso dove “per tracciare un confine /con linee immaginarie bombardate un ospedale”. Più bello il testo che la musica, un po’ troppo ballereccia per un tema così importante. Impegnato.

IRAMA. Tu no

Tenta il colpaccio, dopo aver sfiorato il podio diverse volte, il cantante e autore milanese. Una canzone sull’assenza e la distanza nel significato più ampio del termine, sulle orme del successo di Ovunque sarai: inizia al pianoforte, poi Irama si inerpica in complicate performance vocali cercando l’effetto commozione che arriva sicuro, e calcolatissimo, sul gospel finale. “Quando non c’eri / e non stavo in piedi /avrei voluto un aggrapparmi a un ricordo”. Ora o mai più.

ANGELINA MANGO. La noia

I nomi eccellenti Madame e Stardust si scomodano per la “cumbia della noia” dal sapore colombiano, tentando di bissare per la simpatica e brava Angelina (figlia di Mango e Laura Valente) il successo del tormentone estivo Che t’ho dico a fa’. Ma “una corona di spine sarà il mio dress code per la festa” non basta a stupire. Repetita non iuvant.

GEOLIER. I p’me tu p’te

Il rapper cantore del nuovo orgoglio napoletano, già due stadi Maradona sold out per la prossima estate, è dato tra i favoriti. Porta la lingua napoletana in gara con un testo d’amore dofferto e tormentato. Il ritmo funziona, ma sembra Lazza in salsa partenopea. Da rivalutare on stage.

MANINNI. Spettacolare

“Ma abbracciami che è normale / Stringerti forte è spettacolare”. Un amore cantato finalmente con serenità dal cantautore che però qui non brilla per originalità musicale e personalità vocale. Sciapo.

LA SAD. Autodistruttivo

Il gruppo emo punk ama dai ragazzi si affida alla penna di Riccardo Zanotti die Pinguini Tattici Nucleari per mettere in ordine i pensieri di chi vomita l’anima “per sentirmi vivo” e raccontare “la storia di un’altra vita sprecata”. Pompata e gridata rientra nel filone estetico del gruppo, anche se sottolinea un disagio reale. Disturbanti.

GAZZELLE. Tutto qui

La quota cantautori fa tirare un po’ il respiro dal ritmo frenetico di questo Festival 2024. Ballata gentile sulla quotidianità del bravo Gazzelle. “Vorrei guardare il passato con te /addosso al muro col proiettore”. Cantabile, rilassante, negli anni 90 sarebbe stata una hit. Viva la semplicità.

ANNALISA. Sinceramente

Scritta con Davide Simonetta e Paolo Antonacci, Simonetta è la “quando quando quando” del 2000. Ritmo sincopato e una “allure” da club francese per una donna forte che non fa abbattere dai no. Annalisa cerca di fare filotto dopo tutte le hit imbroccate nell’ultimo anno, secondo uno schema collaudato. Ben costruita, ma al primo ascolto non resta. Furba.

ALFA. Vai!

Brano country con tanto di fischio alla Morricone, mancano solo il destriero e il lazo per la cavalcata positiva per il rapper genovese dalla faccia perbene che vuole solo vivere. “Il cielo il limite /se stai via dalla strada e via dai guai /tu non guardare indietro mai e vai”. E vai con il coro. Gioiosa.

IL VOLO. Capolavoro

Brano meno lirico e più maturo che nasce dalle esperienze personali dei tre ragazzi (già vincitori nel 2015 con Grande amore) che alla soglia dei 30 anni cercano uno scatto in avanti. Qui un amore per una donna, per un genitore, per qualcuno che non c’è più cantato con grande mestiere. “E all’improvviso tu /cadi dal cielo come un capolavoro / prima di te non c’era niente di buono / Come se / tu fossi l’unica luce a dare un senso”. Il televoto è loro. Professionisti.

DARGEN D’AMICO. Onda alta

Il rapper milanese evoca Noé e un nuovo diluvio universale a ritmo di saltarello disco “Sta arrivando l’onda alta, / non ci resta che pregare finché passa” a sommergere una società che ha dimenticato cosa vuol dire sentimento, mentre l'onda vera è quella di chi naviga “verso Malta, senza avere nuotato mai nell’acqua alta”. Paradossi sociali.

IL TRE. Fragili

“Scusami se ti ho fatto del male /ma siamo fragili come la neve /come due crepe” confessa il rapper romano che non è pronto a lasciare andare. Tematica interessante e attuale, ma non basta se la musica non regge il flusso di coscienza. Affastellato.

MR. RAIN. Due altalene

Dopo l’exploit a sorpresa dell’anno scorso con Superereroi, il rapper gentile torna ai sentimenti profondi, anche se si rischia l’autocitazione, “io e te fermiamo il mondo quando siamo insieme / anche se dura un secondo come le comete”. Una ballata adatta ai cori fra cicatrici, cura, cadute risalite. Poetico.

RICCHI E POVERI. Ma non tutta la vita.

“Che confusione” cantano citando Sarà perché ti amo i veterani del festival che tornano in gara dopo 32 anni (e la vittoria con Se m’innamoro nel 1985). Angelo e Angela a 70 anni suonati invece se ne vanno a ballare in discoteca in allegria e sembrano prendersi gioco di tutti i ragazzini qui sopra citati nel brano a tutta dance firmato Cheope e Edwyn Roberts. Spiazzanti.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI